Recensione: Shadows of the Past [Reissue]

Di Marco Sanco - 28 Dicembre 2009 - 0:00
Shadows of the Past [Reissue]
Band: Sentenced
Etichetta:
Genere:
Anno: 1995
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
90

Uno dei più fulgidi esempi per gli Opeth sono stati sicuramente i primi Sentenced. Quello dei finlandesi infatti era già un concept che si adattava bene alle esigenze in questione: Death sì, influenze Doom pure e canzoni, per la media dell’epoca, lunghe. Un ottimo esempio per districarsi con arrangiamenti sui tempi lunghi. Ovviamente i Sentenced non hanno mai nemmeno sfiorato la perfezione cui sono giunti gli Opeth in epoche successive. Non era loro interesse e vicende varie ed esigenze di carattere personale hanno fatto sì che la band poi cambiasse genere, pur permanendo, come i Tiamat (per dirne una), tra le band leader sulla scena.
Si legge nella biografia dei Sentenced che uno dei momenti più delicati per una band è la prima volta che si entra in studio di registrazione. Dice Sami Lopakka: “La prima volta che entri in studio scopri che se sbagli si può ripetere la parte sbagliata, senza che tutti debbano suonare di nuovo daccapo”. A giudicare dalla tecnica che s’evince da questo cd, più che altro credo si trattò di ricercare continuamente la perfezione. Però fa sorridere sentire un professionista parlare così, soprattutto considerato che i finlandesi non sono famosi per loquacità.
La prima formazione con sui la band di Oulu entrò in studio era Miika Tenkula (R.I.P.) alla voce ed alla chitarra, S. Lopakka appunto all’altra, Taneli Jarva al basso e Vesa Ranta alle pelli (mai avrei detto fosse lui alla batteria, sentendoli per la prima volta in assoluto con il full “Down”, che talento). Era il 1991 e la Thrash Records decise di dare un occasione a questi ragazzi ancora poco più che adolescenti. Il fatto è che l’eco dello Swedish e la tempesta del Golfo proveniente dalla Florida avevano investito anche la Finlandia, che di certo non voleva restare a guardare mentre i loro cugini se la godevano alla grande con le chitarre a “motosega”. La band aveva già all’attivo due demotape formidabili (“When Death Join Us” del ’90 e “Rotting Ways To Misery” del ’91, che costituisce l’ossatura di questo primo full). Premesse al di là dell’ottimo, da ascoltare per ore se si ama il Death primigenio e puro.

Dopo un minuto di intro strumentale (inserita nella canzone) un growl basso e massiccio ci dice che si inizia a fare sul serio e siamo già di fronte ad uno dei masterpiece dell’era Death dei Sentenced. “When the Moment of Death arrive” è la canzone pressoché perfetta che ogni band sognerebbe di poter mettere all’inizio del proprio esordio. Ogni saliscendi, ogni cambio di ritmo, ogni doppiacassa arrivano come telecomandati da un metronomo gigante. Seppure manchino le tastiere, qualche sfumatura “doomy” di certo non ci viene negata (come in tutta l’opera del resto) e possiamo collocare tranquillamente i quattro finnici accanto a nomi come Asphyx e Obituary già solo dopo il primo brano.
Non saremo di certo di fronte alla perfezione, però “Rot To Dead” ci mette innanzi a una performance di puro Death di tutto rispetto, tanto da dire che messa accanto a “Slowly we rot” non sfigura minimamente.
Disengagement” mostra i quattro perfettamente in agio anche nelle parti accelerate del Death, quando c’è da farsi delle belle cavalcate di chitarrone e null’altro ha importanza. Da notare che le chitarre non tendono a coprire tutto il resto, sembrando semplicemente adagiate su una ritmica di tecnica elevata (sicuramente Vesa Ranta è colui che alla fine dell’opera meriterà i complimenti maggiori).
Poi giunge “Rotting Ways to Misery”, title-track del secondo demotape. La musica ci sta tutta con il titolo della canzone e siamo di fronte ad un altro dei masterpiece del disco. Vale il discorso fatto per la traccia iniziale, che non staremo a ripetere anche per i masterpiece a venire. Basti dire che siamo di fronte ad uno dei grandi classici del Death inizio anni ’90, per merito del contributo di una traccia come “Rotting Ways…”.
The Truth” e “Suffocating Beginning of Life” sono i brani più lunghi dell’intero full. Forse questo è l’unico difetto della tracklist. Alla fine di “Suffocating..” ci si sente ricolmi di un orgia sonora, sempre di tutto rispetto, ma ci vuole qualche ascolto prima di entrarvi bene dentro. Poi, si capisce che la band ha curato molto entrambe, perché è da molto che ci lavora su, facendo entrambe parte del secondo demotape. I tratti peculiari dell’opera vengono esaltati anche in questi brani e “Suffocating..” è un altro masterpiece di scuola tipicamente Death “nineties”. A metà brano compaiono le keyboards, in una pausa melodica e oscura che rende questo arrangiamento davvero prezioso.
Beyond the Distant Valleys” ci riconsegna i finlandesi alle prese con ritmi molto più accelerati, quindi nuovamente molto a loro agio nel farsi una bella sgroppata. Il muro delle guitars regge che è una meraviglia e i riff possono prendersi tutte le loro libertà senza correre il rischio di annoiare.
Concludono la tracklist originale su cd “Under the Suffer” e “Descending Curtain of Death”. Senza volersi dedicare troppo a inutili ripetizioni, ci limitiamo a dire che concludono degnamente quello che “When the Moment..” ha cominciato, consegnando ai posteri un classicone Death Metal che oggi possiamo solo sognarci. Va segnalato comunque che “Descending..” è la canzone dove gli inserti “doomy” si sentono maggiormente con riff melodici e ipnotici di sicura ispirazione.
 
