Recensione: Sagor I Natten Ep
Nachtzeit è lo sguardo fisso al gelo su cui ci affacciamo ogni giorno, l’indifferenza che soffia e dalla quale idealmente ci isoliamo con le note di “Sagor I Natten”. Parliamo di musica, di un Ep che ci risulta essere il secondo lavoro in studio di questo progetto che vede un unico interprete, il cui nome dà anche il monicker alla “band”.
L’artista è anche attivo nei Lustre, anche lì unico strumentista, in un contesto però più atmosferico, ma pur sempre molto cupo. Parliamo di un sound primordiale, di chiaro stampo old school black metal. Suoni distorti e continui, manto nevoso che non lascia spazio a sperimentazioni o divagazione alcuna. Nessun virtuosismo, semplici suoni il cui sibilo ci racconta sofferenza senza tregua. Quattro brani non sono molti ed al di là di queste poche considerazioni si fa fatica ad andare, se non altro perché poi tutto è decisamente allineato alla scuola scandinava, pedissequamente seguendo i comandamenti del filone.
Considerato che ci troviamo di fronte ad una realtà dai connotati underground, tutto resta nella norma, attendendo però un’uscita più corposa. Non pensiamo minimamente che Nachtzeit voglia rivoluzionare qualcosa, però se tutto rimarrà così faremo fatica a trovar ragione alcuna per consigliarvi l’ascolto. Riconosciamo indubbiamente coerenza e fedeltà al black più intransigente, ma oltre a questo, nulla più davvero.
Stefano “Thiess” Santamaria