Recensione: Sin/Pecado

Di Xtatrank - 12 Febbraio 2003 - 0:00
Sin/Pecado
Band: Moonspell
Etichetta:
Genere:
Anno: 1998
Nazione:
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80

C’è una ristretta cerchia di gruppi che sono riusciti, in maniera brillante ed originale, a costruirsi un loro suono particolare e caratteristico, e non imitabile da un qualunque gruppo clone come, purtroppo, ce ne sono tanti. I Moonspell sono certamente tra questi: dei portoghesi alle prese con il metal non si vedono spesso, ma questi cinque lunatici sono una gradita eccezione alla regola.
Agli esordi il loro suono aveva atmosfere quasi black metal, ma la band ha saputo evolversi passo dopo passo, arrivando a questo Sin/Pecado, uno dei loro album più controversi, in quanto rappresenta (insieme al precedente Irreligious) la svolta gothic-doom del gruppo, molto forte in questo lavoro, influenzata dai Depeche Mode (ma non si arriva mai a scopiazzature!), autentici padri del gothic. Numerose nell’album sono le divagazioni elettroniche, brani affidati ai synth (EuroticA su tutti), che avranno sicuramente spiazzato i fan di vecchia data.
Il disco sicuramente non è di facile assimilazione ed ascolto. Personalmente, la prima volta che l’ho ascoltato ero quasi arrabbiato per aver buttato via 14 euro al negozio di dischi, ma riascoltandolo l’ho apprezzato in pieno, come spesso capita per tutti i grandi dischi. Prendiamo per esempio la prima traccia Handmade God, seguente alla breve intro Slow Down: tastiere eteree, quasi interamente basata sulla voce cupa e tenebrosa del frontman Fernando Ribeiro: sicuramente farà storcere il naso a qualcuno, ma non si può negare la classe del gruppo. La quale è riconfermata con i due pezzi seguenti, 2econd Skin e Abysmo:
il primo, una cavalcata poderosa introdotta da un’accoppiata basso-voce da pelle d’oca, in cui le chitarre si rendono protagoniste insieme alla voce di Fernando impegnata in un’interpretazione particolarissima. Il secondo, un brano molto catchy ed oscuro, che vive su efficaci muri di chitarre su cui si staglia la sofferta voce del singer.
Flesh è un breve intermezzo elettronico che conduce a Magdalene, brano in cui si nota la totale assenza di chitarra ritmica il cui posto è preso dal basso, e che si candida come uno dei migliori del disco. Passando per V.C (Gloria Domini), un brano roccioso e potente, si arriva ad EuroticA, probabilmente il punto più basso dell’album, un brano totalmente sintetico ma che risulta inutile e noioso. Si riprende decisamente quota con il successivo Mute, altro pezzo forte, ottimamente arrangiato e che sorprende per intensità. Davvero un bel brano. Dekadance è un altro esperimento elettronico, decisamente migliore di EuroticA, mentre in Let The Children Cum To Me è di nuovo la chitarra a dettare legge, con riff circolari ed ipnotici, e un testo bellissimo. Si chiude con la triste e depressa The Hanged Man, in cui compaiono perfino delle chitarre acustiche a cullare le melodie, e con la breve outro 13! che altro non fa che farci tornare lentamente nel mondo dei vivi.
Sfogliando il booklet e leggendo i testi, ho dovuto più volte soffermarmi su alcune frasi per cercare di capire cosa significassero. Fernando Ribeiro si conferma ottimo songwriter sotto tutti i punti di vista. Le foto e i particolari del libretto mostrano chiaramente quale doveva essere lo stato d’animo dei Moonspell in fase di artwork.
La grande varietà del disco è una cosa che non può passare inosservata. Non possono essere ignorati nemmeno il coraggio, l’originalità, la personalità e la genialità del gruppo, e anche se Sin/Pecado potrà non piacere ai più, resta un disco di valore, e un capolavoro per chi sappia aprire la mente e lasciarsi trasportare dalle sue atmosfere gelide e pesanti. Gli appassionati del genere si buttino senza paura su questo disco, sono soldi spesi bene, credetemi…

Tracklist:

1. Slow Down!
2. Handmade God
3. 2econd Skin
4. Abysmo
5. Flesh
6. Magdalene
7. V.C.(Gloria Domini)
8. EuroticA
9. Mute
10. Dekadance
11. Let The Children Cum To Me…
12. The Hanged Man
13. 13!

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