Recensione: Reign of Elements

Di Simone Scavo - 9 Maggio 2002 - 0:00
Reign of Elements
Band: Celesty
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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70

Line up:
Kimmo Peramaki Voce
J.-P. Alanen Chitarra
Tapani Kangas Chitara
Ari Katajamaki Basso
Jere Luokkamaki Batteria
Juha Maenpaa Tastiere

Direttamente dalla sempre più prolifica Finlandia esce sul mercato un nuovo gruppo power metal melodico. Tutto cominciò nel 1998 quando il batterista Jere Luokkamaki decise di formare una band power metal. Trovati altri musicisti coetanei formò i Celestial con i quali registrò un demo per proprio utilizzo. Una parte della band non era però soddisfatta del cantante, che fu “licenziato”. Sostituito quest’ultimo la line up fu completata e nel 2000 cambiarono il nome in Celesty.
Tornando al presente la band è composta da un giovane sestetto ovviamente capitanato dal batterista. Per quel che riguarda l’album è un bel concept: un racconto fantasy ed epico che si preannuncia essere il primo di una lunga saga; non credo sia il caso di descriverlo ma è sempre una storia riguardo l’eterna lotta tra bene e male.
Musicalmente l’album si apre con il consueto Intro (di nome e di fatto) epicheggiante con la voce di un ipotetico narratore che ci proietta nel “regno degli elementi story” con la veloce The Charge (tratta dal loro primo demo) tipica canzone di power metal melodico farcito di tastiere a cercar di render il brano più epico. Questo intento però si rivela non centrato per parte dell’album poiché molte volte il suono della tastiera risulta fuori luogo, assumendo quasi un suono di tromba da circo medievale. Non mancano gli assoli tra chitarra e tastiera che sembrano sfidarsi per chi è più veloce. Una tastiera/piano ci proietta invece alla seguente Revenge che è sorretta da un buon lavoro di chitarra “disteso” al contrario della batteria dai ritmi sostenuti. Un buon brano con tanto di break centrale che fa da preludio all’assolo suonato nientemeno che da Jani Liimatainen connazionali Sonata Arctica. Ed eccoci arrivare alla successiva Sword of Salvation, il pezzo più power epico dell’album con qualche richiamo ai Manowar come utilizzo della voce e della chitarra; un brano valido e ben strutturato ed anche le tastiere fanno il loro buon lavoro. Si arriva così alla title track che è alquanto piatta e scontata. Di solito la title track è il pezzo più rappresentativo dell’ album, ma non è così per i Celesty. Canzone compatta, niente che altre 100 band power abbian già suonato con un assolo “rubato” ad Helloween e Stratovarius, dopo il quale si erige un vocione epico e divino …. Così anche la seguente Lost in Deliverance soffre della sindrome da tastiera e da un ritornello non particolarmente coinvolgente. Il livello qualitativo torna ad alzarsi con la successiva The Sword and the Shield … anche perché l’intro è identico a “Lake Bodom” dei loro connazionali Children of Bodom mentre l’uso della tastiera si fa neoclassicheggiante: bella, vivace, ed un chorus emozionante, mentre l’assolo è direttamente preso dagli Stratovarius (ops, anche loro connazionali). La canzone che meglio rappresenta l’album secondo me è Battle of Oblivion, un sunto di quanto proposto nell’album. Chiude il lavoro Kingdom una delle più belle ballate che abbia sentito in questi ultimi tempi: dolce, melodica … da ascoltare.
Il cd è ben confezionato in un sempre più diffuso digipack ed il booklet si presenta molto bene (bella la copertina che per alcuni mesi ha vissuto sul mio Desktop); al suo interno c’è anche una mappa per meglio spiegare all’ascoltatore come e dove si svolge il racconto e le battaglie.
Riguardo la registrazione (molto buona!), l’album è stato registrato e mixato in Finlandia nei Fantom Studios (dove avevano già registrato il secondo demo) ma soprattutto è stato masterizzato da Mika Jussila (che ha già lavorato con Stratovarius, gli Edguy, Avantasia) nei prestigiosi Finnvox Studios, ben frequentato da altre bands importanti (quindi gran spesa per realizzare quest’album). Tecnicamente ben suonato, buona anche la prova del singer Kimmo Peramaki dalla timbrica simil-Kotipeltiana. E se proprio vogliamo dire tutto …. sono previste 2 bonus tracks (che però non sono nuove) : 1 per il mercato Giapponese (dal titolo The Journey tratta dal primo demo) ed 1 per il mercato Coreano e Americano (dal titolo Power of the Stones tratta dal secondo demo) .. e qui mi domando .. se il maggior mercato è quello Europeo .. perchè ci penalizzano così ??? Va beh …
In definitiva un buon album che non aggiunge nulla di nuovo e che deve molto ai loro connazionali Sonata Arctica, Stratovarius e Children of Bodom.

Tracklist:

  1. Intro
  2. The Charge
  3. Revenge
  4. Sword of Salvation
  5. Reign of Elements
  6. Lost in Deliverance
  7. The Sword and the Shield
  8. Battle of Oblivion
  9. Kingdom
  10. The Journey (bonus track per il mercato Giapponese)
  11. Power of the Stones (bonus track per il mercato Coreano ed Americano)

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