Recensione: Rising

Di Fabio Vellata - 13 Marzo 2009 - 0:00
Rising
Band: Great White
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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81


È una storia che parte da lontano. Una storia fatta di gloria e trionfi, cadute e rinascite, separazioni e reunion che, come tutte le avventure di grande successo, non si è mai negata nemmeno episodi drammatici e tragedie dolorosissime.
Quello dei Great White è un romanzo ricco d’amore per la musica e vita vissuta che tuttavia, nonostante i quasi trent’anni di narrazione ed i tanti scherzi del destino, non ha ancora la minima voglia di chiudersi, ponendo la parola fine su di una vicenda artistica ormai contraddistinta dai contorni del mito.

Non atteso, quasi insperato a così breve distanza dalla precedente prova da studio arriva, infatti, “Rising”, conti alla mano, dodicesimo tassello di una carriera iniziata nel 1984 con il seminale omonimo album.
Ed è, per restare in tema di sorprese ed eventi difficilmente ipotizzabili, un disco dalla qualità cristallina, capace non solo di superare il buon “Back To The Rhythm”, ma di accostarsi addirittura in alcuni frangenti alle grandiose composizioni che animavano il songbook estroso e magico dell’epoca più prolifica e fruttuosa.

È sempre la peculiare miscela di rock e blues ad orchestrare le trame intessute dalla band californiana. Un marchio di fabbrica inconfondibile ed esibito con orgoglio, manifesto di una continuità e coerenza assolute con ben pochi pari nella storia della musica.
Come riferito dagli stessi Jack Russell e Michael Lardie, alfieri inossidabili dello Squalo Bianco, non c’è in fondo alcun motivo di fare diversamente.
Non c’è posto per alcuna rincorsa ai modernismi o inutili mutamenti. La radice deve sempre rimanere fedele a se stessa, perpetuandosi in quello spirito che è trademark da tanti anni.

Pensiero su cui è facile concordare senza incertezze, ancor di più poi, alla luce di risultati confortanti e di valore massimo come quelli messi in mostra.
Cadenze ciondolanti, groove, emozioni ed un pugno di brani che scorrono come non mai mostrando il lato migliore e più ispirato del gruppo statunitense, quello cioè, capace di grandi suggestioni e comunicatività.

“Situation” e “All Or Nothing”, sono tracce ad esempio, che ricolgono in pieno atmosfere che tanto sanno di classico, riproponendo uno stile unico ed essenziale in cui il rock troneggia fiero, assecondato da sfumature blues cariche di enfasi. Sembra occhieggiare alle glorie del passato anche la produzione, studiata per dare spazio alla caratteristica voce di Russell ed ai riff di chitarra, al solito, punti di forza dell’intera struttura compositiva.
Ottimo nella sua interezza, il disco annovera tra i momenti di livello ancora superiore, episodi come la stupenda “I Don’t Mind”, canzone in grado di rapire sull’onda di uno charme unico e le country-blues “It’s Enough” e “My Sanctuary”, un tuffo al cuore per gli amanti delle sonorità “rurali”, tanto americane ed espressive, da riuscire nell’intento di suscitare immagini a base di panorami sconfinati e da grande frontiera.
Il feeling carico di passione non cessa poi di fluire, esaltato dalle armonie vocali delle ammalianti “Last Chance” e “Only You Can Do”, definitiva conferma di uno stato di grazia e di forma che ritorna a livelli eccelsi, avvolgendo in un abbraccio di note calde dall’immane forza emotiva.

Lo Squalo Bianco infine, non sfigura nemmeno al cospetto dei leggendari e “proverbiali” Stones. La conclusiva cover di “Let’s Spend The Night Together”, conferisce un ultimo, eccellente, tocco di vitalità, suggellando un disco emozionante e straordinariamente carico di sentimento.

“Rising” insomma, è un titolo davvero esplicito e significativo che, per una volta, pare autentica e credibile testimonianza di ritrovata ispirazione.
La rinascita artistica e personale di un gruppo di musicisti che dimostra come, credendo in se stessi e non mollando mai, sia sempre possibile riprendersi dagli scherzi del destino e dai tiri mancini che la vita sistema sul percorso.

Un disco palpitante che ci riporta i Great White ai massimi livelli consentiti, ponendosi sin da ora, come uno dei più autorevoli candidati alla palma di album hard rock dell’anno.

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Tracklist:

01. Situation
02. All Or Nothin’
03. I Don’t Mind
04. Shine
05. Loveless
06. Is It Enough
07. Last Chance
08. Danger Zone
09. Down On The Level
10. Only You Can Do
11. My Sanctuary
12. Let’s Spend The Night Together

Line Up:

Jack Russell – Voce
Mark Kendall – Chitarra
Michael Lardie – Chitarra / Tastiere / Armonica / Percussioni / Back. Vocals
Audie Desbrow – Batteria
Scott Snyder – Basso

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