Recensione: Slasher

Di Marco Tripodi - 4 Giugno 2017 - 8:00
Slasher
Band: Alae Noctis
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2016
Nazione:
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67

Ci sono delle band che non si sono mai illuse di essere i nuovi Led Zeppelin  o i nuovi Stones del firmamento musicale; musicisti pragmatici e concreti guidati da un solo unico obbiettivo, divertirsi suonando la musica che amano e possibilmente, nel far questo, trasmettere la propria gratificazione ed il proprio entusiasmo anche a chi si pone all’ascolto. Di essere “derivativi” gli iberici Alae Noctis se lo dicono da soli, c’è scritto in ogni minimo riferimento biografico che li riguardi: siamo degli amanti delle sonorità “retro/vintage” e non ce ne vergogniamo, se avete voglia di passare una mezzora spensierata e adrenalinica seguiteci. Accade così che possa venir voglia di tuffarsi a capofitto nel loro nuovo “Slasher“, quarto disco in carriera a partire dal 2010. Un artwork di copertina pacchiano, sgargiante e citazionista fino al midollo. Il panorama di riferimento sono appunto gli horror slasher anni ’70 e ’80, da Venerdì 13 a A Nightmare On Elm Street, e magari chissà, passando anche per qualche filiazione spaghetti horror tipo Camping Del Terrore del nostro Ruggero Deodato (chiaramente una rivisitazione delle imprese di Jason “maschera da hokey” Voorhees).

L’immagine di Jason ha una doppia valenza, perché al sesto capitolo della sua saga (da noi “Jason Vive“) è dedicata “He’s Back (The Man Behind The Mask)“, theme song del film contenuta in “Constrictor” di Alice Cooper. Ed è proprio Vincent Damon Furnier il contraltare prediletto degli Alae Noctis, è lui il modello di riferimento, il traguardo di ogni composizione contenuta in “Slasher“, a cominciare dall’interpretazione di Diego Noctis al microfono. Il sound dell’album è saldamente radicato nell’hard rock, ma debitamente metallizzato all’occorrenza (come in “Spoils Of Crime” o la title track) e più in generale intriso ed affascinato dal panorama del rock più “easy” ascoltato alla radio nella decade ottantiana. La Produzione non fa gridare al miracolo, anche se va detto che Stormspell Records è intervenuta a disco già confezionato, sostanzialmente per distribuirlo attraverso un canale meno underground rispetto a quanto avrebbe potuto fare la band autonomamente (e comunque tenendo conto che la encomiabile Stormspell non è la Nuclear Blast).

Per qualcuno “Slasher” potrà sembrare un po’ troppo evanescente, inconcludente, eccessivamente dipendente da quanto scritto, suonato e pubblicato da altri prima degli Alae Noctis, tuttavia a mio avviso la giusta prospettiva sotto cui inquadrare il disco degli spagnoli è quello di un “party album”, senza pretese di segnare in modo indelebile il panorama musicale, ma con il solo obbiettivo di regalare appena 30 minuti all’insegna dell’energia e dell’omaggio verso i grandi del passato; in primis, come detto, Alice Cooper. “Crazy Oldman” e “Murder One” in particolare sono due gran bei pezzi e la semplicità di una proposta come quella degli Alae Noctis non deve finire con lo sminuirne eccessivamente il valore. Per altro, l’album è gratuitamente disponibile per intero sia su Youtube che su Bandcamp, quindi non è certo il conto in banca il chiodo fisso a cui gli Alae Noctis rivolgono i propri pensieri. Semmai si tratta del sano amore verso il rock e la bisboccia spensierata che la musica è in grado di elargire se fatta con dedizione e voglia di condivisione.

Marco Tripodi

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67