Recensione: Radical Change

Di Eugenio Giordano - 8 Maggio 2004 - 0:00
Radical Change
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Anno: 2004
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60

L’eredità artistica di un colosso storico del metal tedesco come gli Stormwitch non è facile da gestire, dopo gli ottimi The Armada ecco arrivare i Defending The Faith, una nuova realtà sonora nata dal passato degli Stormwitch grazie all’impegno del chitarrista Robert Balci e che finalmente è tornata per la seconda volta sul mercato discografico. Questo secondo “Radical Change” esce sotto le insegne della connazionale Shark Records. La musica del trio tedesco è un potente heavy metal roccioso dalle tinte dinamiche e frontali che non potrà deludere gli amanti del genere e i nostalgici degli Stormwitch degli anni migliori.

La produzione del disco è essenziale ma molto convincente, i Defending The Faith basano il loro sound sulle chitarre ritmiche e la scelta si rivela assolutamente azzeccata e vincente, non troverete particolari sperimentazioni o soluzioni azzardate in questo platter e se siete in cerca di novità fareste meglio a cercarle altrove perchè qui non se ne vede l’ombra. Il songwriting del gruppo è spiccatamente essenziale ed efficace, senza dubbio i Defending The Faith sanno comporre musica apprezzabile in sede live ma non siamo di fronte a personalità compositive particolarmente evolute, anzi direi che l’ambizione del gruppo si ferma alla ricerca di ritornelli convincenti e riff energici da sparare sulle platee dal vivo. Infondo si può ammettere che il metal classico è sempre stato un genere lontano da particolari ambizioni compositive, ma senza dubbio negli ultimi anni la tendenza maggiore delle band è quella di cercare di superare la semplicità artistica degli stilemi classici del genere per riuscire a raggiungere una personalità identificabile e inimitabile. Senza dubbio i Defending The Faith non sono tra queste band e non sentono questa esigenza e temo che per molti giornalisti ed addetti ai lavori questo sia un valido motivo per non degnare di uno sguardo questi ragazzi. A livello vocale il disco è interpretato in maniera graffiante tenendo le dovute distanze da tentazioni power melodiche e da vocalismi sterili che non hanno nulla a cui spartire con il souno della band. In generale è indubbio un notevole talento esecutivo ma i Defending The Faith mi sembrano poco interessati a suonare in maniera tecnica optando spesso su soluzioni potenti e schivando attentamente fraseggi e virtuosismi superflui.

Le danze si aprono con la title track che subito mostra l’energia di cui questo trio è innegabilmente dotato, riff graffianti e crescenti che non possono deludere un metallaro ortodosso che vuole pezzi sinceri ed efficaci da ascoltare a tutto volume. Con “Trust” si avvertono strutture ritmiche più vicine al power ma stando molto attenti a non sforare in ritornelli mielosi o particolarmente ruffiani, i Defending The Faith suonano col cuore e non badano a mode e trend del mercato. Più elaborata “Dreams” rivela una maggiore ambizione compositiva ma non siamo davanti a un lavoro troppo elaborato, ottimi gli spunti ritmici che permettono al pezzo di non annoiare mai l’ascoltatore. Con “D.t.s.” non smentisce la bontà artistica del trio tedesco che continua a sfornare riff potenti e frontali convincendo in pieno l’ascoltatore fin dal primo passaggio. Il dinamismo sonoro di “Secret fear” ricorda il metal classico degli Stormwitch ma possiede un appeal molto più aggressivo e graffiante, certamente la band tedesca non punta su innovazioni sensazionali ma il risultato è comunque molto apprezzabile. Meno aggressiva e più lineare “In your eyes” non mi sembra un brano particolarmente ispirato e finisce per lasciar calare il tiro del disco. Più convincente “Power of life” rimette in carreggiata le band grazie a ritmi veloci e strutture dinamiche dalla presa immediata. Il disco si conclude sulle note di “Temples of liars” e “Helpless” che non aggiungono molto di nuovo a quanto suonato fin qui.

In definitiva questo secondo cd targato Defending The Faith si è rivelato un buon prodotto ma non siamo di fronte a un disco irrinunciabile, credo che se amate il metal classico troverete questo disco interessante ma nulla più. Forse le canzoni di questo platter risalterebbero maggiormente in sede live e credo che il gruppo troverà consensi maggiori proprio in quel contesto, non c’è dubbio sul talento di questi ragazzi ma da veterani come Robert Balci è legittimo aspettarsi molto di più di quanto espresso in questo disco.

1 Listen
2 Radical change
3 Trust
4 Dreams
5 D.t.s.
6 Secret fear
7 In your eyes
8 Power of life
9 Temples of liars
10 Helpless   

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