Recensione: Sodomatik Rites Of I.N.R.I

Di - 6 Marzo 2013 - 0:00
Sodomatik Rites Of I.N.R.I
Band: Wömit Angel
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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60

Il non dover mai giudicare un libro esclusivamente dalla copertina è un vecchio esempio di saggezza popolare che non passa mai di moda. Molto spesso però, forse a causa di schemi mentali pregressi che ci portiamo avanti con la crescita e che fanno parte del nostro bagaglio culturale, cadiamo nel subdolo tranello della “prima impressione” che, ci viene spiegato, è sempre quella che conta. Fortunatamente l’evoluzione del pensiero umano ha creato una razza, quella umana, capace di analizzare serenamente il soggetto, isolarlo dal contesto al fine di valutarne l’effettivo valore. La prima impressione è spesso sbaglita: fortunatamente il cambiare idea non comporta traumi evidenti nel nostro io, forse solo qualche piccola scalfitura al nostro amor proprio. Il cambiare punto di vista è cosa che però, nella stragrande maggioranza dei casi, non confidiamo mai a nessuno. Cambiamo semplicemente opinione, prendendo atto della realtà delle cose. Io, a differenza della stragrande maggioranza delle persone che incontro nel mio quotidiano, mi rendo ben conto di cadere troppo spesso nel suddetto tranello, e non provo nessun tipo di imbarazzo nel fare pubblica ammenda.

Tutto questo pistolotto per introdurre, e forse giustificare almeno in parte, l’approccio che ho avuto con il disco degli Wömit Angel. Mi sono lasciato ammaliare, lo ammetto, forse spinto da una momentanea voglia di insensata e becera violenza che molto spesso ho trovato in certe forme di Black. La verità è che mi sono lasciato raggirare (con complicità oggettiva) dal pacchetto offerto dai Vömit Angel, acquistando il tutto a scatola chiusa. Mi rendo conto dell’errore solo ora.
Il gruppo di Tampere sembrava promettere, negli intenti e sopratutto nella forma, un Black Metal immondo, acido, spinto all’estremo e forse anche di più. Questo era in verità quello che cercavo, quello che mi serviva. Questo, però, non è propiamente quello che ho avuto. Anche perché, in buona sostanza, la proposta musicale dei musicisti finlandesi è ben lontana dall’ondata di odio tagliente che mi aspettavo. Il sound della band è la risultante tra la fusione di ritmiche vicineal Punk e un Black piuttosto derivato, infarcito da Thrash ignorante e grezzo, la cui resa sonora è però penalizzata da una registrazione non proprio all’altezza della situazione. Situazione peggiorata dallo stacco troppo netto tra i brani, cosa che alla lunga da una fastidiosa idea di troncatura. Qualità musicale che, voluta o meno, contribuisce a rendere il disco piuttosto monotono, fastidiosamente monocorde, con pochi sprazzi degni di nota, in un lineare Black’N’Roll senza sussulti che domina la release per tutta la sua durata. Si fa davvero fatica a distinguere un brano dall’altro,e questa è cosa che mi mette particolarmente a disagio.

Sia ben chiaro: il giudizio non può essere negativo per il semplice fatto che le mie stupide aspettative sono state deluse. Sarebbe ingiusto verso i musicisti in questione che, nel bene o nel male, il loro compitino lo fanno pure. “Sodomatik Rites Of I.N.R.I”, è un disco piuttosto semplice, statico, il cui unico vero e proprio filo conduttore è un esplicito richiamo alla depravazione sessuale spinta all’estremo, unita ad una totale devozione a Satana. La copertina del disco – adesso si, posso dirlo – non lascia sottointendere niente. L’artwork porta in se una palese e ricercata blasfemia lasciva, grezza, priva di un qualsivoglia istinto che esuli dalla devianza più becera. I Wömit Angel, quasi restii a cambiamenti nel copione, concedono poche variazioni sul tema; l’onnipresente e martellante blastbeat, qualche fugace assolo di chitarra come in “Werewolf Extravaganza” e le urla a volte lancinanti di W. Horepreacher sono i tratti somatici della proposta dei finlandesi. Degna di nota la piacevole “Monastery Pervert”, uno dei momenti che più ho aprezzato nel corso di reiterati ascolti.
Un disco che, in conclusione, non sarà sicuramente ricordato come una pietra miliare del movimento Black Europeo: senza infamia e senza lode. Non resta che rimanere in paziente attesa di ulteriori, eventuali sviluppi.

Daniele Peluso

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Tracklist:
01. Sodomatik Rites of I.N.R.I         
02. Unholy and Horny (Soul Torturing Crew)         
03. Into the Storm of Sodom         
04. Buried in Pig Skin         
05. Deathrape in Deep C(ünt)         
06. Armageddon Belongs to Me         
07. Souls Burning Black         
08. Release the Blood         
09. Slut         
10. Werewolf Extravaganza         
11. Monastery Pervert         
12. Corporal Mortification         
13. Killing Starts

LineUp:
Vile Anarchy – Batteria
J-Violatör – Chitarra
W. Horepreacher – Basso, Voce

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