Recensione: redemption

Di Eugenio Giordano - 13 Settembre 2003 - 0:00
redemption
Band: Redemption
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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78

Sotto la guida del polistrumentista Nick Van Dyk prendono il largo questi Redemption che vantano nella line up una serie di nomi stellari del metal americano. Le chitarre sono affidate a Bernie Versailles degli Agent Steel, al microfono troviamo l’ugola d’oro di Rick Mythiasin che per anni ha militato negli Steel Prophet, non basta, ecco Jason Rullo dei Symphony X alla batteria, senza considerare gli ospiti Michael Romeo, Ray Adler e Mark Zonder. Con queste credenziali è lecito apsettarsi un vero all star album diretto verso i lidi più progressivi del metal. In effetti i Redemption con questo album omonimo si spingono oltre le barriere del genere riuscendo a coprire nell’arco di settanta minuti scarsi una vastissima gamma di soluzioni artistiche francamente sconvolgenti. Il gruppo è capce di spaziare con agilità tra riff di matrice oscura e dal ritmo devastante, tra atmosfere eteree del progressive più ricercato, fino alla psichedelia. Tutto questo senza snaturare i brani e senza scadere in passaggi ripetitivi e noiosi, garantendo sempre del materiale coinvolgente per l’ascoltatore. Prima di passare alla descrizione dei brani è giusto sottolineare la difficoltà e la perizia compositiva che si incontrano lungo tutto l’scolto del platter, non stiamo parlando di una easy listening band, anzi se siete del partito “musica semplice” spostate pure la vostra lettura su altre pagine del sito. Si incomincia con la prima parte della suite “desperation” che si presenta come un brano dal ritmo incalzante e dal forte refrain ritmico delle chitarre, ottime le linee vocali di Mythiasin che non si spingono in acuti inarrivabili ma si mantengono su tonalità piene e molto convincenti. La seconda parte della suite dedicata a un romanzo omonimo di Stephen King, lo si deduce dai crediti, si presenta più introspettiva ma non meno dinamica, anche in questo caso il brano sebbene articolato non si spinge in particolari divagazioni risultando compatto ed efficace sotto il profilo compositivo, qui il microfono è affidato a Ray Adler dei Fates Warning. Più progressiva e ricercata “desperation part 3” riporta i nostri alle atmosfere plumbee e tecniche di un capolavoro come “a pleasant shade of grey” senza comunque cambiare la ossatura dinamica che si identificava nei brani precedenti. La suite si conclude in una quarta parte più ragionata e atmosferica, anche in questo caso i Redemption non perdono il filo del discorso riuscendo a riprodurre con successo le sensazioni oscure che fin qui erano state esperesse, certo il brano spezza volutamente con i precedenti, ma il risultato è comunque notevole. Ottima sotto ogni profilo “nocturnal” è un brano compatto e fortemente dinamico, il prog metal dei Redemption si dimostra ancora una volta ben bilanciato tra melodie e parti ritmiche mantenendosi alla lontana da soluzioni di facile presa, la classe del gruppo emerge indiscutibilmente da pezzi come questo. Quasi un quarto d’ora di durata per “window to space” che si rivela uno degli episodi più progressive e ambiziosi del platter, le parti strumentali si alternano a strofe cantate dalle melodie cambievoli e spesso difficli da seguire, ma la sensazione diminuisce con l’aumento degli ascolti. Come scrivevo prima questo non è un disco di facile presa e dovrete concentrarvi parecchio per comprenderlo in pieno. La successiva “as I lay dying” si rivela maggiormente ritmata e sicuramente più diretta rispetto alle digressioni di prima, in questo frangente il disco si spota verso il prog americano dei primi Fates Warning riletti in una ottica più malinconica e oscura, ma pur sempre potenti. Chiude le danze la monumentale suite “something wicked this way comes” che si alterna in vari movimenti fino a coprire la durata di 24 minuti, la sensazione che qualche passaggio a vuoto sia rimasto nella versione finale comunque non rovina la riuscita di un brano complesso che riassume bene tutte le capacità del gruppo e la grande versatilità di atmosfere che i nostri sono in grado di generare con le loro musiche. Non è facile esprimere un giudizio assoluto su un platter di questa portata ma se ritenete che il metal progressivo debba distinguersi per classe e tecnica dal resto della scena, direi che con questi Redemption andate sul sicuro.

1 desperation part 1

2 desperation part 2

3 desperation part 3

4 desperation part 4

5 nocturnal

6 window to space

7 as I lay dying

8 something wicked this way comes

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