Recensione: Requiem Tenebrae

Di Sergio Vinci - 29 Marzo 2006 - 0:00
Requiem Tenebrae
Band: Nehemah
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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86

I Nehemah oramai sono più che una piacevole sorpresa, sono diventati una splendida realtà del panorama Black Metal francese e non solo, perchè nell’arco di soli tre album sono già riusciti a costruirsi un’ottima fama, ottenuta grazie all’assoluta qualità della loro proposta musicale.

In attività dal 1992, nel 1995 realizzano il loro primo demo, e, dopo un lungo periodo di inattività, debuttano discograficamente solo nel 2002 con “Light Of A Dead Star“, piccolo diamante grezzo che già metteva in mostra un sound che partiva dalle “solite” basi norvegesi dello scorso decennio, evidenziando però una certa dose di personalità. Un sound che era comunque attento non solo ad aggredire, ma a catturare con atmosfere molto oscure e particolari. Nel 2003 vede la luce “Shadows From The Past“, lavoro che ampliava ancora di più il discorso del debutto, soprattutto per quel che concerne la ricerca di un sound molto tetro e malato, unito alla costruzione di composizioni un po’ più variegate ed arrangiamenti più curati. Tutto ciò contribuì ad accrescere la fama della band, ottenuta soprattutto grazie all’ottima accoglienza della stampa specializzata.

Arriviamo ai giorni nostri con la pubblicazione di questo “Requiem Tenebrae“, indubbiamente il lavoro più completo e maturo pubblicato dal gruppo transalpino, uno di quei dischi che, senza esagerazione, spazza via molta concorrenza scandinava e non solo. Difficilmente di questi tempi si sentono album così ispirati e vari, ma capaci, allo stesso tempo, di mantenere integro il più puro stile Black Metal. I Nehemah sono fautori di un sound veramente cupo, malinconico, nagativo e introspettivo, figlio di gente come  Darkthrone o primi Emperor, ma che si distingue con uno stile veramente personale e unico.
Davvero difficile individuare i brani che spiccano di più in quest’opera, ma iniziamo subito col dire che ognuno di essi offre elementi degni di nota, e, cosa rara in questo genere, ogni episodio è ben distinguibile dagli altri.

L’apertura spetta a “Creeping Chaos“, una intro spettrale e molto suggestiva che sembra arrivare direttamente dal regno dei non vivi, che funge da apertura ideale a “The Great Old Ones“, dove chiari echi darkthroniani fanno la loro comparsa. Il livello espressivo si mantiene sempre su ottimi standard, e già da questa song si intuisce che i Nehemah fanno sul serio, non si limitano a copiare l’operato di chi è arrivato prima di loro, e non si accontentano nemmeno di fungere da semplici gregari. Loro sono consapevoli ed hanno tutte le carte in regola per essere dei leader, e questo viene fuori con ancora più veemenza con le successive tracce, come ad esempio la lenta e angosciante “Dead But Dreaming In The Eternal Icy Waste“, oppure con quel capolavoro che porta il nome di “In The Mists Of Orion’s Sword“, un manifesto di puro Black Metal di rara bellezza, composizione che trasuda nera poesia come non se ne sentiva da troppo tempo. Si continuano ad alernare episodi più lenti ad altri più sostenuti, ma è incredibile quante ottime idee ci siano all’interno di ogni singolo brano. Mai una caduta di tono, e se contiamo che i pezzi sono tutti sopra i cinque minuti e a volte sfiorano gli otto, possiamo farci un’idea di quanta qualità offra questo disco, che con la doppietta finale di “Conscience In Evil” e “Through The Dark Nebula“, si candida ad essere uno degli album di True Black Metal migliori usciti da almeno cinque anni a questa parte.

Per concludere, direi che una nota di merito va anche alla produzione, piuttosto grezza ma capace di mettere in risalto l’operato di ogni singolo strumento, con menzione particolare alle chitarre che risultano veramente taglienti e dotate di un sound decisamente particolare.

Poco resta da aggiungere, se non che ogni fan del più puro Black Metal (ma anche gli amanti di sonorità più atmosferiche potrebbero rimanere piacevolmente sorpresi) dovrebbe fare suo questo piccolo gioiello regalatoci da una band che sicuramente farà parlare ancora molto di sè.

Tracklist.

1. Creeping Chaos
2. The Great Old Ones
3. Dead But Dreaming In The Eternal Icy Waste
4. The Elder Gods Awakening
5. In The Mists Of Orion’s Sword
6. Taken Away By The Torn Black Shroud
7. Conscience In Evil
8. Through The Dark Nebula

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