Recensione: Sink or Swim

Di Stefano Ricetti - 16 Novembre 2015 - 12:30
Sink or Swim
Band: Drama
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2015
Nazione:
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80

Milan, summer 1990.

The new album was complete and we didn’t yet have a label to work with since our old label had gone under.

After a year of sold out gigs and packed houses, we wanted to pick up where we left off with “Once and for All”.

It was a strange period for the band, we had a feeling that we were close to victory, yet at the same time we were plagued by a sense of impending disaster. We decided to record and self-produce, and look for a new label.

We had lots of contacts, plenty of “great, no problem!” and many ambitious managers with promises to take care of us…

Well… nothing happened.

Thinking about those days I have the sad memory of illusion after illusion. Two months in the studio and so much blood, sweat and tears that no one can give back to me. Each of us lost something: relatives, friends, partners, money, not to mention time.

Anyway, this is our second never-before-released album, originally entitled “Sink or Swim”, but after “Once and for All” I think I’d prefer to use “Twice and Quit”.

Enjoy!  

 

Parole amare, quelle utilizzate dal Líder máximo dei Drama, ossia il chitarrista Luca Trabanelli (Qui la sua intervista) al crepuscolo degli irripetibili anni Ottanta musicali italiani e riportate all’interno della confezione digipak in edizione limitata dell’album Sink or Swim.

All’epoca si sperava sempre che in qualche modo la situazione heavy metal in Italia avrebbe svoltato e che si stesse vivendo un decennio sì incredibile ma di passaggio a un altro più generoso in termini di soddisfazioni, principalmente nei confronti delle band. Poi sappiamo benissimo come sono andate le cose e non stupisce più di tanto che oggi, Anno Domini 2015, esistano le condizioni per licenziare sul mercato un prodotto rimasto nel cassetto per venticinque anni, nonostante le vendite dei gruppi che non appartengono alla cerchia dei soliti noti siano ormai assestate a livelli hobbistici.

La storia e la genesi di Sink or Swim viene svelata all’interno dell’intervista sopraccitata dallo stesso Luca Trabanelli: in sintesi dopo il buon riscontro del disco d’esordio Once and for All, del 1988, gli hard rocker milanesi Drama si cavano un po’ di soddisfazioni in sede live e in modo assolutamente naturale giungono alla scrittura dei brani che andranno a costituire la colonna vertebrale dell’album successivo. Sink or Swim, appunto, il disco che invece di rappresentare la rampa di lancio definitiva per il combo lombardo ne ha segnato irrimediabilmente la fine, come espresso dal chitarrista in apertura di recensione. Da qualche giorno è disponibile il Cd del secondo, sinora inedito, capitolo discografico dei Drama, sia nella versione classica che in quella digipak. L’opera di recupero, così come già accaduto in altre occasioni, è frutto dell’instancabile lavoro effettuato dalla label Minotauro Records, che oltre alle nuove uscite si prodiga nel riportare alla luce un patrimonio musicale non solo tricolore che altrimenti probabilmente andrebbe irrimediabilmente perso.            

Sink or Swim, accompagnato da un libretto di sei pagine con tutti i testi, si compone di dieci brani inediti e testimonia, se mai ve ne fosse ancora bisogno dopo l’interessante esordio dell’88, quanto i Drama in quel momento potessero essere considerati alla stessa stregua di altri mammasantissima dell’hard nazionale quali Elektradrive e Danger Zone.  

A testimoniare fisicamente l’alto gradiente della proposta musicale di Luca Trabanelli (Chitarra), Ronnie Alberti (Voce), J.L. Brochiero (Tastiere), Luca Bona (Basso) e Paolo Martella (Batteria) ci pensa sin da subito l’opener Headin’ for the Heartbreak, episodio di classe che li accomuna per gusto e feeling espresso ai torinesi facenti capo a Simone Falovo. Ronnie si conferma singer di razza, uno che avrebbe fatto la sua porca figura anche all’interno di territori defender, particolarità comune a pochi altri colleghi. Il lato più easy dei Drama fuoriesce dalle note di Little Dancer, composizione figlia della scuola colorata definita dai coevi del Sunset Boulevard qualche tempo prima.

Get it On fa il verso ai connazionali Sharks, punte di diamante del melodico fieramente tamarro del periodo, seguita dalla più intimista Lost Inside, che tradisce i trascorsi del mastermind Luca Trabanelli nei concittadini R.A.F. Sink or Swim non manca del tipico R’N’R tirato, più precisamente alla casella numero cinque della tracklist: More than Each Other è scritta per divertire e divertirsi e costituire il collante con il pubblico in sede live.

Last God of War incarna idealmente il perfetto incastro fra il songwriting degli Elektradrive e quello dei Royal Air Force, ancora una volta a gridare al mondo a che livello fossero le nostre band hard rock del periodo… E si arriva al classico pezzo che se fosse stato scritto da Bon Jovi, Aerosmith o Motley Crue, poi pompato il giusto dalle heavy rotation delle radio che contavano, ce lo troveremmo ancora oggi nei passaggi delle poche, pochissime realtà dell’etere esistenti con ancora una parvenza di dignità artistica. Far Away from Home è il lento di classe che si pretende venga scritto da un combo con i controcolleoni come i Drama; il passaggio delicato del sax suonato da Nicola Calgari all’interno del pezzo numero sette di Sink or Swim da solo vale l’acquisto griffato Minotauro.

Blue Lites è lo scontato tributo al profumo dei tardi Ottanta italiani, territorio che verrà poi ripreso in tempi abbastanza recenti dai Revenge più melodici, con ottimi risultati. L’ascia di Trabanelli fende l’aria come una mannaia che è un piacere fra le trame di Rockin’ Years e si chiude con l’energetica The Raiders of the Lost Cherry, dal retrogusto Crying Steel

Una cosa è certa: di album cosi  non ne escono più… Gloria quindi ai Drama, una band che sicuramente avrebbe meritato molto di più, sia in termini di diffusione del prodotto che di eco da parte dei media di allora e che oggi si prende la propria sacrosanta rivincita, per quanto possa valere.   

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

 

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