Recensione: Skeptics Apocalypse

Di Mauro Gelsomini - 31 Agosto 2003 - 0:00
Skeptics Apocalypse
Band: Agent Steel
Etichetta:
Genere:
Anno: 1985
Nazione:
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85

Originariamente pensato come un EP 12″ intitolato “Operation Redeye”, Skeptics Apocalypse divenne un breve LP di 8 pezzi più un’intro. Considerato oggi di culto, l’album fu costruito con grande semplicità intorno all’implacabile velocità di riff in perfetto Maiden style e all’ugola affascinante di Cyriis, votato come il quarto vocalist del 1985 dai lettori della rivista Metal Forces, battuto solo da personaggi del calibro di Joey Belladonna (Anthrax), Tom Araya (Slayer), e Ronnie James Dio. Nella classifica Cyriis si era lasciato alle spalle Geoff Tate (Queensryche), Eric Adams (Manowar), e persino Bruce Dickinson (Iron Maiden).
Il disco d’esordio del gruppo americano è uno dei più chiari esempi di speed/thrash condito da melodie orecchiabili, un connubio a volte portentoso che ha generato uno dei brani cardine dell’intera scena: la title-track, che apre l’album dopo la breve intro “The Calling” è la summa del sound degli Agent Steel. La voce acutissima di John Cyriss sembra voler urlare al mondo che gli Agent Steel sono i nuovi paladini del Metallo, e gli effetti tipicamenti ottantiani contribuiscono a creare un “non so che” di mistico, facendo pensare più ad un ultrasuono che ad una nota musicale…
Il mistero insito in un personaggio come Cyriss, ereditato forse dal suo idolo Midnight (Crimson Glory) si manifestava in ogni sua esibizione: esempio lampante il numero 2011 che aggiungeva alla sua firma sugli autografi rilasciati durante il tour di supporto al brano. Egli si considerava un alieno, e il 2011 sarebbe stato l’anno del suo ritorno a casa!
A dispetto del furore musicale delle song, il sound degli Agent Steel eccelle per complessità e coinvolgimento negli arrangiamenti, nonché nelle linee melodiche davvero uniche e in una sezione strumentale che poté competere senza problemi con i mostri sacri dell’epoca, Iron Maiden e Judas Priest.
Il disco è perciò un masso, un blocco di granito inseparabile, del quale non riuscirei ad analizzare separatamente le parti: l’imponente turbinio di “Taken By Force”; l’emozionante profondità di “Bleed For The Godz”; l’infernale velocità di “144,000 Gone”; l’energia tritaossa di “Guilty As Charged” (il cui riffing è stato ripreso dai tedeschi Paradox nella loro “Pray To The Gods Of Wrath”, ma anche, ad essere polemici, dalle altre song dello stesso album); e chi più ne ha più ne metta…

Solo la produzione, purtroppo, non rende onore al songwriting, ma non ha comunque impedito che gli Agent Steel arivassero, con gli anni, sul piedistallo delle band-cardine dell’Heavy Metal.

Tracklist:

   1. The Calling
   2. Agents Of Steel
   3. Taken By Force
   4. Evil Eye / Evil Minds
   5. Bleed For The Godz
   6. Children Of The Sun
   7. 144,000 Gone
   8. Guilty As Charged
   9. Back To Reign

P.S.: il disco è stato ristampato nel 2000 dalla Roadracer con 2 bonus track, “Calling 98 For Skeptics” e “The Unexpected” (live).

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