Recensione: Povero Diabolus

Di Matteo Lavazza - 30 Ottobre 2004 - 0:00
Povero Diabolus

Le Trombe di Falloppio sono uno dei gruppi storici del Metal demenziale italiano, nei loro quindici anni di storia hanno pubblicato ben 4 quattro cd, sette demo e un home video, più svariate apparizioni televisive.
Questo “Povero Diabolus” arriva dopo il precedente “Togli il tappo”, che aveva messo in mostra un progressivo distaccamento del gruppo da sonorità Heavy a favore di soluzioni più Punk, mentre questo nuovo disco segna il ritorno ad uno stile decisamente più metallico.
L’iniziale title track è un ottimo esempio di Metal vecchio stile, il cui testo narra le vicissitudine di un povero disoccupato costretto dagli eventi a diventare esorcista, con qualche piccolo incidente di percorso.
Come al solito le Trombe riescono a divertire con la loro musica, esempi lampanti sono canzoni come “Formiche ai piedi”, il cui testo parla di un problema che tutti hanno avuto perlomeno una volta nella vita, la spettacolare ballad “Una sana scattarata”, che se musicalmente è di una banalità incredibile, a livello lirico, che poi è la parte più importante per un gruppo come loro, è davvero grandioso, mi ha fatto davvero morire dalle risate, “Unghia in felice”, una canzone che riuscirebbe a far ridire anche un avvocato serio come Perry Mason, “La tua ragazza è un cesso”, il cui testo è di una cattiveria infinita, ma proprio per questo dannatamente divertente, la delirante “Profumo di prete”, il cui testo non segue una linea logica ben definita, ma che risulta essere uno dei più divertenti della storia della band, e “Uso il cric”, in cui il buon Falloppio (il cantante) illustra il suo modo di risolvere le dispute automobilistiche, una canzone in cui il gruppo sembra voler dire “basta lacrime”.
Purtroppo nel cd ci sono anche delle canzoni che non mi hanno soddisfatto più di tanto, non tanto sotto il profilo musicale, che come ho già spiegato ritengo in un certo senso secondario per un prodotto del genere, quanto sotto il profilo “risate fatte”, in fatti le varie “Pelociraptor”, “Nonno Foresta”, “Son Collassato” e “Sbocco”, pur divertenti, non hanno quel tocco di demenziale genialità che caratterizza gli altri pezzi, fatta eccezione per l’inizio di “Sbocco”, chitarra acustica e voci che potrei definire particolari che intonano una sorta di demenziale canzone popolare.
I suoni sono di buona fattura, anche se personalmente avrei preferito delle chitarre più aggressive.
Tecnicamente le Trombe sono davvero un ottimo gruppo, infatti, se pur messa in ombra dai testi, la musica che si ascolta su “Povero Diabolus” è decisamente di ottima qualità nonché suonata davvero bene.
Le Trombe di Falloppio sono un gruppo ideale da ascoltare quando si è un po’ giù di morale, la loro comicità può essere sicuramente di aiuto in certi casi, se poi a questa indiscutibile vena comica del gruppo aggiungiamo una buonissima qualità musicale penso di poter dire, senza timore di essere smentito, che l’acquisto di questo disco è consigliatissimo a chiunque voglia farsi 4 sane risate, magari durante un lungo viaggio sulla vostra “Duna Bianca”!
“Lauda tu sei un gran pilota!”, probabilmente vi starete chiedendo se sono impazzito, ma questa frase, come anche un paio di esternazioni strane che ho messo nella recensione, vi diverranno più chiare dopo aver ascoltato il disco.