Recensione: Shock Tactics

Di Twilight - 26 Ottobre 2002 - 0:00
Shock Tactics
Band: Samson
Etichetta:
Genere:
Anno: 1981
Nazione:
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90

Questa è la recensione, non di un album rimasterizzato, bensì di una rarità:
il vinile di “Shock Tactics” dei Samson, in onore al chitarrista, purtroppo
scomparso, Paul, dal cognome omonimo della band, che ebbe fra le sue fila,
per ben quattro dischi (“Survivors”, “Head On”, “Shock Tactics” e “Live
At Reading”), sua maestà Bruce Dickinson. Le canzoni sono nove, tutte scritte
interamente dai quattro componenti del gruppo: Bruce (che al tempo si faceva
chiamare Bruce Bruce, Paul alla chitarra, Thunderstruck (uno dei musicisti
più pazzi della NWOBHM: pensate che suonava rinchiuso in una gabbia ed era
mascherato!) alla batteria e Chris Aymler al basso. Unica song non composta
dal gruppo è “Riding With The Angels”, scritta per l’occasione dal grande
Russ Ballard. L’album è l’espressione forse più matura di quel periodo d’oro,
nel quale affioravano i Maiden con Di Anno alla voce, i Def Leppard, i
Tygers Of Pan Tang, i Saxon, ed è a mio parere la migliore espressione del
1981: Bruce aveva una voce strepitosa, che probabilmente lo ha portato poi
al capolavoro coi Maiden, l’anno dopo, con “The Number Of The Beast” (curiosità:
ben quattro brani su otto di Number of… sono stati scritti in collaborazione
con Bruce, ma non si poté usare il suo nome nei credits per motivi contrattuali);
Paul mescolava Heavy e Blues in un modo onestamente straordinario, ma descriviamo
le canzoni ad una ad una: apre l”album la già citata “Riding With The Angels”,
heavy metal allo stato puro, ripresa anche poi da Dickinson nel tour di
supporto al suo primo album solista, “Tattoed Millionaire” del 1990, e che
non sfigurerebbe tutt”oggi nel live set dei Maiden o di qualsiasi altra
band di Classic Metal; segue “Earth Mother”, più cadenzata (grande lavoro
di basso), ma in ogni caso molto hard e con un ritornello cantato a squarciagola
(le influenze blues di Paul Samson, qui sono evidentissime): forse il brano
più bello del disco; “Nice Girl” è una song abbastanza scanzonata, che riporta
al primo album del gruppo (“Survivors” del 1979), ed ha un chorus molto
catchy: simpatica ma nulla di più; “Blood Lust” ci dà invece l”idea di ciò
che Bruce avrebbe fatto se fosse stato il cantante dei Black Sabbath nel
periodo di “Master of Reality”. A metà album arriva poi la tellurica “Go
to Hell”, Heavy Rock sparato a mille, influenzato dai Thin Lizzy, mentre
la seguente “Bright Lights” è in pratica l”anticipazione di quello che Dickinson
sarebbe diventato l”anno dopo, portando al numero uno della classifica inglese
gli Irons (“Invaders” docet) e con inserti di chitarra e batteria da antologia.
Si arriva quindi a “Once Bitten”, pezzo che nulla toglie e nulla aggiunge
alle altre canzoni: forse la track più debole, ma il chorus è comunque buono;
gli Aerosmith si fanno invece sentire, e parecchio, nella successiva “Grime
Crime”, con l”unica differenza che i riffs di chitarra di Samson sono molto
più incisivi di quelli della band di Steven Tyler e Joe Perry. Meravigliosa,
infine, la conclusione con la strepitosa ballad “Communion”, nella quale
i Samson dimostrano di sapere anche far piangere: probabilmente è il pezzo
più commovente mai cantato da Bruce Dickinson nella sua vita, e per questo
credo che sarebbe bello dedicarlo alla memoria di Paul, un chitarrista che
avrebbe sinceramente meritato di più di quanto ha ottenuto.

Tracklist:

1) Riding With The Angels

2) Earth Mother

3) Nice Girl

4) Blood Lust

5) Go To Hell

6) Bright Lights

7) Once Bitten

8) Grime Crime

9) Comunion

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