Recensione: Recreation Day

Di Mauro Gelsomini - 21 Aprile 2003 - 0:00
Recreation Day
Band: Evergrey
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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80

Gli svedesi giungono alla loro quarta release con questo “Recreation Day”, sperando di confermare le buone impressioni suscitate con il precedente “In Search Of Truth”. Sebbene questo non sia un concept album, l’immaginario lirico è evidentemente dark e orientato a temi di morte: inizialmente incentrato sulle molestie di giovani ragazzi da parte di un prete cattolico (come testimonia lo stesso artwork di Mattias Noren), l’argomento è stato poi allargato a coprire una gamma più ampia di riflessioni, sempre legate alla sfera religiosa. Dopo due mesi e mezzo di pre-produzione e nove settimane di registrazioni, il viaggio musicale degli Evergrey si è concluso con l’uscita di un CD che non ha deluso le aspettative: i pezzi descrivono con grande profondità e atmosfera considerazioni riguardanti la vita dopo la morte, la transizione e il mondo dell’ignoto e dell’indefinito. Un songwriting decisamente pesante, spigoloso, più oscuro e allo stesso tempo viscerale delle produzioni precedenti attraversa i suddetti misteri, a partire dall’esplosiva “The Great Deceiver”, che spazza via ogni eventuale preconcetto sulla fragilità del disco. Tuttavia è da annotare il contrasto tra le song di “Recreation Day”; dall’aggressività della opener e della successiva “End Of Your Day” alla condotta più melodica della titletrack si possono scorgere le diverse influenze stilistiche dell’album: se da una parte ci sono le direzioni ritmiche tipicamente Iron Maiden mescolate alle atmosfere degli Shadow Gallery, dall’altra è l’hard rock più melodico, fondamentalmente sui ritornelli, a marcare il groove dei pezzi in maniera decisamente memorabile.
Strumentalmente l’alternanza di semplici cambi di tempo non intacca granché la drammaticità e il pathos dei chorus, anche se talvolta i versi possono sembrare meno emotivamente sentiti… dopotutto potrebbe essere possibile anche interpretare questa differenza come la contrastante convivenza di rabbia (sulle strofe) e dolore (sui refrain). Le chitarre non fanno altro che accentuare questo stacco, come testimonia il passaggio, su “Visions” dallo speed-riffing che urla “metal” da ogni poro, al solo dalle tinte nere piuttosto r’n’r.
Ho trovato molto migliorata la voce del chitarrista Tom S. Englund, ora veramente comunicativa ed evocativa, ma l’atmosfera è ben resa grazie soprattutto al massiccio impiego di tasiere (entra in pianta stabile nella band Rikard Zander), perfetto completamento in tracce come “As I Lie Here Bleeding”, o “Blinded”, che rende il sound degli Evergrey più sinfonico che in passato, e probabilmente è indispensabile per i toni dark (si pensi a un finale di “Fragments” senza tastiere…).
Zander brilla particolarmente su “Your Darkest Hour”, in cui le melodie trasmettono particolare afflizione, e il suo solo è meravigliosamente lontano dall’heavy metal, ma dannatamente ben inserito nel contesto musicale: rilassante e malefico, allo stesso tempo.
Molto Opeth il sound che apre “Madness Caught Another Victim”, forse la più contrastata dell’intero CD, per la presenza minimale di sole voce e chitarra, unplugged struggente e oldfashioned.
Concludo con due “chicche”.
La prima è la cover di “I’m Sorry” (famosa canzone pop svedese) di Dilba, qui riproposta nel tipico Evergrey sound, tanto bene da sembrare che appartenga al platter originale.
La seconda è la bonus track “Trilogy Of The Damned”, inclusa anche nella versione giapponese di “In Search Of Truth”, alquanto inaccessibile ai fan europei (35 dollari): si tratta di un medley acustico – solo voce e pianoforte – di tre pezzi tratti dai primi due dischi, “As Light Is Our Darkness”, “Words Mean Nothing” e “The Shocking Truth”.
Nota finale, va alla qualità del lavoro: la produzione di Fredrik Nordstrom (In Flames/Hammerfall) è finalmente all’altezza della situazione, le chitarre hanno ora il giusto spessore e il sound è decisamente compatto, e in definitiva rende quest’album ideale per chiunque desideri ascoltare del buon metal melodico che rompa volentieri gli schemi, restando allo stesso tempo personale, imprevedibile ed eccitante.

Tracklist:

Evergrey – Recreation Day

1. The Great Deceiver
2. End Of Your Days
3. As I Lie Here Bleeding
4. Recreation Day
5. Visions
6. I’m Sorry
7. Blinded
8. Fragments
9. Madness Caught Another Victim
10. Your Darkest Hour
11. Unforgivable
Bonus: Trilogy Of The Damned

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