Recensione: Scratch’n Sniff

Di Mauro Gelsomini - 9 Giugno 2005 - 0:00
Scratch’n Sniff
Band: Fate
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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62

Prosegue la serie di reissue targate MTM Classix, la nuova divisione dell’etichetta tedesca dedita alla riscoperta di rarità cult dell’AOR e dell’Hard Rock, e dopo la recente pubblicazione del capolavoro dei Fate, A Matter Of Attitude, è la volta di questo Scratch’n Sniff, uscito per la prima volta nel 1990.

A cinque anni dall’omonimo debut molte cose erano cambiate in casa Fate: Hank Sherman (Mercyful Fate), founder della band, aveva lasciato il bassista/tastierista Pete Steiner, il cantante Jeff Lox Limbo e il batterista Bob Lance subito dopo la release sopra menzionata per entrare nella heavy band Lavinia. Steiner si sistemava stabilmente al basso, reclutando un tastierista fisso, Floyd Lafayette, mentre Shermann veniva sostituito da Mysterious Mr. Moth (che qualcuno conoscerà per una collaborazione con i Blind Guardian). La band registrava con questa formazione “Cruisin’ For A Bruisin'”, un vero flop commerciale e compositivo, che induceva Limbo e Moth a mollare.
Steiner e Holm non si danno per vinti e reclutano Per Enriksen (Crystal Knight, Dorian Gray, Evil, Lavinia, Palladion) alla voce e lo svedese Matthias Eklundh (Frozen Eyes) alla chitarra.

Nella nuova veste i Fate sembrano aver ritrovato la nuova linfa, ma soprattutto l’energia e la freschezza compositiva necessarie per riaffacciarsi su un panorama già di per sé in crisi, grazie anche al produttore Tommy Hansen che sceglie un audace suono old-fashioned per la chitarra di Eklundh.
Tuttavia la mancanza di un songwriter come Shermann è pressoché incolmabile, e il nuovo materiale ne risente molto, faticando presto a trovare gli hook giusti: i primi brani lasciano ben sperare, addirittura il trittico iniziale è stellare, con un guitar-work degno di Shermann, e anche la ballad “Freedom” è ben congegnata… Insomma tutto lascia intendere che si tratti di un altro masterpiece, ma ben presto la delusione prende il sopravvento. Infatti dopo la strumentale “The Whalesong” i Fate si incartano, provano a ripetere soluzioni già impacchettate ma stentano a trovare un filo logico, e sebbene la voce di Per non faccia rimpiangere il buon Limbo, la qualità scema vertiginosamente, con gli unici picchi rappresentati da un buon refrain in “Larry” e l’up-tempo ben tirato di “Good Times Coming”.
Velo pietoso per le due bonus, “Just A Stranger” e “Don’t Do Drugs”, lontane anni luce da quella che per chi scrive è la composizione dei Fate.

In conclusione, consiglierei l’acquisto ai collezionisti e ai fan della band danese, trattandosi comunque di un valido esempio di melodic rock scandinavo, ma che deve essere tenuto a debita distanza da quel capolavoro che risponde al nome di Matter Of Attitude.

Tracklist:

  1. Gotta Have It All
  2. You’re The Best
  3. Walk On Fire
  4. Freedom
  5. Won’t Let You Down
  6. The Whalesong
  7. Larry
  8. Good Times Coming
  9. One By One
  10. Surgeon In Love
  11. Wanny be Your Lover
  12. Think For Yourself
  13. Just A Stranger (bonus track)
  14. Don’t Do Drugs (bonus track)

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