Recensione: Shadows Of Leng

Di Stefano Ricetti - 5 Giugno 2009 - 0:00
Shadows Of Leng
Band: Tyrann
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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75

Tyrann, già di suo, è un nome fra i più azzeccati della scena metallica. Se dietro a cotanto moniker, poi, vi sono tre noti überbastards come Tor Risdal “Seidemann” Stavenes (Bass, Backing Vocals) dei 1349 oltre ai due ex Tsjuder Halvor “Draugluin” Storrøsten (Guitar, Vocals) e Christian “Antichristian” Svendsen alla batteria il gioco è fatto.

 

Shadows Of Leng è il debutto di questa band incorruttibile e legata a tripla mandata alle radici del caos musicale. Il True Norwegian Black Metal costituisce l’ingrediente fondamentale dei nove momenti sonori del disco, ma non è il solo. Accanto alle nordiche sfuriate convivono possenti echi del vecchio Thrash europeo d’annata: roba a la Celtic Frost, Venom, Bulldozer ma anche proveniente dai primitivi Bathory.

 

Dei Tyrann si potrà leggere e scrivere di tutto ma non che sia una band equivoca: la violenza cieca sta alla base della Loro proposta, come una sorta di mannaia che tira fendenti nella notte e garantisce il risposo eterno a chi osa opporsi. Rabbia ancestrale senza compromessi, quindi, fornita in dosi da cavallo tramite una produzione sufficientemente ruvida, che rende ancora più ficcante il messaggio primordiale.

 

Il muro di suono è notevole e perdura, i pezzi si lasciano ascoltare senza annoiare, nonostante il carico da 11 profuso. I colleghi finlandesi Urn già in passato hanno dimostrato che questa malata commistione fra i suoni nobili, assoluti e incontaminati dei due generi possono rivelare delle piacevoli e a tratti inaspettate sorprese.

 

Il massacro inizia con il terremoto in doppia cassa di Reaper e finisce con la suite nera Grave Dreamer, senza particolari cali di intensità. Da apprezzare il suono pulito e di marca retrò della chitarra di  Draugluin, che si concede degli stacchi notevoli fra una mitragliata e l’altra. La voce si modella di volta in volta sulla base dei singoli brani, evitando l’esercizio perverso del monocorde. Si sprecano i rimandi a Tom “G” Warrior ma anche ad Abbath, nella fattispecie in Dreams of R’lyeh, molto vicina all’impianto-tipo di un brano degli Immortal della seconda metà della carriera. Pesantissimo l’incedere della cadenzata Hellridden, il Thrash veloce e bastardo di Soulburner, acceleratore a manetta in Trial by Fire e ancora Gelo Celtico incenerito in Black Moon.

 

Tyrann: i nuovi, neri e malvagi signori del Black/Thrash oltranzista.

 

 

 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

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Tracklist:

1. Reaper       

2. Beneath      

3. Trial by Fire    

4. Hellridden 

5. Dreams of R’lyeh 

6. Shub-Niggurath       

7. Soulburner 

8.  Black Moon  

9. Grave Dreamer

 

 

Line-up:

Draugluin (Halvor Storrøsten) – Guitar, Vocals

Seidemann (Tor Risdal Stavenes) – Bass, Backing Vocals

Antichristian (Christian Svendsen) – Drums

 

 

 

 

 

 

 

 

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