Recensione: Solid

Di Alberto Biffi - 17 Luglio 2011 - 0:00
Solid
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Genere:
Anno: 2011
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78

Pubblicato dalla AOR Heaven, ci giunge tra le mani il disco dei Reece – Kronlund, duo costituito dal dotato singer David Reece (Accept, Bangalor Choir) e Martin Kronlund (Gipsy Rose e Dog Face).

I due “partners in crime” dimostrano una convinzione e risolutezza strappa-applausi, attaccandoci immediatamente a muso duro con un brano che mostra subito tutte le loro armi.
“My Angel Wears White”, dopo un brevissimo incipit strumentale, è un vero e proprio manifesto d’intenti, dove melodia, arrangiamenti notevoli, energia e interpretazione vocale ci ben dispongono all’ascolto delle successive tracce.
“Samurai”, che ospita Rikard Quist (Gipsy Rose) alle tastiere, presenta un arrangiamento comprensibilmente influenzato dalla musica orientale ed un riff roccioso (che nella mia mente malata e sovraffollata di musica mi ha ricordato “Beat It”) che sostiene il nostro singer fino al trascinante refrain.
Sinceramente impressionante il carisma vocale di David Reece, il quale riesce nel palese intento di colpire gli ascoltatori con la sua vocalità davvero maschia e testosteronica, quasi ad ergersi a “cantante maschio alfa” e voler dimostrare a tutti d’essere lui il “microfono dominante” del branco.
Secondo le leggi non scritte del rock, dopo due brani aggressivi spesso arriva puntuale un pezzo più
rilassato: ecco a noi “Could This be Madness”.
La terza e più lunga traccia del lotto è davvero notevole, con una sentitissima interpretazione vocale ed una struttura (introduzione-strofa- ritornello-bridge e conclusione) formalmente perfetta.

Si parlava di leggi del rock?
Ecco allora che dopo la ballata di rito si riparte in quarta con “Animals And Cannibals”, un brano decisamente heavy metal, in cui il nostro “dorso grigio” mostra tutta la propria versatilità attaccandoci con la sua ugola foderata d’adamantio ed il prode compagno Kronlund a seguirlo in battaglia con chitarre taglienti come katane.
Senza proseguire in una sterile e noiosa vivisezione musicale, potremmo citare ancora una ritmatissima “Paint The Mirror Black”, con un groove davvero notevole e ed un episodio un po’ “strano” come “Edge Of Heaven”, dove finezze tecniche e arrangiamenti “difficili” sono ben mascherati dalla semplicità disarmante con la quale Reece affronta ostici cambi di tonalità ed una linea vocale tutt’altro che semplice.

A chiudere questo bel lavoro, una “Magic Pudding” dove il nostro singer (probabilmente ripensando alla precedente traccia “Animals And Cannibals”) sembra aver divorato Alannah Myles e la sua “Black Velvet” e la conclusiva “The Dead Shall Walk The Earth”, forse la canzone maggiormente “true-metal” di questa vincente coppia svedese-statunitense.

Circondati da amici e musicisti di prim’ordine (Tommy Denander e Christian Tolle, tra gli altri), i nostri due artisti confezionano un lavoro onesto, dove professionalità e talento convivono in modo davvero brillante.
“Solid” si presenta fiero della sua potenza, quasi scevro da punti deboli e con un arsenale di ottime canzoni, interpretazioni vocali ed esecuzioni strumentali sopra le righe. Ma soprattutto permeato di una convinzione ed una “intenzione” disarmante.

Meritata standing-ovation.

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Tracklist:

01.  My Angel Wears White
02.  Samurai
03.  Could This Be Madness
04.  Animals And Cannibals

05.  Remember You
06.  Paint The Mirror Black

07.  I Would
08.  Edge Of Heaven

09.  Magic Puddin’
10.  The Dead Shall Walk The Earth

Line Up:

David Reece – Voce
Martin Kronlund – Chitarre
Hans in’t Zandt – Batteria

Guests:

Tommy Denander, Christian Tolle, Rikard Quist, Brynn Arens, Andy Susemihl.

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Genere:
Anno: 2011
78