Recensione: Serenity

Di Gaetano Loffredo - 25 Aprile 2007 - 0:00
Serenity
Band: Kotipelto
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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72

In attesa del nuovo lavoro in studio degli Stratovarius, Timo Kotipelto raccoglie le idee e le energie conservate negli ultimi anni e ci presenta la sua terza creatura solista: Serenity. Che sia un titolo ispirato dalla ritrovata “serenità” con Timo Tolkki?
Il cantante finlandese consegna il suo disco più diretto e maturo, optando per soluzioni melodiche raffinate e scegliendo una gamma-suoni sempre più all’avanguardia.

Ci eravamo lasciati con Coldness (2004), chiara evoluzione del concetto di power metal melodico espresso col debutto intitolato Waiting For The Dawn (2002), genere ora alimentato da influenze di natura classica; heavy, power e rock tutti insieme appassionatamente: la ricetta produce i frutti desiderati.

La chitarra di Tuomas Wainölä è diventata lo strumento portante di composizioni che devono molto all’hard rock europeo, il basso di Lauri Porra si distingue per la pulizia del suono, le tastiere di Janne Warman assumono un ruolo molto meno invadente e la batteria di Mirka Rantanen si adegua ad uno spartito ragionato, disossato, essenziale ma non per questo inefficiente.
L’abilità compositiva di Timo, che mantiene Serenity ben lungi dall’essere un album manierista, è evidente proprio nel suo snodarsi attraverso una vorticosa altalena di accelerazioni e decelerazioni di ritmi e toni, che ne fanno un complesso omogeneo e coeso.
Da qui la voce del frontman, cristallina, incalzata da un sound di carta vetrata quasi mai di reminiscenza Stratovarius e che, tuttavia, non dimentica le atmosfere prettamente finniche, sospese tra l’algido e il romantico.

L’album alterna momenti in linea con le prime due produzioni, l’opener Once Upon A Time ne è un fulgido esempio, ad altri decisamente meno convenzionali.
Timo mette a segno due colpi vincenti con Sleep Well e Serenity, non particolarmente veloci ma potenti e dotate di una ritmica importante oltre che di una spiccata melodia.
La relativa facilità di ascolto è prova di una consapevolezza strumentale che rende i musicisti coinvolti sicuri del fatto loro; sorprende più di una volta lo stesso Wainölä, autore di ottimi assoli di chitarra elettrica che dimostrano una certa padronanza dello strumento.

Non è tutto. Le carte vengono rimescolate di brano in brano, se King Anti-Midas e Angels Will Cry offrono spunti di richiamo dei gloriosi fasti di un tempo; l’enfasi per la ricerca armonica si concretizza con l’inedita Last Defender, atipica suite impostata su ritmi medio/bassi. Deliziosa l’unica ballata presente, After The Rain, eccezionale Mr. Know-It-All, brano a metà tra up e mid-tempo sostenuto da un ritornello che gli Stratovarius dell’ultimo disco, spiace ammetterlo, si sognano.

Timo Kotipelto ha lavorato molto bene. Serenity, pur non possedendo elementi di profonda innovazione, ha il merito di promuovere, grazie ad un innegabile gusto ed equilibrio, melodie seducenti e suoni pesanti, superando qualitativamente i lavori che lo hanno preceduto. Il disco è disponibile anche nella versione limitata in digipack contenente una traccia bonus ed un videoclip: non fatevela scappare.

Gaetano Loffredo
 

Tracklist:
1.Once Upon A Time
2.Sleep Well
3.Serenity
4.City Of Mysteries
5.King Anti-Midas
6.Angels Will Cry
7.After The Rain
8.Mr. Know-It-All
9.Dreams And Reality
10.Last Defender

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