Recensione: Rage Of Poseidon

Di Francesco Sgrò - 22 Marzo 2014 - 17:18
Rage Of Poseidon
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Anno: 2013
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65

Dopo aver accumulato una notevole esperienza musicale grazie alla costante attività svolta in molti progetti differenti, il polistrumentista italo francese Emmanuel Menchetti, nel corso del 2013 decide di dare libero sfogo alla propria vena creativa, realizzando questo “Rage Of Poseidon”, primo album solista di fresca pubblicazione.
Per la realizzazione dell’opera l’artista fa affidamento esclusivamente sulle proprie forze, curando nei minimi dettagli ogni fase del songwriting, nonché dell’esecuzione materiale dei vari brani, per giungere poi alla produzione ed al missaggio.
Quanto meno interessante il traguardo raggiunto dal musicista, che si diverte ad allestire un’opera ricercata e sperimentale, in grado di stuzzicare l’attenzione degli appassionati del Progressive, della musica elettronica e della buona musica in generale, intesa come forma d’arte in continua evoluzione.

Con buone contaminazioni provenienti dalla grande arte di vere e proprie icone del firmamento musicale mondiale come Symphony X, Dream Theater, Emerson, Lake &Palmer, Rick Wakeman (mitico tastierista degli Yes, noto anche per aver preso parte alla realizzazione di “Sabbath Bloody Sabbath”, immortale capolavoro portato al successo dai Black Sabbath nel 1973) e molti altri artisti, l’album inizia con l’articolata “Epitaph Of The Sun (Sleepin’ Nature)”, opener dalla struttura ipnotica, in cui a dominare la situazione sono le intricate trame melodiche costruite dalle tastiere che sembrano voler trasportare il fruitore in un universo magnetico e sconosciuto: l’epilogo segna una partenza sicuramente interessante anche se non godibile appieno, a causa della completa assenza di una spina dorsale chitarristica. Una mancanza piuttosto “ingombrante” in un contesto di tale estrazione.

La seguente Title Track, riprende fedelmente lo schema ipnotico del precedente brano, grazie nuovamente ad un martellante muro sonoro tastieristico sorretto da una sezione ritmica nitida e curata: il risultato finale è racchiuso in un episodio senza dubbio lodevole per la propria vena sperimentale, ma che tuttavia a lungo andare, rischia di essere tedioso e poco efficace.
Maggiormente riuscita sembra invece essere la gelida e breve “Magical Science Of Music”, in cui ancora una volta è una notevole sezione ritmica a guidare la magnetica struttura di un brano oscuro ed inquietante.

Buona anche la cupa “Homicide In Bathroom”, contraddistinta da un tappeto pianistico enigmatico e probabilmente ispirata alla nota sequenza descritta dal titolo del brano e presente nel celebre film di Alfred Hitchcock, “Psycho”.
Leggeri echi Fusion caratterizzano la seguente “Run For Your Life”, frenetica e arricchita da un buon lavoro della sezione ritmica, ancora prepotentemente in primo piano.
Atmosfere orientaleggianti fanno da sfondo a “Fly Of A Bird”, costruita interamente intorno ad unico riff e permeata – come altri episodi di questo platter – da un sottile alone di mistero ed inquietudine, che comunque permette al brano di essere ascoltato piuttosto agevolmente.
La plumbea “Into Space”, sembra muoversi sulle stesse coordinate del brano precedente, anche se in questa occasione, c’è una più rilevante presenza della sezione ritmica, la quale presenta un drum solo efficace e ben inserito nel contesto di un brano ancora una volta enigmatico e non molto distante da quanto ascoltato finora, ma comunque di piacevole ascolto nella sua totalità.

Un pulsante giro di basso costituisce l’ossatura primaria della particolare “Darkness In The Forest”, la quale anticipa la conclusione dell’opera che si sublima nelle intricate note della maggiormente tastieristica “Tomb Of The Vampire”, traccia che pone sigillo ad un album sicuramente interessante e all’avanguardia, composto da un musicista capace e sicuro dei propri mezzi.

Tuttavia l’eccessiva ricercatezza e complessità, rendono questa prima fatica del polistrumentista, un’opera purtroppo di difficile assimilazione in virtù di un suono che, espropriato di alcune caratteristiche base del genere (il tocco di chitarra su tutti) appare controverso e quasi incompleto.

Un cd insomma, per pochi eletti, davvero affini ad una proposta elitaria e decisamente di nicchia.

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