Recensione: Procreating Mass Carnage

Di Matteo Bovio - 15 Settembre 2004 - 0:00
Procreating Mass Carnage
Etichetta:
Genere:
Anno: 1994
Nazione:
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70

C’è modo e modo di suonare ed intendere il Brutal, e sinceramente quello degli Scattered Remnants è uno dei più perversi che ci siano mai stati consegnati dalle stampe. Questo mcd molto ha da dirci a tale proposito, e nonostante la data di pubblicazione risalga al lontano 1994 trovo la loro proposta molto interessante proprio perchè oggi è difficile riscontrare altrettanti esempi di misantropia musicale. Dimenticatevi il classico stile fatto di montagne di blast-beats: qui la vincono i rallentamenti impossibili, forti di una componente claustrofobica al limite del nauseabondo… Quando accelerano lo fanno nei limiti del sano vecchio Death metal, senza mai eccedere e mantenendo in tale modo la pesantezza sonora molto molto alta.

Tanti aspetti, soprattutto nel riffing, mi portano comunque a classificare questo Procreating Mass Carnage come un album di Brutal; e aggiungiamoci che il target a cui può essere indirizzato questo lavoro è esclusivamente quello fan del Death Metal più estremo… Solo per le menti più perverse potrà essere una goduria il cantato folle delle tracce qui presenti, i dilanianti riff che sfidano la pulizia e la precisione appoggiandosi esclusivamente sull’immenso impatto che sanno creare se ascoltati con la giusta predisposizione mentale.

Purtroppo la produzione non è impeccabile, e pur restituendo la giusta pesantezza al tutto, ogni tanto spara i bassi a livelli così forti che le casse rischiano di scoppiare… Ma ad una release così estrema si può perdonare questo ed altro! Onestamente trovo un peccato che questi Scattered Remnants siano sempre rimasti nell’anonimato, perchè, nel mucchio di pubblicazioni che abbiamo avuto modo di ascoltare negli anni, questa è sicuramente una delle più compatte, e in certi spazi anche delle più personali. Niente a che vedere con lo stile dei vari Cannibal Corpse o Gorguts o che so io, qui siamo davanti al Brutal ‘da cantina’, quello più istintivo e marcio, che prima della tecnica mette la pesantezza e la malattia mentale, riformulate in chiave musicale.

Se acquisterete questo mcd probabilmente non girerà per lunghi periodi nel vostro lettore, ma sarà sempre un piacere di tanto in tanto andarlo a rispolverare, e riscoprire le gioie che l’underground più intransigente spesso offre a chi non si vuole fermare ai soliti 4-5 nomi famosi. Purtroppo la voglia di portare all’estremo ogni singolo passaggio ogni tanto rende un po’ statico il suono della band, ma quello che conta è il risultato complessivo. Un cd sicuramente difficile da digerire, che dunque richiede una bella dose di ascolti prima di un acquisto; quello messo in gioco è un concetto di estremismo musicale oggi lasciato un po’ da parte a favore di release veloci, potenti, pesanti quanto volete, ma che di estremo nel senso più istintivo e primordiale del termine hanno ben poco a che vedere…
Matteo Bovio

Tracklist
01. Intro
02. Profanation Of Christ
03. Ridding Genital Flesh
04. Infusing Fecal Embryo
05. Anal Birth
06. Cranial Defilement

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