Recensione: Sleepwalkers

Di Nicola Furlan - 4 Agosto 2014 - 1:52
Sleepwalkers
Band: Skinner
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2014
Nazione:
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74

Sono in tanti oggigiorno che, sebbene abbiano qualche annetto sulle spalle, si rimettono in gioco con nuove band reclutando musicisti maturi, magari amici di gioventù. Questo accade perché, ne siamo certi, da parte di chi gli sturmenti li ha consumati senza orpelli digitali vari, sia il caso di rimettersi in gioco dato l’infinito mare di mediocrità che inonda le terre di tutto il mondo. È il caso degli Skinner, band che annovera nelle proprie fila ex componenti di band quali Imagika e Katagory V. A dirla tutta la band prende il nome proprio dal cantante fondatore Norman Skinner che, dopo lo scioglimento definitivo degli Imagika stessi, ha deciso di non mollare, dando vita al progetto in esame.
I Nostri propongono un validissimo speed metal, mix perfetto tra il power metal di matrice US anni Ottanta e l’heavy raffinato dei Vicious Rumors. Naturalmente, debite proporzioni messe subito in chiaro, gli Skinner, pur dando vita ad ottimi brani, risultato ancora lontani da quanto prodotto dai colleghi conterranei. Caratteristica che identifica il sestetto è invece una certa attitudine all’estremo. Non di rado i brani sfociano in parti aggressive, con soli disorientanti ed oscuri. Da riconoscere inoltre una grande interazione tra i membri del gruppo: cori, strofe che si alternano, grandi incastri ritmici e ricchezza a livello compositivo lasciano intendere che ci sia stato un grande ed affiatato lavoro in sala prove. Questa eterogeneità è il punto di forse di “Sleepwalkers”, disco che apre nuovamente la strada verso un modo di intendere il metal che ha reso successo a quei gruppi che, doti tecniche consolidate, ci si sono buttati.
Gli Skinner garantiscono così facendo un aspetto compositivo fresco, curato nei particolari, vario (non sono presenti filler o brani che ricalcano sé stessi) per armonie e ritmiche. Un vero e proprio collage multicolore. Metal moderno si sposa alla perfezione con un retrogusto dal sapore retrò. Un cantato graffiante, caratterizzato anche da una buona dose di teatralità, incontra con perfetta sinergia le parti in clean che dominano i brani. Una sezione ritmica scandita al metronomo, perfetta, sorregge l’impianto chitarristico (tre le chitarre al lavoro!) per un risultato davvero ‘metallicamente’ robusto e consistente nei contenuti.
Poco altro da dire se non: dateci un ascolto (il singolo ‘Sleepwalkers’ è una bomba!’). “Sleepwalkers” è un esordio con i fiocchi come ce ne mancavano da troppo tempo. Speriamo solo che la band prosegua questo suo percorso. Al momento risulta una delle release speed più interessanti che abbiamo ascoltato durante l’anno in corso.

Nicola Furlan

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