Recensione: Rude Rebel Brotherhood

Di Nicola Furlan - 22 Novembre 2009 - 0:00
Rude Rebel Brotherhood
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Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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78

Il 2008 può rappresentare l’anno del nuovo corso per i thrasher nostrani Merendine Atomiche. Locomotive Records, terza label della loro ultradecennale carriera, ha deciso di puntare sul nuovo studio album intitolato “Rude Rebel Brotherhood“. Cambiare tre case discografiche in sei anni dà un po’ da pensare. Scarsa qualità compositiva? Bassi dati di vendita? Incapacità di sapersi relazionare con il music business? Poca professionalità? Nulla di tutto questo. Forse solo un po’ di sfortuna e, non ultima, la mancanza di quel briciolo di personalità che permetta di far spiccare il volo al songwriting. Al lato pratico l’attuale label può rappresentare, nel bene o nel male, l’ultima chance di un gruppo alla costante ricerca di quella tranquillità che consente di investire sul progetto un po’ più a lungo termine. Beh, a conti fatti, la nuova etichetta discografica non ci ha visto male.

Con il precedente studio album intitolato “Raw“, i nostri ci hanno servito un piatto improponibile, privo di gusto, a tratti pesante da digerire. Un disco che ha lasciato tutti un po’ interdetti se confrontato con il promettente esordio del 2003, “Walk Across Fire“. Già al tempo influenzati dai Pantera, anche oggi come allora, il quintetto ha ripescato certe soluzioni compositive tanto in voga a inizio anni novanta, quando il terreno americano era al massimo della fertilità in campo post-thrash. Ma qui non c’è solo post-thrash. La prima sostanziale differenza è la presenza rarefatta (per fortuna!) di quei sapori dolciastri nu-oriented che hanno caratterizzato molti refrain di “Raw“. Per l’occasione vengono sostituiti da ritornelli più rudi e maturi, dal gusto hard rock. A questo punto la memoria attenta avrà già brillato: tale modo di operare è stato l’escamotage a cui alcune importanti band fecero ricorso, a metà anni novanta, per contrastare la discesa sul mercato di Exhorder, Machine Head, Pantera e compagnia bella. Oggi non siamo di fronte alla saturazione del mercato, né si sente la necessità di sperimentare per sopravvivere. Siamo invece di fronte a un panorama che regala la libertà di poter osare senza pressioni di alcun genere. Le Merendine Atomiche hanno fatto la loro scelta. Una scelta che, se si rivelerà vincente, saprà regalare un sacco di soddisfazioni.
Ecco allora il loro nuovo sound: arcigno e deciso nell’incedere! Il songwriting è pregno di hard rock convincente e immediato e si sposa alla perfezione al post-thrash da sempre caro alla band. Ed è proprio grazie alle cadenze hard che le canzoni riescono finalmente a esprimere la potenza celata nelle intenzioni di questi cinque ragazzi: un gruppo alla costante ricerca del gusto melodico come del groove più impattante. Si prendano ad esempio tre pezzi significativi dei dieci che compongono il set, ovvero Hope, The Rise Of The Lion e Just For Us: sintesi musicale di quanto appena esposto e perfetto connubio tra i due generi. Più che buona la produzione: il CD è stato registrato nei trevigiani New Sin Studios sotto la supervisione di Luigi Stefanini e di Chris Caffery, che i più ricorderanno alle sei corde dei Savatage, dei Trans-Siberian Orchestra e sul palco con John West. Non l’ultimo arrivato quindi. Il contributo in termini di esperienza e cura per i particolari ha dato i frutti sperati: tutto suona alla grande, sia la qualità dei suoni, sia i volumi.

Possiamo esser orgogliosi di questa band perché un ritorno così convincente sulla scena del mercato thrash underground era davvero inaspettato. Cosa più importante: “Rude Rebel Brotherhood” riscatta una band che sembrava affondare nell’impersonalità e nella scontatezza compositiva di un capitolo appena sufficiente e scontato come “Raw“. È inoltre ipotizzabile che questo nuovo prodotto permetterà a Luca Zandarin e compagni di contrattare ben più di un’ordinaria apparizione da opener band nei soliti festival esivi…o perlomeno è ciò che ci auguriamo! Se è vero che la fortuna arride agli audaci, questa potrebbe essere la volta buona.

Nicola Furlan

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Tracklist:
01 Helmet  * MySpace *            
02 Hope  * MySpace *            
03 Rude Rebel Brotherhood * MySpace *       
04 Ignorance  * MySpace *             
05 Captain Venice        
06 Summer Meal        
07 The Rise Of The Lion  * MySpace *            
08 Just For Us  * MySpace *             
09 No I Can’t        
10 Burnt

Line-up:
Luca Zandarin: Vocals
David Bisson: Lead Guitar
Luca Securo: Rhythm Guitar
Dario Bianchi: Bass
Luca Cerardi: Drums

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