Recensione: Return of the king

Di Beppe Diana - 25 Febbraio 2002 - 0:00
Return of the king
Band: Ordalia
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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85

Intenso ed emozionante. Ecco quali sono le prime parole che mi vengono in mente dopo aver ascoltato l’immenso “Return of the king” seconda fatica discografica dei siciliani Ordalia, una delle poche cult band di casa nostra, delle quali possiamo andare veramente fieri.

Il quartetto che ha la sua base operativa in quel di Catania, ci offre una manciata di trax, ben undici per la precisione, in cui echi di Black Sabbath e di un certo epic/power metal americano di scuola Cirith Ungol/Manilla Road, confluiscono con riminiscenze hard/prog seventies style incastonandosi perfettamente in un mosaico sonoro davvero intrigante. Una miscela sonora dunque scevra da ogni contaminazione modernista, e che naturalmente ruota attorno alle costruzioni armoniche del chitarrista e leader Mario Di Prima, ipotetico trait d’union fra il riff maker Tony Iommi, e il più sanguigno Jimmy Page, nonché sulle indubbie qualità canore del vocalist italo/argentino Martin De Coix, uno che, da quello che ho potuto ascoltare, dal vivo dovrebbe garantire prestazioni pirotecniche.

Nonostante la varietà dei suoni presentati, i brani sono tutti molto convincenti e coinvolgenti, anche se nella sua totalità l’album potrebbe risultare alquanto ostico e poco “accessibile” per chi, abituato alle nuove leve metalliche rappresentate dai vari Hammerfall ed Edguy, s’aspetta un metal ultra melodico condito da coretti tanto catchy. E si, gli Ordalia dal punto di vista musicale, non sono mai scesi a patti con nessuno, e forse sarà anche per questo che non faranno mai breccia nei cuori di molti metal kids nostrani restando relegati ad uno status marginale che non gli si addice di certo. Ma nonostante tutto, credo che i nostri quattro amici, assieme ai meneghini Wotan, siano fra i pochi in Italia a saper trasportare in musica, gesta eroiche e leggendarie di grande fascino creando quell’alone d’imponente epicità come solo i grandi del passato sapevano fare.

La partenza dell’opera omnia spetta alla solenne “Blood and Fire” solenne track di classic metal allo stato puro contraddistinta da un superbo guitar work, per spostarsi subito su territori più cadenzati e Sabbath-inani con la straordinaria “Crystal Tower” pregna di suadenti atmosfere epico/evocative tanto che potrebbe benissimo essere stata estrappolata dal capolavoro “Heaven&Hell”. Echi di Medieval Steel e Steel Assassins prendono forma sulle note della splendida title track che, ad una partenza soffusa ed atmosferica, contrappone con efficacia delle stilettate ad alta gradazione metallica, mentre “Mormegil”, che è senz’altro il brano più accessibile del lotto, nei suoi quasi dieci minuti di durata, presenta innumerevoli disgressioni melodiche.

Un lavoro molto affascinante consiglioto personalmente a chi dalla musica vuole forti emozioni e non le solite due note buttate li a casaccio!!!!

Contatti: Mario Di Prima
C/so Indipendenza, 14/c
Catania

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