Recensione: Sjel Av Natten

Di Ivo Dell'Orso - 2 Settembre 2004 - 0:00
Sjel Av Natten
Etichetta:
Genere:
Anno: 1995
Nazione:
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83

Registrato nel Dicembre del 1994, ad appena sei mesi di distanza dal disco di debutto As The Wolves Gather (’94), Sjel Av Natten è un ep contenente tre brani dalla durata media di circa dieci minuti a pezzo e considerando la durata totale del disco tutto sommato lo si può considerare benissimo un mini lp. Le tre tracce presenti sono tutte e tre inedite e presenteranno, infatti, il lato della band più veloce e cattivo rimasto sempre nascosto nel debutto: con questo non voglio dire che i Forgotten Woods hanno rinnegato già alla seconda prova la loro proposta musicale, ma soltanto che si sono un pò adeguati al resto dell’ottimo e velocissimo materiale che circolava nello stesso periodo. Ai comandi c’è sempre il grande Olav Berland (che oltre la chitarra, su questo disco suona anche la batteria) autore di tutte le parti musicali ed eccelso plasmatore di oscure e depressive melodie chitarristiche, le lyrics sono sempre ad opera del bassista Rune Vedaa e dietro il microfono (sempre il compagnia del deelay) troviamo il buon Thomas Torkelsen che nel corso di questo disco si produrrà in alcune delle sue performance più intense.
La lunghissima titletrack è un pezzo interessante perchè, per la prima volta,
con Berland alla batteria, il gruppo si fa apprezzare, oltre che per le ritmiche lente e per i riff di eccellente fattura, anche per delle accelerazioni di chiara matrice Black che mettono in evidenza un’ulteriore completezza artistica rimasta fino a quel momento nascosta.
La successiva traccia, En Natt Med Storm Og Ravners Skrik, è un capolavoro di epicità unita a potenza che ha fatto scuola a moltissime band a cavallo tra Black e Viking: i cori sono un regalo dell’amico e co-produttore (insieme a Knut Bjarne Blorkhaug e agli stessi Forgotten Woods) Reinhardt Toresen. Negli oltre nove minuti di durata, questa canzone non cede mai agli sprazzi di furia ascoltati precedentemente e che gusteremo nella traccia a seguire: anzi, il finale è affidato alla chitarra acustica che con desolati arpeggi chiude il pezzo.
La conclusiva Hvor Vinteren Raar solo nel minuto che precede la parte vocale alterna tre riff chitarristici e si auto-elegge canzone più varia del disco: deliziose le linee melodiche disegnate da Berland prima dei tre minuti, cui seguiranno infuocate parti di purissimo Black alternate nuovamente a ritmi sia sostenuti sia decisamente lenti.
Naturalmente i riff e i ritmi più doom hanno facilmente la meglio, ma già il
fatto che l’alternanza tra queste atmosfere sia stata affrontata con naturalezza sta ad indicare come il gruppo, o almeno il suo faro Olav Berland, stia aprendo il proprio orizzonte a piacevoli complicazioni ritmiche che daranno il meglio di sè sul seguente capolavoro The Curse Of Mankind (’96).

Ivano Dell’Orco.

Forgotten Woods:
Olav Berland – Guitar, Drums
Rune Vedaa – Bass
Thomas Torkelsen – Vocals

Tracklist:

1 – Sjel Av Natten (11:15)

2 – En Natt Med Storm Og Ravners Skrik (10:34)

3 – Hvor Vinteren Raar (07:21)

Total running time: 29:10

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