Recensione: Sense The Darkness

Di Daniele D'Adamo - 23 Settembre 2012 - 0:00
Sense The Darkness
Band: Illdisposed
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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77

Ventidue anni passati a gorgogliare a tutta forza in un microfono non sono pochi. Anzi, tenuto conto dell’usura che deriva dall’essere un ‘subwoofer umano’, si può dire che la longevità di Bo Summer, membro fondatore degli Illdisposed, sia un dono raro e prezioso. Dato atto soprattutto che nel dodicesimo album in studio della sua band, “Sense The Darkness”, il Nostro non si risparmia nemmeno per un secondo. Sciorinando per tutti i cinquantatré minuti di durata del platter il suo caratteristico growling dalle tonalità super-basse, possente e stentoreo come se il tempo non fosse mai passato nella sua gola e nelle sue corde vocali.   

La predilezione per la parte inferiore dello spettro acustico percepibile dall’essere umano non è però solo una sua peculiarità. Tutto, difatti, sembra costruito apposta per fare del sound dei danesi una vera e propria onda sonora ipo-barica. Il basso di Jonas “Kloge” Mikkelsen, per esempio, è un vero tormento per le budella, che sono premute e percosse di continuo; così come i giganteschi riff ribassati prodotti dalle asce di Jakob “Batten” Hansen e Ken Holst. Nondimeno, il drumming di Thomas “Muskelbux” Jensen, assestato su dei poderosi mid e up-tempo, basa molto del suo aspetto sull’uso della doppia cassa, sì da rendere il tutto davvero massiccio come le Montagne Rocciose. Operazione, occorre evidenziarlo, cui mette il suggello il leggendario ingegnere del suono Tue Madsen con la sua produzione in pratica perfetta e totalmente azzeccata per lo scopo.   

Se, tutto sommato, con questo “Sense The Darkness” gli Illdisposed accentuano e perfezionano la filosofia musicale ‘del subwoofer’ che ha comunque alimentato l’anima dei lavori precedenti, si può anche rilevare che, rispetto all’ultimo di questi, “There Is Light (But It’s Not For Me)” (2011), un cambiamento stilistico c’è stato. Ora, se da qualche parte si può leggere addirittura di ‘modern thrash’, quello che combinano i cinque di Aarhus nel disco è una manifestazione, semmai, di death metal, moderno. Abbandonate completamente certe sperimentazioni cyber e i relativi inserimenti di tastiera, Summer e compagni sciorinano una ciclopica proposta death, dura, riottosa, amelodica. Tanto brutale quanto ricca di groove, tale pertanto da richiamare sì il groove metal o post-thrash, appunto, ma abbarbicata tenacemente agli stilemi di base che hanno reso il death il genere forse più popolare e, assieme, più aggressivo e rabbioso del metal.     

In sintonia con quanto appena descritto, l’assimilazione di “Sense The Darkness” si rivela un’impresa abbastanza complicata, poiché l’asserita sterzata stilistica più sopra menzionata ha condotto l’ensemble a comporre tredici canzoni terribilmente compatte, dal gravame quasi insostenibile. Non appena si parte con la title-track/opener, la pressione acustica diventa subito difficile da contrastare, tanto che lo stordimento che ne deriva impedisce quasi di vedere, in lontananza, l’immane muraglione di suono che il gruppo è riuscito a tirare su. Ci sono degli episodi scanditi da alti numeri di BTM come la violentissima “I Am Possessed” o “She’s Undressed”, esempio calzante di death metal adulto e al passo con i tempi. Tuttavia, sono le song come “Never Compromise” a marchiare a fuoco il CD. Song annichilenti per la loro forza propulsiva, lenta e sinuosa, che avvolge e stringe la mente, stordendola per intensità. Questa peculiarità, che teoricamente sarebbe il fulcro sul quale ruota il disco, in pratica – senz’altro – raggiunge il suo scopo. Al contempo, essa rende il tutto un po’ uniforme, intrappolando la creatività in una continuità stilistica encomiabile ma priva di sostanziali sorprese.  

Forse “Sense The Darkness” non è il miglior lavoro degli Illdisposed, ma si può affermare che sia quello più coerente con se stesso e con l’attuale modus operandi di Summer e soci. Se alla lunga si può provare dell’affaticamento, percorrendo la lunga via da “Sense The Darkness” a “Desire”, si può trovare sollievo nella constatazione che, nel metal estremo, ci siano dei musicisti capaci di mettersi in gioco e di tentare delle strade diverse dalle solite, così da stimolare se stessi e il mondo degli appassionati.  

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Sense The Darkness 5:03     
2. Eyes Popping Out 4:03
3. Time To Dominate 4:26
4. Never Compromise 3:52
5. Stop Running 4:00
6. I Am Possessed 3:36
7. Too Blind To See 4:05
8. The Poison 4:01
9. Another Kingdom Dead 3:48
10. She’s Undressed 4:20
11. We Do This Alone 4:12     
12. War *bonus track digipak 4:13
13. Desire *bonus track digipak 4:07

Durata 53 min.

Formazione:
Bo Summer – Voce
Jakob “Batten” Hansen – Chitarra
Ken Holst – Chitarra
Jonas “Kloge” Mikkelsen – Basso
Thomas “Muskelbux” Jensen – Batteria
 

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