Recensione: Reviviscence (Liber Secundus)

Di Onirica - 10 Marzo 2004 - 0:00
Reviviscence (Liber Secundus)
Band: Time Machine
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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75

Ancora un’ottima prova di forza proveniente dalla nostra infuocata penisola con l’ultima release dei Time Machine, gruppo nato nel 1992 e che nonostante i frequenti cambiamenti di formazione non ha mai smesso di stupire l’audience nostrano con un metal aggressivo degno della migliore tradizione. Questa nuova uscita non rappresenta altro che la continuazione o meglio il secondo episodio della trilogia dedicata all’inquisitore Nicolas Eymerich (creatura generata dalla mente dello scrittore italiano Valerio Evangelisti). La produzione è come di consueto eccellente, brillante nel contrapporre le caratteristiche specifiche di ogni singolo strumento ed in particolare nel mettere in risalto l’elasticità delle corde vocali che danno voce a Marco Sivo, cantante conosciuto come frontman dei Valas, in questa occasione successore di un altro validissimo singer come Nick Fortarezza. Con il timbro vocale cambia anche la musica, ricca questa volta di un maggiore spessore metallico e tanto oscura da rendere le atmosfere migliori di qualsiasi altro disco precedente nella lunga discografia del gruppo di cui vi sto parlando, mi basterà riferirmi ai Throes Of Dawn ascoltando la traccia in decima posizione per farvi capire quanto siano angoscianti le ambientazioni che questo disco riesce ad evocare. Gianluca Ferro (ex Arkhé, Doomsword) si rivela uno dei migliori chitarristi metal sulla scena europea tanto da meritare i complimenti di mostri sacri quali Scott McGill e Kiko Loureiro, Gianluca Galli (ne avrete forse già sentito parlare a proposito dei Mantra) si conferma come grandioso talento anche nel settore acustico mettendo in mostra la sua versatilità anche con sitar e mandolino. Come se non bastasse il gruppo mai contento si gode la compagnia di ospiti d’eccezione: Rafael Bittencourt insieme allo stesso Kiko Loureiro degli Angra, Fabio Ribeiro di Blezqi Zatsaz e Shaman, Matteo Giuliani (ex Snake Eyes) e due astri nascenti del metal tricolore, ovvero Mariano Croce e Andrea Mastroianni dei capitolini Concept. Insomma ci troviamo di fronte ad un’orchestra vera e propria che seppur riesca ad impressionare in quanto a resa sonora, manca spesso della giusta efficacia nel songwriting, frizzante e potente ma che in diverse circostanze lascia sorgere dei dubbi nei confronti del discorso strumentale messo in piedi dalla band. L’esecuzione è impeccabile, di certo non si può negare la buona tecnica strumentale e la coerenza sonora di ogni singolo brano, quest’ultima è una caratteristica assolutamente fondamentale per la buona riuscita di un disco, specialmente se come in questo caso si tratta di un concept album. Ecco la formazione definitiva:

Marco Sivo: vocals
Gianluca Ferro: lead & rhythm guitars, keyboards, programming
Gianluca Galli: lead & rhythm guitars, sitar, mandolin
Lorenzo Deho’: bass guitar, keyboards, programming
Sigfrido Percich: drums

Guest artists:
Rafael Bittencourt (gtr) and Kiko Loureiro (gtr) from ANGRA
Fabio Ribeiro (key) from SHAMAN & BLEZQI ZATSAZ
Mariano Croce (gtr) and Andrea Mastroianni (key) from CONCEPT
Matteo Giuliani (backing vocals) from SNAKE EYES

Quello che il gruppo italiano propone è un heavy metal melodico anche se decisamente graffiante, infarcito di sfumature epiche classicheggianti che spesso sfiorano il progressive metal nell’incrociarsi si sintetizzatori e distorsioni di chitarra. Non ho molto apprezzato la batteria per la scarna fantasia nell’incessante procedere al fianco del basso di Lorenzo Dehò, ma uno sguardo fermo sulla composizione rende evidente la scelta di edificare e stabilire le sorti del materiale scritto sulle fredde corde di chitarra. Ultima pecora nera in un panorama che comunque supera nettamente la sufficienza sta nella mancanza di caratteristiche compositive tipiche della band, certo tengo conto delle innumerevoli variazioni di lineup e considero anche il nuovo chitarrista unitosi alla formazione, ma sebbene la scelta dei suoni affidati agli strumenti sia l’elemento unificante dell’intera release trovo tuttavia azzerato il tentativo di stringere in un pugno le dodici canzoni del disco, nullo il tentativo di offrire una decisa personalità alla maniera di strutturare i pezzi o di legare le note scelte una dietro l’altra. Un ultimo grande ostacolo da superare prima del definitivo successo per un gruppo che possiamo a testa alta vantare in tutto il mondo, in bocca al lupo ragazzi!

Andrea’Onirica’Perdichizzi

TrackList:

01. Obscurity Within
02. Rotten Souls
03. Reviviscence
04. Sator
05. Angel Lucifer
06. Burning Crosses
07. Grains Of Sand
08. Alhambra
09. Tears Of Jerusalem
10. The Calling
11. Seeds Of Revolution
12. Revelation

Europe: Lucretia Records International
USA: Sensory Records

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