Recensione: Seven Seals

Di Paolo Beretta - 2 Novembre 2005 - 0:00
Seven Seals
Band: Primal Fear
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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84

Se c’è una band per la quale non ho mai provato un grande appeal questi sono proprio i Primal Fear. L’indifferenza quasi totale al loro sound si è trasformata in vero e proprio astio quando i mitici Rage fecero uscire quel gran lavoro che risponde al nome di Soundchaser. Per un errore contrattuale Peavy & Co. finirono per essere il gruppo spalla della “paura primitiva”: a mio parere una bestemmia!! Non ho mai discusso le doti tecniche dei Primal Fear ma una copia dei Judas Priest con qualche spruzzatina di Power Metal non è in cima ai miei interessi musicali. Sentire poi un’ugola cristallina naturale come quella di Ralph Scheepers limitarsi a cercare di imitare Rob Halford è per un fan dei Gamma Ray, quale sono, una fitta al cuore. La discografia dei Primal Fear la trovo quadrata, tosta, ma  piatta e terribilmente pericolante se esposta a lunghi passaggi nel lettore. Dopo aver comprato Black Sun decisi di chiudere definitivamente i ponti con il combo teutonico ed avevo intenzione di tenermi ben lontano anche dal fiammante settimo sigillo. Inaspettatamente, per una serie di fortunati eventi che non è necessario approfondire, sono stato “costretto” a riaprire un capitolo che consideravo chiuso e a scrivere quanto segue.

Finalmente i Primal Fear dibattuti tra l’Heavy britannico ed il Power tedesco hanno virato in favore di quest’ultimo togliendosi da una posizione intermedia poco commerciale nel senso positivo del termine. Entrando nel dettaglio, canzoni come All For One non sono comuni. Un arpeggio tiene in sospeso il pezzo per un minuto prima dell’arrivo di un riff selvaggio sul quale si staglia un acuto di quasi 10 secondi. Mentre un tempo i membri della band avrebbero continuato a pestare come dei forsennati, questa volta i nostri introducono la melodia mantenendo il sound dannatamente coinvolgente. Le strofe ti caricano oltremodo prima del bridge unito, in modo impeccabile, con un refrain  arioso e memorabile. Power Metal di suprema fattura che non si spegne nemmeno nel lungo passaggio intermedio nel quale batteria e chitarre si alternano prima di tornare al punto di partenza. All For One per nostra fortuna non è un fatto isolato e, anche se rappresenta a mio parere il punto più alto del cd, è ben accompagnato da Diabolous. In questa track i nostri si cimentano in un grande mid tempo triste caratterizzato da atmosfere cupe che si mantengono tali nel coro, lungo e complesso, che esalta al massimo la voce di Scheepers. Interessante e positivo l’inusuale apporto delle Keyboards le quali sottolineano le grigi melodie del brano; ad animare il pezzo, invece, ci pensano un parlato, un assolo ed un’accelerazione. Se vi aggradano canzoni più corte, dirette e “facili” (le cosiddette Hit) allora miei cari lettori non potete esimerVi dall’ascoltare una song come l’opener intitolata Demons And Angels. Verrete catapultati in up tempo in crescendo, al limite con lo speed, che coniuga le tastiere con le chitarre per un Power di buon livello. Più massiccia e semplice la successiva Rollercoaster che considero come il vero e proprio singolo del cd per la spendibilità pressoché assoluta. The Immortal Ones dopo un intro serrato al limite con il Thrash si scioglie tra solos e melodie che non lasciano scampo tanto sono facili da tenere a mente. Il prodotto propone anche un lento e un ballad. La Title Track è il tripudio degli elementi orchestrali che si uniscono con un metal, mai eccessivo, dalle tinte tristi arricchito dall’ugola di Ralph. Il singer è l’assoluto protagonista anche della conclusiva In Memory. Un dolce cullare prima, un crescendo giustamente melenso e pomposo poi, per un pezzo di livello che mostra il lato più delicato della formazione. Question Of Honour è una cover dei Sinner (1998) riproposta in quanto considerata poco conosciuta dai più giovani; in effetti la cavalcata è piacevole e incalzante. E i vecchi Primal Fear dove sono finiti, direte voi? Quelli incazzati, duri, puri e cattivi che non lasciano spazio a null’altro che ad un metal arcigno con l’aggiunta della voce Halfordiana, dove sono? Non preoccupatevi, li ritroviamo puntualmente nella serratissima Evil Spell e nella più cadenzata ed oscura Carniwar dall’impatto davvero notevole.

Siamo giunti al capolinea ed è tempo di mettere un po’ di ordine. Rileggendo il cappello introduttivo mi rendo conto che molti di Voi potrebbero interpretare Seven Seals come una sorta di rivoluzione sonora. Sbagliereste! I Primal Fear in questo lavoro non si sono inventati assolutamente nulla. Molto semplicemente, se un tempo gli ultimi brani appena descritti (Carniwar e Evil Speed) erano la regola a dispetto di quelli più studiati, adesso le parti si sono magicamente invertite. Oltre a questo bisogna dare atto ai teutonici di avere trovato nel songwriting, dal grande livello complessivo, 2/3 assi e di avere deciso di dare più spazio all’ugola di Scheepers che non è più rinchiusa in uno sterile tentativo di imitazione ma che, per buona parte del disco, ci diletta non solo con aggressività e potenza ma anche con pulizia ed estensioni notevoli. Convincente la prova della sezione ritmica che vede consolidati gli automatismi tra l’ex Annihilator Randy Black e Sinner, devastanti i riff ed estremamente piacevoli i solos della coppia Naumann / Leibing. Il tutto è avvalorato dalla solita produzione professionale che ti incita ad alzare il volume. Questo cd piacerà ai vecchi fans del combo tedesco e soprattutto ai Power Metallers in generale. L’alta spendibilità è determinata dal fatto che il sound di base dei Primal Fear rimane arcigno, potente e rude; non viene insomma imbastardito o stravolto ma è semplicemente unito, con grandissima classe, a ottime linee melodiche per nulla eccessive che fanno scorrere il cd con facilità estrema. Credo che gli elogi convinti di un ex-detrattore siano il miglior viatico per una promozione. Seven Seals, nel suo genere, per me è uno dei cd più riusciti del 2005 e mai, ma proprio MAI, lo avrei creduto possibile prima di ascoltarlo.

Top Songs: All For One, Diabolus, Rollercoaster, In Memory
Skip Song: Question Of Honour

Tracklist:

1. Demons And Angels   
2. Rollercoaster
3. Seven Seals
4. Evil Spell
5. The Immortal Ones
6. Diabolous
7. All For One
8. Carniwar
9. Question Of Honour
10. In Memory

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