Recensione: Return To Asgard [EP]

Di Marco Donè - 13 Gennaio 2015 - 19:07
Return To Asgard [EP]
Band: Wotan
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2013
Nazione:
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70

I Wotan sono una delle armate più valorose che difendono l’onore dell’epic metal italiano, autentici alfieri di un modo di intendere l’heavy metal. Apprezzati in Italia così come all’estero, nel corso degli anni il loro nome è divenuto un vero e proprio culto. Hanno mosso i primi passi nel lontano 1988 realizzando il primo demo nel 1993. Dopo un periodo di pausa, la band “longobarda” ritorna in pista sul finire di quella decade per dare alle stampe l’album di debutto, il favoloso “Carmina Barbarica”, nel 2004. Tre anni dopo è la volta di “Epos”

La band milanese non è sicuramente una tra le più prolifiche, ma si sa che qualità non fa rima con quantità. E così, dopo “Epos”, ci sono voluti quattro anni per avere del nuovo materiale griffato Wotan. Per tenere vivo il nome della band, viene pubblicato infatti l’ottimo Ep “Bridge To Asgard” in quel 2011 che per il movimento epic metal italiano fu un anno importantissimo. Ma un Ep, seppur di qualità come “Bridge To Asgard”, non placa la “fame” dei fan come invece farebbe un full length. Così nel 2013 escono le prime indiscrezioni sull’uscita di un  nuovo disco, l’attesissimo “Das Nibelungenlied”. Sempre nel 2013 viene dato un piccolo antipasto su quello che sarà il disco pubblicando un nuovo Ep intitolato “Return To Asgard”.

“Return To Asgard” viene dato alla luce in digipack con booklet di 12 pagine in tiratura limitata a mille copie. E’ composto da otto tracce di cui le prime cinque sono già note in quanto presenti sul precedente Ep “Bridge To Asgard”, rimasterizzate per l’occasione. Per queste prime cinque canzoni, sebbene presentino una nuova veste, rispetto alla precedente edizione la sostanza non cambia e vi rimando alla recensione di “Bridge To Asgard”
Le ultime tre tracce sono invece nuove di zecca e finiranno sul nuovo album in fase di lavorazione. Sono proprio queste ad interessarci maggiormente. Va detto subito che, come precisato dalla band, le nuove canzoni sono qui presenti in una versione differente rispetto a quella che finirà sul disco. Sul futuro lavoro cambieranno alcuni arrangiamenti ed il mastering. Ci permettono però di avere una prima idea di quello che potrà essere “Das Nibelungelied”. Come dicevamo poco sopra, i Wotan non sono una band che sforna dischi a ripetizione, pubblicano album solo quando hanno la certezza che il prodotto sia di qualità. E questo antipasto ci fa capire che il nuovo lavoro non tradirà le attese. La band di Milano, timone ben stretto tra le mani, non si sposta di un millimetro dalla propria rotta e ci regala tre canzoni in cui la freschezza compositiva assaporata in “Carmina Barbarica” torna a risplendere. La maestosa “Balmung”, il cui assolo è eseguito dal talentuoso Stefano “Sebo” Xotta,  la più battagliera “Alberich The Dwarf” e la veloce e diretta “Deadly Challenge” coinvolgono dal primo ascolto. Vanni Ceni, ispiratissimo, è assoluto mattatore. Le sue linee vocali sono esaltanti, evocative, aggressive. Riesce ad interpretare e vivere lo spirito della canzone trasmettendo quel senso di magniloquenza come solo i grandi sanno fare. In “Balmung” la prestazione di Ceni è praticamente da brividi. Ma è tutta la band a girare alla grande ed il songwriting rasenta la perfezione. La cavalcata di “Alberich The Dwarf” è di quelle a cui è impossibile resistere, il ritornello cadenzato permette a Ceni di fare il bello e cattivo tempo con la sua personalissima timbrica e con quel vibrato oramai marchio di fabbrica dei Wotan. “Deadly Challenge”, la più fast del lotto, è un vero e proprio assalto frontale.
Se proprio volessimo essere puntigliosi e cercare una pecca nell’attuale veste di queste nuove tracce, dovremmo forse segnalare la scelta di alcuni suoni che penalizzano in particolare la solistica rendendo le chitarre troppo leggere. Una pecca su cui si può facilmente chiudere un occhio.

I Wotan non tradiscono mai le attese, che si tratti di Ep o di full length la qualità è sempre elevata. In attesa del nuovo lavoro non resta che gustarci questo “Return To Asgard” che, secondo il sottoscritto, presenta però un’ingenuità: cinque tracce già note, incluse nella quasi totalità nel precedente “Bridge To Asgard”. In questo modo le nuove canzoni, la cui qualità è sicuramente superiore rispetto a quelle datate 2011, non vengono valorizzate nel giusto modo. Sarebbe forse stato meglio pubblicare un Ep con solo nuovo materiale, dandogli il reale ruolo di antipasto del futuro “Das Nibelungelied”, inserendo al massimo un paio di bonus. Nonostante la decisione non spetti a noi ma ai Wotan, questa considerazione inciderà sulla “valutazione” di “Return To Asgard”. Segnaliamo inoltre che, tramite Alone Records, “Return To Asgard” è disponibile anche in vinile in versione numerata a mano limitata a trecentocinquanta copie.

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