Recensione: Raubritter/Grimmige Volksmusik

Di Emanuele Cirilli - 24 Gennaio 2013 - 0:00
Raubritter/Grimmige Volksmusik
Band: Absurd
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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68

A volte si ha a che fare con album dei quali non riusciamo bene a capire il significato.
“Raubritter/Grimmige Volksmusik” è uno di questi: non possiamo capirlo appieno senza soffermarci sul gruppo che lo ha scritto, gli Absurd.

La band, capitanata all’epoca capitanata da Sebastian Schauseil, è conosciuta principalmente per due fatti: l’omicidio ai danni di Sandro Beyer perpetrato dal cantante e dal chitarrista e lo status di esponente di spicco della scena NSBM

“Raubritter/Grimmige Volksmusik” è una compilation dall’andamento poco lineare, nella quale in ogni traccia si incontrano generi diversi. I temi delle liriche, da sempre pietra dello scandalo, vengono trattati in modo diretto e, a volte, quasi violento, facendoli risultare volgari e a tratti scontati.

Nell’album ci scontriamo con dei pezzi che ruotano attorno a riff puramente Black Metal, alternati a tracce in stile viking e persino a brani che ricordano vagamente delle marce militari; questo non rovina l’ascolto, visto che il cambio da uno stile all’altro, talvolta anche all’interno della stessa canzone, crea un clima intenso e violento, risultato forse proprio delle idee espresse.

Una canzone che stupisce già dai primi ascolti è sicuramente la prima traccia, “Raubritter”. Il brano inizia in modo tranquillo con degli accordi puliti e una melodia piuttosto semplice che verrà poi ripresa più volte durante tutto il corso della canzone. Il pezzo, dall’andamento piuttosto lineare, alterna momenti più atmosferici ad altri più feroci.
“Green Heart” e “Die rune tote” seguono bene o male lo stesso schema dell’opener e, pur senza presentare grandi variazioni, risultano sempre aggressive nel complesso.
“Die Rune Tote”, in particolare, è una canzone che mi ha positivamente colpito per le ritmiche, più lente e ragionate rispetto agli altri pezzi.
Da segnalare anche “Ein Jäger aus Walhall”: qui lo stile cambia completamente, la traccia inizia come se fosse un pezzo punk, per poi evolversi in un black metal spietato.
La successiva “Hab mein Pestkarren Vollgeladen” è uno dei brani che colpiscono meno di tutta l’opera. L’episodio poggia su di un riff quasi folk, che accelera in modo vertiginoso durante il ritornello. Questa traccia, impregnata comunque di evocative atmosfere dal sapore viking, pur durando poco, suona abbastanza ripetitiva e monotona.
L’album, purtroppo, propone anche altri pezzi non all’altezza: ne è esempio “Hoch auf dem Panzerwagen”: la vena punk, in questo caso, prende il sopravvento, rendendo il brano del tutto fuori luogo.

Cosa dire dunque di questo CD? Sicuramente è un’opera controversa, come tutte quelle firmate dagli Absurd. Un disco, questo, che ogni persona dovrebbe ascoltare, non per forza per amarlo, ma anche solo per odiarlo.
E’ un album per certi versi storico ed importante, forse il migliore per avvicinarsi all’alquanto “strano” genere degli Absurd.
 

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Emanuele “Cyrus” Cirilli

Tracklist
1. Raubritter
2. Green Heart
3. Über die Weiten Midgards
4. Die rote Rune
5. Ein Jäger aus Walhall
6. Hab mein Pestkarren vollgeladen
7. Hoch auf dem Panzerwagen
8. Aufruf des Schinderhannes
9. Des Wotans schwarzer Haufen

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