Recensione: Shadowcast

Di Daniele D'Adamo - 14 Luglio 2010 - 0:00
Shadowcast
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Genere:
Anno: 2010
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62

Attenzione attenzione!
Dietro all’anonimo e poco originale moniker Insidious Disease si nascondono individui dallo spessore tecnico/artistico che oserei definire clamoroso. I nomi? Eccoli: Marc Grewe (Morgoth), Silenoz (Dimmu Borgir), Jardar (Old Man’s Child), Shane Embury (Napalm Death, Brujeria, Lock Up) e Tony Laureano (Angelcorpse, Nile). Formatisi nell’ormai lontano 2004 finalmente, nel 2009, iniziano la lavorazione di “Shadowcast”, sospirato full-length d’esordio ufficialmente distribuito – in questi giorni – da Century Media.

Allora, con tale potenziale bellico alle spalle, non ci si può che aspettare fuoco e fiamme, da questo “Shadowcast”. Ciò accade, ma solo parzialmente. Molto parzialmente. Indiscutibile, infatti, data la classe dimostrata in abbondanza altrove, la forza dirompente del trio Silenoz/Jardal/Laureano. I primi due intessono una tela fittissima di riff, aggrovigliata e complessa. Troppo complessa, forse. La manipolazione all’eccesso del manico delle asce, se da un lato offre spunti interessanti, dall’altro crea una certa confusione di fondo; disorientando chi ascolta, in difficoltà nell’abbinare ciascuna canzone al relativo riff portante. Difficoltà che emerge, anche, in occasione dei guitar-solo ma, per quest’aspetto, da parte della coppia stessa, raramente in grado di proporre qualcosa di nuovo senza cioè scivolare sull’insidiosa patina del «già sentito» (Slayer in “Abortion Stew”). La confusione sopra accennata trae, inoltre, linfa vitale dall’incertezza che, pare, ci sia nell’intraprendere un percorso unitario: certamente la peculiarità che emerge con più vigore è quello concernente il death metal; tuttavia il gruppo ama inserire talmente tanti elementi black (“Facemask”)/thrash (“The Desire”) che, alla fine, è difficile riuscire a mettere la cornice al quadro. Cioè, a far proprio lo stile del quintetto. Nonostante si possano assommare parecchi passaggi con relativa facilità – giacché comunque la tecnica non porta a un incomprensibile guazzabuglio di note – non si riesce a fissare, mentalmente, la proposta dei Nostri. Come se ogni volta si ascoltasse un disco diverso, per fare un esempio un po’ provocatorio. Grewe non aiuta in questa difficile ricerca del proprio marchio di fabbrica, poiché interpreta le linee vocali con un approccio principalmente tipico dei cantanti thrash, estremizzandolo a volte con un lacerante screaming; allontanando con ciò il groove complessivo dall’oscuro, tetro umore che, in ogni caso, tende a permeare il platter (“Value In Flesh”). Aiuta invece a tenere ordine Laureano, che semplifica il proprio drumming rispetto a quello iper-tecnico sciorinato nei Nile. Chiaramente si tratta di una semplificazione voluta, cercata e trovata; che dona al sound un buon sapore un po’ retrò (“Rituals Of Bloodshed”, che ricorda – nel ritmo – i Possessed). Dettò ciò, bisogna in ogni caso rimarcare che l’impatto del CD è violento, duro; tale da stancare le fibre più resistenti. Su questo non ci sono dubbi. Ci sono molte perplessità, invece, sulle canzoni; prive di personalità e quindi sostanzialmente monotone. Sia per la già citata (apparente) indecisione sul da farsi, sia per la mancanza di spunti che rendano, in qualche modo, interessanti i vari brani che, alla lunga (ma nemmeno troppo) inducono alla noia. Canzoni come “Nuclear Salvation”, “Boundless” non offrono granché, oltre la possibilità di un forsennato headbanging.

Alla fine, ci si trova impantanati nella classica (purtroppo) situazione in cui singoli membri di gran classe, messi assieme, non riescano a produrre un insieme di altrettanta qualità. “Shadowcast” supera la sufficienza perché in ogni caso è impeccabilmente suonato e prodotto (la fase missaggio è un po’ meno buona, perché è davvero arduo capire cosa combini Embury …): Manca, però, di spessore e, soprattutto, di anima.
Da consigliare solo e soltanto ai fans dei musicisti e/o a chi basta solo la brutalità sonora, per accostarsi a un album.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. Nuclear Salvation 3:29
2. Boundless 4:27
3. The Essence Of Neglect 4:13
4. Abortion Stew 5:31
5. The Desire 4:09
6. Rituals Of Bloodshed 3:20
7. Facemask 4:43
8. Value In Flesh 4:13
9. Abandonment 2:13

Line-up:
Marc Grewe – Vocals
Silenoz – Guitars
Jardar – Guitars
Shane Embury – Bass
Tony Laureano – Drums
 

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