Recensione: Psycho Drama

Di Andrea Bacigalupo - 30 Luglio 2017 - 22:00
Psycho Drama
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2017
Nazione:
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DIVE143 DISC1 promo

Gli statunitensi Deadly Blessing nacquero nel 1985 dalle ceneri dei Tormentor, band che suonava principalmente cover di artisti quali Judas Priest, Iron Maiden, Queensryche e Dio.

Produssero in autonomia un primo demo nel 1987, contenente quattro pezzi, la cui qualità convinse la label New Renaissance Records a metterli sotto contratto. Questa pubblicò, nel 1988, ‘Ascend From The Cauldron’, il primo ed unico vero album in studio del combo, che fu considerato una buona risposta americana allo Speed/Thrash Metal tedesco dell’epoca.

Nonostante i risultati favorevoli, che condussero all’uscita dell’EP ‘Deadly Blessing’, la label cominciò a trascurare la band, causando dissidi interni e problemi di formazione.

Volendo continuare a ‘rimanere in sella’ il gruppo ritentò la strada dell’autoproduzione e pubblicò, nel 1990, due nuovi demo dimostrativi: uno senza titolo e ‘Psycho Drama’.

Questo, però, non portò al risultato sperato, ossia alla registrazione di un nuovo album, con la conseguenza del loro scioglimento di lì a poco: il bassista Nick Douglas fu ingaggiato da Doro mentre la maggior parte degli altri musicisti formò il progetto Optimus Prime.

Nel 2005, trascorsi quasi quindici anni, i Deadly Blessing tornarono in scena con la loro formazione originale, partecipando a diversi festival ed incidendo ‘Notorious’, cover dei Lizzy Borden che fu inserita nell’album ‘Harder Than Steel, the Official Keep It True Festival Tribute Album’, una raccolta di brani di band storiche interpretate da gruppi emergenti pubblicata poi nel 2014.

Parallelamente all’attività live il combo presentò, nel 2005, la compilation ‘An Eye in The Past’ e cominciò a lavorare a nuove canzoni. 

Nel 2006, a causa di conflitti interni, il vocalist Sky (Norman Kiersznowsky) fu sostituito da Stephen Childs, con il quale i Deadly Blessing pubblicarono un nuovo demo ed un singolo promozionale, usciti, rispettivamente, nel 2007 e nel 2008.

Poi calò il silenzio discografico, interrotto ora grazie alla decisione della label Divebomb Records di pubblicare, il 9 giugno 2017, un album split dal titolo ‘Psycho Drama’, composto da due dischi, dei quali il numero 1 è interamente dedicato ai Deadly Blessing.

Il lavoro raccoglie i contenuti dei demo del 1990 ‘Psycho Drama’ e ‘Mechanical Solutions’, quest’ultimo mai pubblicato, più alcuni estratti live.   

I Deadly Blessing suonano un Heavy Metal molto potente, sconfinante, spesso e volentieri, nello Speed/Thrash. Facendo un riferimento con il sound di gruppi conosciuti, si possono citare i Texani Helstar, i californiani Metal Church ed i Fates Warning del Connecticut. I nostri cercano, però, un proprio stile attraverso partiture complesse ed articolate ed un cantato estremamente alto.

Questa ricerca a volte, purtroppo, diventa un difetto, maggiormente evidenziato, tra l’altro, da una produzione un po’ superficiale e grezza, soprattutto per quel che riguarda i brani estratti da ‘Mechanical Solutions’. D’altronde trattasi di vecchie registrazioni dimostrative, che non è neanche sbagliato proporre al pubblico così come incise all’epoca.

In linea generale, in ‘Psycho Drama’,  la complessità del songwriting a volte crea ridondanza (‘Good As Dead’) ed a volte sfocia nel confusionario (‘Question & The Answer (I Look Down)’). Il vocalist Larry Betson (che, per quel periodo, sostituì Sky) pur se molto bravo, eccede parecchio nel salire di tono; non avendo la classe di un Rob Halford (Judas Priest) o di un Jeoff Tate (Ex Queensryche) in molte parti tende a scollegarsi dalla musica (‘Good As Dead’, ‘Psycho Drama’, ‘Solitary Confinement’ e ‘Four Walls’) con il risultato di una perdita di feeling. Ed ancora: la batteria è troppo presente e furiosa nelle parti veloci e viranti al Thrash, come in ‘Question & The Answer (I Look Down)’ ed in ‘Mechanical Solutions’, mentre alcuni assoli non hanno praticamente corpo.

