Recensione: Pulse Of Terror

Di Orso Comellini - 26 Ottobre 2012 - 0:00
Pulse Of Terror
Band: Tormenter
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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75

Davvero encomiabile l’iniziativa dell’etichetta messicano EBM Records di portare all’attenzione dei più, molti di quei dischi usciti recentemente senz’altro meritevoli di attenzione ma passati un po’ in sordina, vuoi perché negli ultimi anni il mercato è stato saturato dalle continue uscite in campo thrash, vuoi perché certi nomi non fanno ovviamente il clamore dei Big, essendo perlopiù debuttanti e senza contratto. 

“Thrash Is Back”: questo il nome della serie di pubblicazioni pescate dalla label in ogni angolo del globo.   

Che il lavoro dell’etichetta fosse capillare e certosino alla ricerca di gruppi talentuosi da ogni dove, si era percepito nell’assoldare alcune band nostrane promettenti come Sofisticator, Violentor e recentemente i thrasher lombardi Torment e così anche per tante altre realtà del panorama internazionale. Oggetto di questa disamina, infatti, è il debutto dei californiani – di chiara origine meticcia – Tormenter, intitolato “Pulse Of Terror”. Inizialmente uscito nel 2010, l’album è stato ripreso e pubblicato nuovamente dall’attenta label durante l’anno in corso.  

Come recitava un vecchio adagio di un celebre cantautore italico, «ci vuole orecchio» e all’EBM effettivamente sembrano averlo, visto che per il momento pare non abbiano sbagliato un colpo, o quasi. Non fa eccezione “Pulse Of Terror” un album piuttosto solido e compatto, che potrebbe fare la felicità di tutti gli amanti del thrash per antonomasia: quello degli eighties. O meglio, quel thrash primigenio ancora in parte legato a certi stilemi della NWOBHM (come testimonia per esempio l’opener “Gallery Of Reality” o “Dismantle The World”), che tuttavia dispensa bordate metalliche poderose e affilate come rasoi e che, quindi, lascia solo intravedere quel genere di retaggio. Il debutto dei Tormenter, infatti, è caratterizzato da un thrash senza compromessi che riporta alla mente i primi lavori di Testament, Exodus, Metallica, Slayer e Dark Angel. Poco male se talvolta sentirete riecheggiare melodie o gli storici riff di brani come “Whiplash”, “Piranha” o “Apocalyptic City”, quello che conta è che non siano, in questo caso, gli elementi portanti del brano: non si può parlare di plagio spudorato, perché sono stati inseriti in un’orditura abbastanza diversa da quella ‘originale’. Buona, quindi, la prova dei due axemen Funes e Rodriguez, i quali, senza sfoggiare grandi doti tecniche, si mettono in mostra per un riffing work vario e dinamico. I due preferiscono nettamente riff al fulmicotone e soli dissonanti – un esempio su tutti la micidiale title-track, che sembra un incrocio malsano tra gli Slayer di “Reign In Blood” e i Dark Angel di “Darkness Descends” – sfiorando quasi l’aggressività della scuola teutonica, ma se la cavano bene anche quando si tratta di macinare mid-tempo rocciosi. Va detto poi che il lavoro delle chitarre è condotto molto bene da batteria e basso, nonostante quest’ultimo sia un po’ penalizzato da una comunque ottima produzione. Suoni molto secchi e graffianti dal vago gusto retrò, a dimostrazione di quanto poco importino budget elevati per far suonare bene un disco thrash. Specie se poi anche le super produzioni delle major finiscono per soffocare il basso, oltre a far sembrare il suono delle chitarre come un’unica muraglia impenetrabile, invece di renderle abrasive come carta vetrata.  

Inutile fare un track by track, giacché “Pulse Of Terror” si rivela godibile dalla prima all’ultima traccia. Casomai, quello che emerge dai circa sessanta minuti di durata è un’eccessiva lunghezza dell’album, nonostante non ci siano importanti cali e la presenza di ottime tracce come “Inhumanity Personified”. Sarebbe stato senz’altro sufficiente inserire una decina di tracce maggiormente curate e distinguibili, per essere più facilmente fruibile. Puntando a definire più chiaramente la propria personalità (non necessariamente, originalità) i Tormenter potrebbero confezionare un secondo album davvero convincente. 

Da tenere d’occhio!   

Orso “Orso80” Comellini  

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Tracce:

1. Gallery Of Reality 4:31

2. Absolution 4:58

3. No Anesthesia 4:05

4. Pulse Of Terror 4:30

5. Hunger For Violence 4:20

6. Messiah On Trial 6:40

7. Inhumanity Personified 4:39

8. A Season In The Plague 5:05

9. Severe Enforcement 5:26

10. Assault From Beyond The Grave 5:03

11. Dismantle The World 5:08

12. Pantheon Of Lunacy 5:24  

Durata 60 min. ca.  

Formazione:

Charlie Blitz – Voce

Jahir Funes – Chitarra

Rodrigo Rodriguez – Chitarra

Richard Orellano – Basso

Thomas Bonilla – Batteria

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