Recensione: Shadow Weaver

Di Matteo Bovio - 22 Dicembre 2001 - 0:00
Shadow Weaver
Band: Nightside
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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90

Signori, non c’è che dire: il mondo non è giusto e questo demo ne è la palese prova. Un prodotto di così alta qualità, così pieno di idee peraltro ben realizzate, se fosse arrivato dalla Svezia sarebbe sicuramente stato lanciato come il futuro del Death. Ma purtroppo siamo in Italia…

Polemiche a parte, “Shadows Weaver” è eccellente in ogni sua singola parte, e anche dopo ripetuti ascolti non può che convincermi sempre di più riguardo alla qualità dei Nightside. La proposta, per dirla breve, è Death metal molto progressivo e melodico, che non teme tuttavia a lasciarsi andare in stacchi molto pesanti. Un solo ascolto vi basterà per capire quale sia il punto forte della release: l’originalità. Potrete sforzarvi quanto volete, ma a parte un giusto numero di influenze, non potrete mai ricondurre il suono dei Nightside a nessun gruppo del passato. La loro grande capacità è stata quella di elaborare un genere in maniera totalmente nuova.

Cercare di descrivere la loro musica con le parole vuole dire necessariamente banalizzarla, quindi vi invito veramente ad acquistare il loro CD. Tuttavia il mio compito di recensore mi impone di fare un tentativo. Il tutto parte da un concetto di Death metal melodico, suonato in maniera tecnica e varia. Ma ascoltate ad esempio “Darkness”, terza traccia, e capirete come un genere così sfruttato fino alla nausea possa regalare ancora emozioni nuove: l’intreccio di chitarre costruito sapientemente fa sì che il lato melodico non sia mai banale e lo stesso cantato di Davide sa essere espressivo in maniera incredibile. Non mancano poi le parti in cui il growl si fa molto più cupo oppure in cui si lancia in screaming degni di nota.

Questo CD è un continuo alternarsi di parti violente a parti melodiche dalla bellezza incredibile. L’unico episodio che rimanga abbastanza ancorato al Death metal come chiunque se lo può aspettare è “Only One”, ma anche in questo caso l’originalità del pezzo emerge subito. Seppure in “Only One” non siano presenti parti cantate in pulito, trovo che sia il brano in cui Davide ha saputo dare il meglio di sè. Non si può poi non rimanere stupiti per il lavoro delle chitarre: gli assoli, pur essendo veloci, non sono mai fini a sè stessi, ma si adattano perfettamente alla melodia ed alla struttura del brano. E poi, diciamocelo, siamo stufi di quei gruppi che hanno due chitarre ma che potrebbero tranquillamente farne a meno: qui invece l’intreccio è costruito in maniera esemplare e subito si nota come sia raro trovare parti in cui Marcello e Luca suonino la medesima cosa.

La sezione ritmica non finirà mai di stupirmi: il basso (suonato da Ivo) è di una precisione metronometrica, e la batteria (Matteo) sa quando è il momento di far sfoggio di tecnica (e vi assicuro che non manca…) e quando deve rimanere nell’essenziale. Vera perla del lavoro è la conclusiva “Rain Dance”, che tra le altre cose riscuote molto successo anche eseguita dal vivo. In quasi 9 minuti troviamo riassunto dignitosamente quasi tutto quello che i Nightside sono: potenza ma anche delicatezza, ricerca ma anche melodia. Sembra quasi che per la chiusura i nostri abbiano deciso di farlo in grande stile, e ci sono riusciti…

Se volete una proposta fresca innovativa e se volete supportare un gruppo che, ve lo assicuro, non deve rimanere limitato alla scena underground, non vi resta che mettervi in contatto con i Nightside e acquistare questo demo.
Matteo Bovio

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