Recensione: Rheingold

Di Keledan - 27 Maggio 2003 - 0:00
Rheingold
Band: Grave Digger
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
88

Un ottimo disco, anche se non siamo ai massimi livelli del gruppo di Uncle Reaper & Co. “Rheingold” è prodotto splendidamente, contiene alcuni brani eccezionali e, pur non raggiungendo lavori quali “Tunes Of War” e “Knights Of The Cross” è comunque un acquisto obbligato per ogni buon metallaro, che ami o meno l’accezione più epica della nostra musica preferita.

Com’è facilmente intuibile dal titolo, l’album è un concept epico dedicato alla saga de “L’anello dei Nibelunghi”, nota soprattutto grazie alla celebre opera del sommo Richard Wagner.
Un tema non originalissimo, ma Chris Boltendahl non poteva esimersi di onorare le tradizione della sua Germania, dopo aver narrato di Scozzesi, Templari e di Camelot.

Il ritorno all’epico comunque, come ha dichiarato candidamente Chris, è dovuto anche al fatto che il precedente ‘The Grave Digger’, ha riscosso ben poco successo. Perché, nonostante quasi tutti (tranne me, vedi la recensione) si affannassero a dichiararlo capolavoro, miglior disco di sempre, e tante altre ciance del genere, il disco era il frutto di “un periodo di transizione, di affiatamento della band, alla ricerca di una migliore sinergia”.

L’affiatamento ora c’è, i suoni sono tornati a esseri quelli taglienti, tedeschi e killer che conoscevamo, Chris urla con la rabbia e la grinta che aveva messo temporaneamente da parte e i riff di chitarra sono di nuovo le lame cosparse di acido che ogni fan dei Digger ama. Il tutto arricchito dai preziosi assoli di Manni Schmidt, esemplari per buon gusto e precisione.

I punti deboli di questo album stanno in alcuni ritornelli, da sempre invece pezzo forte della band.

Saltando a piè pari l’intro sinfonica, basti dare un ascolto a “Rheingold”, “Valhalla” e “Giants” per farsi un’idea di buone ispirazioni in cerca di un ritornello degno. Tutto procede bene fino al punto focale e quando ci si aspetta un refrain che spacca ecco un coretto con una linea vocale per nulla trascinante.

Con “Maidens Of War” invece sembra di essere tornati ai tempi della trilogia epica, con uno stile a cavallo tra KOTC e Excalibur.

Il midtempo “Sword” è una perla di epicità solenne e maestosa. Da ascoltare più che da descrivere.

“Dragon” ricorda in qualche modo i tempi di “Tunes Of War”, ed è il classico pezzo tutto ritornello che magari da album può stancare in fretta, ma dal vivo causa mal di gola nel pubblico.

“Liar” è una fast track che sarebbe da inserire nella Treccani alla voce ‘metal tedesco’, con un leitmotiv che sicuramente dal vivo farà stragi e riff che, per incisività e feeling metallico sembrano uscire da un’officina meccanica.

I Digger rincarano la dose con la suggestiva Murderer, che alterna una strofa da ballad a un crescendo metallico condito di doppia cassa per il bel ritornello.

Purtroppo il pezzo di chiusura non è all’altezza dei tempi migliori.
“Twilight Of The Gods” è una suite che si apre con il solito sferzante riff, che purtroppo lascia il posto a una strofa poco convincente, che passa, senza nemmeno abbozzare un bridge, a un coro abbastanza fiacchino, seppur con ambizioni di maestà. Il pezzo è intermezzato da un momento sinfonico, con la voce pulita di Chris che torna a deliziarci, accompagnata da un coro possente. Niente male, ma niente di speciale.

L’arpeggio di chitarra che termina il disco ci lascia nel silenzio, a pensare a quanto sia gloriosa questa band, con vent’anni di carriera e dodici album all’attivo e ancora una grossa capacità di comporre e suonare del grande metal.
Come scrivevo in apertura, mettete pure mano al portafogli e acquistate senza tema. L’album si piazza pochissimi punti sotto “Tunes Of War”, con diverse perle e alcuni pezzi leggermente meno incisivi di quanto si potesse sperare, ma comunque all’altezza.

Nota a parte per la copertina, brutta come sempre, tanto per mantenere la continuità con i lavori passati. La prima edizione limitata del cd sarà in digipack limitato con le scritte dorate in rilievo, quindi affrettatevi.

01. The Ring (Overture)
02. Rheingold
03. Valhalla
04. Giants
05. Maidens Of War
06. Sword
07. Dragon
08. Liar
09. Murderer
10. Twilight Of The Gods

Roberto ‘Keledan’ Buonanno

Ultimi album di Grave Digger

Band: Grave Digger
Genere: Heavy 
Anno: 2020
73
Band: Grave Digger
Genere: Heavy 
Anno: 2018
70
Band: Grave Digger
Genere: Heavy 
Anno: 2017
70