Recensione: Seeds Of Decay

Di Daniele D'Adamo - 8 Luglio 2015 - 21:54
Seeds Of Decay
Band: Kaos Vortex
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2015
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
48

Da poco sulla scena (2011), i tedeschi Kaos Vortex giungono al debutto discografico dopo la pubblicazione di un EP (“Dehumanized”, 2013) e uno split (“Elemental Nightmares – V”, 2014) con Will Of The Ancients, Stortregn ed Eternal Storm.

“Seeds Of Decay”, questo il titolo dell’album, rappresenta il primo passo di progetto serio, perlomeno a leggere le parole della band e a osservare che a missare e masterizzare è stato Ronnie Björnström (Aeon, Meshuggah).  

Con una premessa del genere, è quasi scontato rilevare che il sound dei Kaos Vortex fa quasi impressione, per essere quello concernente una formazione debuttante. Potenza, profondità, ordine e pulizia sono aggettivi irrinunciabili a scriversi, riferendosi a ciò che esce dagli altoparlanti non appena messa su l’opener “No Future For Your Past”. Davvero una prestazione dall’alta professionalità, esemplificativa di come siano lontani i tempi in cui le formazioni alle prime armi suonavano nei garage, producendo demo tanto ‘inascoltabili’ quanto rigurgitanti pathos.

Purtroppo per i Nostri, le note liete si fermano qui. Passando al versante meramente artistico, difatti, si entra in una dimensione profondamente limitata in tutte le direzioni, tinta di grigio. Non tanto per il mood che, bene o male, riprende tale tonalità di colore per intingerne le varie song. Quando per la terribile mancanza d’idee che timbra a fuoco “Seeds Of Decay”.

Una carenza che si riflette sia nello stile, sia nelle canzoni. Nello stile, poiché il platter ‘suona’ come centinaia e centinaia di altri prodotti similari, sull’onda di un death metal piuttosto classico, scolastico all’inverosimile nell’iterazione monotòna dei suoi stilemi di base. Peraltro con la presenza di Fredrik Huldtgren, di origini svedesi – con susseguente presunzione di alta qualità a prescindere – che, con il suo semi-growling totalmente monocorde, non nobilita per niente il potenziale tecnico/artistico del quintetto di Krefeld. Anzi. Contribuendo fattivamente al senso di noia che, via via, come una lattiginosa cortina fumogena, mortifica l’ascoltatore coraggiosamente desideroso di voler ripetere gli ascolti. Nemmeno una certa polivalenza ritmica del drumming riesce a pompare un po’ di verve nelle vene di “Seeds Of Decay”, intrappolato – nonostante qualche blast-beast qua e là – in un sempiterno mid-tempo che nulla attiva, a livello celebrale. Le chitarre, infine, di chiara estrazione thrash, non riescono a tirar fuori dal cilindro un riff che resti nella memoria, anche per poco.

“Seeds Of Decay”, insomma, è l’ennesimo lavoro giunto nella folta schiera delle produzioni ufficiali senza che, tirando le somme da tutti i lati, i Kaos Vortex l’abbiamo meritato. Un merito che spetterebbe a ben altre opere che, da che mondo è mondo, si fermano, spariscono, muoiono. Lasciando ad altri, si fa per dire, le luci della ribalta. 

Daniele “dani66” D’Adamo

Ultimi album di Kaos Vortex

Band: Kaos Vortex
Genere: Death 
Anno: 2015
48