Recensione: Servant of God

Di Nicola Furlan - 24 Giugno 2009 - 0:00
Servant of God
Band: Kernel
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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75

La florida scena thrash metal nostrana si arricchisce di un nuovo e interessante capitolo discografico. Si tratta di “Servant of God” dei lombardi Kernel, band nata nel 2000 per volontà del chitarrista Claudio Rampinini. Dopo una serie di avvicendamenti la formazione trova stabilità solo nel 2008: in questi otto anni, seppure fra tante vicessitudine, ha preso forma una realtà musicale efficace e in grado di  ritagliarsi il proprio spazio nella scena attuale.

Dopo tre promo CD, usciti nel 2002, 2005 e 2006, ecco quindi il debutto ufficiale: “Servant of God”, un full-length di puro thrash come non se ne sentiva da tempo in Italia, diretto e privo di fronzoli (alla tedesca per intendersi), che non snobba il flavour del thrashcore newyorkese. Si passa da groove decisamente arcigni a stacchi quasi post-thrash, da accelerazioni raffinate e ben arrangiate a riffing in cui a farla da padrone è la schietta attitudine tanto cara alla old-school teutonica di Sodom e Kreator. Il tutto permeato dalla componente –core, marchio di fabbrica di  Anthrax e OverKill (e non sono in pochi attualmente a rifarsi a quanto prodotto dal combo capitanato da Blitz).
Una cosa è certa: questo platter farà la felicità degli ascoltatori più avezzi all’impatto ritmico di una batteria martellante e  alla furia di un guitar work tagliente: insomma, una vera chicca per coloro che da sempre hanno amato l’impetuosità della musica. Non si pensi però ad un thrash metal tirato dal primo all’ultimo secondo, bensì a canzoni in grado enfatizzare tanto le accelerazioni quanto i mid tempo. Menzione a parte per le sezioni soliste firmate Claudio Rampinini, vere punte di qualità dell’intero prodotto, valorizzate ulteriormente dal cantanto in scream di Ivan Ciavarella, che appare l’elemento più adatto a rafforzare questo tipo di sound. La produzione, avvenuta sotto la supervisione di Luca Minieri (Illogicist), è azzeccata, il missaggio è di ottimo livello e si gode inoltre di una limpidezza di toni ben superiore agli standard del genere. Quello che verrebbe da consigliare è la ricerca di una maggiore ‘sensibilità armonica’ che porti a sviluppare ritornelli in grado di entrare in mente fin da subito, puntando  un po’ meno su certe sonorità introspettive (che a volte possono apparire pesanti) e orientarsi sull’uso esclusivo della lingua inglese, strizzando un po’ più l’occhio alla melodia dei refrain.

In definitiva, “Servant of God”, oltre ad esser un più che discreto esordio, dimostra quanto sia valida la scena thrash nostrana che, se rapportata al panorama europeo, non ha nulla da invidiare a gruppi ben più blasonati. Assieme ad Ancient Dome, Enemynside, Subliminal Cruscher, Devastator, Ground Control e Methedras, i Kernel sono una delle più intriganti band che il suolo italiano sia in grado di candidare al grande pubblico…e possiamo andarne davvero molto fieri. Avanti così!

Nicola Furlan

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Tracklist:
01 Child  
02 Falsi Liberi  
03 Servant Of God  
04 Back To The Violence  
05 Burn World  
06 Charity  
07 Rebel Yourself  
08 Il Mio Destino   
09 Rage And Destroy 

Line-up:
Ivan Ciavarella: voce
Claudio Rampinini: chitarra
Paolo Migliore: basso
Daniel Martini: batteria

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