Recensione: Schwarz Verhüllt

Di Daniele Balestrieri - 9 Gennaio 2012 - 0:00
Schwarz Verhüllt
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
60

Lo so. Il primo postulato di una band che intende sfondare nel mondo della musica dovrebbe essere quello di dotarsi di un nome catchy e facile da ricordare. La maggior parte dei gruppi ha aderito a questa tacita regola, mentre altri se ne sono allegramente fregati e sono andati a cercare le dissonanze più terrificanti come gli Anaal Nathrakh oppure un raggruppamento di consonanti talmente esteso da doverne spiegare la pronuncia sul titolo del primo album.
Anche se la parola Slartibartfass evoca lontane eco nordiche ed epiche, la sua origine è invece da ascrivere al noto romanzo umoristico “Guida galattica per gli autostoppisti”, in cui Slartibartfast (con la t finale) era un vecchio creatore di pianeti la cui specialità era modellare le zone costiere e che vinse un premio per aver costruito con tanta maestria i fiordi della Norvegia. Si torna sempre lì insomma, o qui, ma i nostri sei musicisti di Ulm ci tengono a far sapere che non sono l’ennesima band copycat di epic-viking germanico. E tutto sommato tanto torto non ne hanno, anche se di acqua sotto i ponti ne deve ancora passare.

L’approccio è infatti più consono a una corrente pagan più malinconica, a cavallo tra il gothic e il depressive, non senza improvvisi sbalzi di umore verso il tumulto irriverente del folk celtico (ben cesellato dalle cornamuse di Jessica Bulling, unico membro femminile della band) e verso melodie più orecchiabili tipiche dell’heavy metal.
Guardacaso, il volto più malinconico è contestualmente quello più privo di mordente, mentre è nel folk e nell’heavy che la band inizia a elevarsi dalla media, pur avento ancora molta strada dinnanzi a sé.
Jessica Bulling si cimenta anche in alcune parti parlate, come nell’intro “Kapitel I: Sehnsucht (Daemmerung in verschneitem Wald)“, dove cede alla tentazione di recitare la parte di “fattucchiera isterica che vomita anatemi” tanto cara a una moltitudine di gruppi goth-depressive di estrazione europea.

Come l’intro, così alcune tracce risultano leggermente indigeste per l’eccessiva durata e la povertà di idee. Spiccano nel prolisso fiume di mid-tempo e sfuriate semi-black un paio di perle come per esempio “Kapitel V: Erhabenheit (Die Koenigin dem Grab entsteigt)“, pregiato manuale di come dovrebbe essere suonato un buon heavy metal (si sentono perfino opachi rimandi ai maiden!) inframezzato da strumenti meno canonici come assoli di violino, purtroppo molto brevi, e di pianoforte.
A metà strada tra l’ estremo e il manieristico, “Schwarz Verhüllt” è una specie di “sondaggio di mercato”, più che un album suonato interamente con il cuore. Lo scream sporco e ruvido di Philipp Bulling (il cognome è sospetto) riesce solo parzialmente a convogliare i sentimenti necessari a scatenare il concept oscuro nascosto nei sei capitoli dell’album e le chitarre di tanto in tanto sembrano essere coperte da un basso un po’ troppo in forma e da tastiere a tratti fin troppo progressiv-virtuose da risultare di facile digestione.
Insomma, non si capisce bene da dove vengano ma soprattutto dove vogliano arrivare.
Personalmente ho preferito di più il loro precedente “Funkenfeuer”, meno sperimentale ma più solido in termini di architetture melodiche e di coesione generale. Non sono esattamente gli ultimi arrivati: che ci crediate o no, nell’ambiente del pagan sono abbastanza conosciuti e probabilmente avranno ancora molto da raccontare.

Non sarebbe onesto consigliare di spendere 15 euro per un album i cui pregi sono bilanciati da altrettanti difetti, tuttavia chi ha voglia di sentire come possono essere usati tanti strumenti classici in modi talvolta interessanti potrebbe anche dargli una chance, a patto di ignorare il 60% circa della produzione folk-pagan-dark-goth che affolla il mercato da ormai 20 anni a questa parte.

Daniele “Fenrir” Balestrieri

Discutine sul forum dedicato al genere!

TRACKLIST:

1.Prolog
2.Kapitel I: Sehnsucht (Daemmerung in verschneitem Wald)
3.Kapitel II: Liebe (Vollmondnacht)
4.Kapitel III: Trauer (Als das Glueck noch Zukunft hiess)
5.Kapitel IV: Angst (Der Morgen graut am Horizont)
6.Kapitel V: Erhabenheit (Die Koenigin dem Grab entsteigt)
7.Kapitel VI: Melancholie (Tagtraum)

Ultimi album di Slartibartfass