Recensione: Scream!

Di Matteo Lavazza - 16 Gennaio 2005 - 0:00
Scream!
Band: Rapid Fire
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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72

Esordio discografico per i milanesi Rapid Fire, autori di un Heavy/Power di impostazione molto classica.
L’apertura del disco è affidata a “Mirage”, introdotta da un energico riff la canzone lascia poi spazio a ritmiche sempre potenti accompagnate da melodie vocali forse fin troppo “soft”, difetto questo che ho riscontrato in quasi tutti i pezzi del disco. L’impostazione generale della canzone mi ha riportato alla mente certe cose dei teutonici Scanner, nel periodo “Mental Reservation”, anche se un briciolo in più di aggressività avrebbe a mio parere decisamente giovato al brano.
La seguente “Stranger” prosegue sulla falsariga del pezzo precedente, cioè ritmi non troppo veloci e una buona atmosfera di fondo, il tutto condito da arrangiamenti di prim’ordine; e sono proprio gli arrangiamenti l’arma in più dei Rapid Fire, sempre molto curati e soprattutto ben studiati.
Con “Fast Like the Fire” i ritmi aumentano sensibilmente di velocità, come il titolo può già far intuire, in un brano che, soprattutto nel riff portante, ricorda parecchio i Running Wild, influenza che torna a far capolino, in maniera piuttosto decisa peraltro, anche nella strumentale “Dancing in the Pain”.
Davvero molto bella risulta “Wild Obsession”, tipica cavalcata Metal anni ’80, davvero molto coinvolgente, che ha il pregio di non risultare banale nonostante la struttura non propriamente originale, peccato solo che a mio parere, ancora una volta, le linee vocali del ritornello siano addirittura troppo melodiche e poco aggressive.
Dell’ottimo Metal classico si può ascoltare anche su “Restless Soul”, brano in cui le chiare influenze della band di Rock n’ Rolf vengono sapientemente miscelate ad un tocco personale che dona al brano una buona personalità, “Coming Hope”, che ha la sua arma vincente nell’ottimo lavoro delle chitarre suonate da Yuri Fiorani e Marco Poliani, davvero belli i vari cambi di tempo che donano varietà al brano, senza che questo vada ad influire sulla fluidità della musica, e su “Perfect World”, costruita attorno ad un riff  “arabeggiante” davvero molto intrigante, così come davvero molto ben studiato è il ritornello, in cui sulla linea vocale principale, al solito molto melodica ma che qui va ad intaccare molto meno del solito l’impatto del brano, si inseriscono delle voci possenti di sottofondo.
Nota a parte per “Wake Up!”, power ballad davvero molto ben studiata, ed è soprattutto in un brano di questo genere che emerge la bravura del gruppo ad arrangiare una canzone, infatti il pezzo in questione, pur partendo da basi già abusate, riesce a svilupparsi in maniera tale da dare delle scosse all’ascoltatore.
Da segnalare infine anche la cover di “Crazy Doctor” dei giapponesi Loudness, resa piuttosto bene ed in maniera piuttosto fedele all’originale dal gruppo.
I suoni del disco proprio non mi sono piaciuti, la batteria è troppo in secondo piano, soprattutto la cassa, ed in generale sono i suoni bassi a non riuscire ad emergere, col risultato che un po’ tutte le canzoni perdono d’impatto, cosa piuttosto grave per un gruppo di questo genere.
Tecnicamente la band mi è parsa piuttosto preparata, anche se bisogna ammettere che non ci sono parti particolarmente complicate, tutti i musicisti paiono pensare più a fare quello che serve ad un brano piuttosto che a cercare degli, a volte inutili, svolazzi solisti.
Questo esordio dei Rapid Fire è un buonissimo album, d’ora in avanti la band dovrà cercare di staccarsi in misura ancora maggiore da quelle che sono le sue influenze, come ho detto su tutti ci sono i Running Wild, e dovrebbe soprattutto cercare dele soluzioni vocali forse un po’ meno melodiche e più aggressive, cosa che, ovviamente a mio parere, gioverebbe molto all’impatto generale della loro musica. Già così comunque fa piacere notare come la scena Metal italiana possa mettere in luce gruppi sicuramente dotati dal punto di vista del songwriting come i Rapid Fire.

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Anno: 2004
72