Recensione: Quod Superius, Sicut Inferius

Di Alessandro Calvi - 15 Ottobre 2002 - 0:00
Quod Superius, Sicut Inferius
Band: Astarte
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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65

Le Astarte sono un gruppo greco di black melodico formato essenzialmente da tre donne: Kinthia, voce e chitarre, Nemesis, chitarre e Tristessa, chitarre e basso. Nascono ufficialmente nel 1995 con il nome di Lloth e con alla batteria Psycoslaughter degli Invocation. Fin da subito per gli altri strumenti come batteria, tastiere e voci di supporto si avvalgono di volta in volta di session men oppure di musicisti di altri gruppi. Con questo Quod Superius, Sicut Inferius, che mi appresto a recensire, sono giunte al loro terzo disco dopo che i loro primi due lavori sono stati ben accolti dal pubblico al punto che per il loro primo disco “Doomed Dark Years” datato 1997 è stata anche necessaria una ristampa.

Passando subito a parlare del loro lavoro possiamo subito dire che si tratta di un black melodico con alcuni inserimenti di tastiere e parti più o meno sinfoniche. La musica che propongono non è nulla di particolarmente innovativo ma non per questo ricadono nel già sentito. Nonostante il genere che propongano sia più o meno abusato da gruppi ben più interessanti di loro, riescono a non risultare noiose all’ascolto e al contrario riescono a piazzare anche alcuni buoni passaggi e qualche buona intuizione.
Il gruppo sembra, nonostante sia già al terzo disco, non possedere ancora un suond proprio e i riferimenti ad alcuni gruppi come i Dimmu Borgir di Enthrone… o alcuni arrangiamenti sinfonici tipici dei Cradle of Filth, si fanno sentire. Accanto a questi però, come si diceva, ci sono anche delle felici intuizioni che riescono a non rendere noiose all’ascolto le canzoni proposte dal trio. L’uso delle clean vocals dovrebbe forse diventare un po’ più presente nell’economia dei pezzi, così come i passaggi tastieristici d’accompagnamento.

Per il resto le critiche maggiori oltre che al suond forse non troppo originale, ma potrebbe anche essere una precisa scelta del gruppo quella di adottare soluzioni di comprovata efficacia, vanno rivolte alla voce growl di Kinthia. Nei pochi momenti in cui canta in clean vocal dà prova di avere una voce molto bella e interessante che andrebbe appunto avvalorata, purtroppo però quando passa al growl perde completamente di comprensibilità e seguire il cantato diventa faticoso e a tratti impossibile anche con il testo davanti. Certo agli appassionati del genere a volte non interessa neanche la comprensibilità del cantato, ma potrebbe essere un buon consiglio l’esercitarsi per migliorare la dizione del cantato growl.

Passando ai giudizi finali questo Quod Superius, Sicut Inferius delle Astarte è sicuramente un disco diretto unicamente ai fan incalliti del black melodico, magari interessati a scoprire qualche nuovo gruppo. Le potenzialità e gli spunti personali ci sono, purtroppo arrivate al terzo disco sono ancora fermamente ancorate a soluzioni già provate che però riescono a mettere in pratica senza annoiare l’ascoltatore. Per concludere concedetemi un punticino in più come omaggio alle componenti del gruppo che sono veramente tre belle ragazze.

Tracklist:
01 Reign Unfold
02 Inflamed Paradox
03 Oblivious Darkness
04 Deep Down the Cosmos
05 Astarte
06 Incarnate Legend of Mummy Queen
07 In Velvet Slumber
08 Sickness (instrumental)
09 Quod Superius, Sicut Inferius
10 Crossing the Wounded Mirror of Death

Alex “Engash-Krul” Calvi

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