La versione cd di “Shadows of the Past” in esame è arricchita da tre bonus track, che altro non sono che la tracklist del demotape dei Sentenced “Journey to Pojhola”, terzo e ultimo della carriera di demotape parlando. Con queste tracce siamo già nel ’92, a metà strada tra i primi due full della band di Oulu. “Wings”, “In Memoriam” (altro masterpiece) e “Mythic Silence (As they wander in the Mist)” rappresentano leggere innovazioni e mutamenti rispetto alla tracklist originale. La band padroneggia con ancor più disinvoltura il proprio sound, tanto da spostarlo verso lidi più concettualmente Death/Doom, sapendo accompagnare molto più con la melodia il loro buon Death Metal. La canzone che di sicuro va più segnalata è “In Memoriam”. Oltre che essere cara a molti fans, è anche tra quelle scelte per tramandare al nuovo pubblico della band il suo passato Death nella raccolta “Greatest Kills – A Recollection”, uscita nel ’97 dopo “Down”, il primo full con Ville Laihiala al microfono. “Mythic Silence...” è un brano strumentale.

Ed ora la parte dolente. Come già detto per altre band, i Sentenced hanno attraversato grosso modo due ere distinte della loro produzione artistica. Senza contare i vari “era meglio prima”, “no adesso” che ci sono stati, ritengo molto più doveroso ricordarne il compositore. Miika Tenkula fondò la band, ne fu il front-man, poi passò dietro le quinte quando fu il momento di affrontare la fama internazionale, ben sapendo di essere molto più adatto a comporre che a stare faccia a faccia con la prima fila sotto lo stage. Al di là del genio compositivo, ha dato prova di grande umiltà facendo una scelta che si può anche definire coraggiosa, che valse però ai Sentenced la leadership sulla scena musicale degli ultimi tre lustri, perché potè così dedicarsi a quel che gli riusciva meglio. Senza scadere nella retorica, mi piace pensare che una parte di lui viva nei Poisonblack e nei KYPCK, le due realtà musicali post Sentenced. Ville Laihiala fonda i primi come suo side-project personale nel 2002, mentre i secondi si formano tra il 2006 e il 2007. Agli amanti del lato Doom della musica, consiglio vivamente di seguire i KYPCK, sperando che i fatti mi daranno ragione. Io seguo anche i Poisonblack, ma è un’altra storia.

Marco “Dragar” Sanco

Discutine sul forum nel topic relativo!

Tracklist:

1. When the moment of death arrives
2. Rot to dead
3. Disengagement
4. Rotting ways to misery
5. The truth
6. Suffocating beginning of life
7. Beyond the distant valleys
8. Under the suffer
9. Descending curtain of death
10. Wings (Bonus Track)
11. In Memoriam (Bonus Track)
12. Mythic Silence (As they wander in the Mist) (Bonus Track)
 

Ultimi album di Sentenced

Band: Sentenced
Genere:
Anno: 2000
82
Band: Sentenced
Genere:
Anno: 2005
82
Band: Sentenced
Genere:
Anno: 1998
80
Band: Sentenced
Genere:
Anno: 1996
75
Band: Sentenced
Genere:
Anno: 1995
92