Fortunatamente ‘Psycho Drama’ non racchiude solo difetti, ma anche tante buone idee espresse dalla band nel momento in cui cercava di emergere dal sottobosco underground.

Ad esempio, ripercorrendo il disco: ‘Good As Dead’, pur se ridondante verso la fine, ha un buon riff iniziale ed alterna bene velocità, potenza e senso tragico. ‘Psycho Drama’ è molto pestata con un valido scambio di assoli tra chitarre. In ‘Solitary Confinement’ lo Speed è ben sostenuto dalle Twin Guitars. ‘Buried Dream’ alterna strofe melodiche ad altre cadenzate ed energiche prima di accelerare e poi di nuovo rallentare; è un po’ eclettica, ma dimostra che il Singers è più a suo agio con i tempi medi che non con le parti veloci. ‘Mechanical Solutions’ e ‘FA-Q’ sono entrambe impreziosite da assoli che tendono alla fusion dimostrando una certa originalità.

Insomma, si sente un po’ di tutto: difetti e pregi sono messi in evidenza in ugual misura, mancando, nel disco, tutti quegli accorgimenti che lo avrebbero pulito e meglio bilanciato.

Ma è proprio questo che da valore all’opera, che racconta un pezzo di storia di una band, che purtroppo non è riuscita a decollare pur avendone i requisiti, senza nascondere niente, anche attraverso pezzi che rischiavano di essere persi.

Chiudono la raccolta sei brani registrati dal vivo, che danno una buona idea della forza che la band emana dai palchi.  

Oggi i Deadly Blessing sono attivi con una formazione quasi del tutto rimaneggiata rispetto al 1990. Non ci resta che aspettare per vedere cosa ci riserverà nel futuro.  

DIVE143 DISC2 promo

Il secondo disco di ‘Psycho Drama’ è dedicato agli Optimus Prime (che in lingua latina significa letteralmente ‘miglior primo’), creatura nata nel 1990 dalla volontà di alcuni membri dei Deadly Blessing a seguito del loro primo scioglimento.

Come per il primo disco, la raccolta comprende due demo più alcuni brani live, dei quali il primo, dal titolo ‘Welcome To The Real World’ è uscito nel 1991, mentre il secondo non è mai stato pubblicato.  

Il loro sound ha come base lo stesso potente Heavy Metal dei Deadly Blessing, privo però delle sfuriate e degli assalti Thrash, ed amalgamato, invece, con elementi più tipici dell’Hard Rock e con le sonorità che avevano preso corpo all’epoca (sono gli anni in cui il grunge domina), materie con le quali i musicisti, soprattutto il vocalist Larry Betson, si trovano più a loro agio, vista la prestazione tecnica che si ascolta.

Si ascoltano così velocità controllate, mai eccessive, affiancate a parti più cadenzate per mezzo di accelerazioni e rallentamenti, con inserti pesanti e taglienti di sabbattiana memoria, come in ‘Inside Out’, ma anche momenti soffusi e malinconici che, repentinamente, prendono dinamismo, come in ‘Remove Your Face’, oppure elementi che prendono spunto dal sofisticato sound dei Led Zeppelin per trasformarsi poi in sostanze oscure e pesanti, come in ‘Eye Can’t See’.

In definitiva un songwritin variegato, non ripetitivo, intriso di potenza frammentata a varie atmosfere, che ha portato alla stesura di sette pezzi all’incirca di pari valore, dai quali non eccelle nessuno ma neanche se ne possono escludere, eccezion fatta per ‘Sometimes’, traccia carica di soffusa atmosfera melodica che tende ad uscire dagli schemi degli Optimus Prime, che, a parere di chi scrive, non dice molto.

I brani registrati live sono prodotti in modo artigianale e superficiale, a livello di un bootleg registrato con un microfono da sotto il palco. Questo è un peccato perché non riescono a dare un’esatta idea del valore della band dal vivo. 

Gli Optimus Prime non hanno mai inciso album, neanche EP. Conseguentemente questa raccolta è la testimonianza più completa del loro apporto dato alla musica, anche perché, al momento, la band non risulta attiva.

Concludendo, lavoro più che discreto quello della Divebomb Records, che, rispolverando materiale anche inedito, ha valorizzato due gruppi che, nonostante abbiano inciso molto poco, sono riusciti a dire tanto.

  

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