Recensione: Some Things Are Better Left Unsaid

Di Stefano Risso - 21 Marzo 2007 - 0:00
Some Things Are Better Left Unsaid
Band: Murder One
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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60

Some Things Are Better Left Unsaid è il disco di debutto per
gli inglesi Murder One, band dedita a un thrashcore violento,
sufficientemente accattivante e ben congeniato, la cui presa si allenta
gradualmente canzone dopo canzone, denotando un progressivo scadimento della
qualità del songwriting messo in mostra dai nostri.

La formula dei Murder One è semplice: miscelare in parti pressappoco
uguali thrash metal riconducibile a band come Pantera, Sepultura
(ultimo periodo) e agli onnipresenti Slayer, con una forte componente
hardcore, con tanto di doppia voce, urlata e growl, a scandire i robusti
passaggi del disco. Quindi riff belli potenti e muscolosi, ritmiche che si
lasciano apprezzare immediatamente, continuamente in bilico tra i due
ingredienti principali del sound dei Murder One. Brani concisi, che
parlano chiaro all’ascoltatore, colpendo immediatamente senza troppi giri di
parole, mostrando il lato migliore di sé nei frangenti più thrash oriented,
rispetto a quelli “core”, senza inventare nulla ovviamente, ma svolgendo a
dovere il proprio compito.

In tutti i dischi di questo genere è da contemplare un naturale calo
fisiologico della qualità (e quindi dell’attenzione) delle canzoni col
progredire della tracklist, cosa che purtroppo si riscontra anche in
questo Some Things Are Better Left Unsaid. Se il terzetto iniziale
aveva posto delle basi più che positive per una valutazione finale decisamente
generosa, con l’opener The Call That Never Came e la terza slayeriana
Sensory Deprivation (praticamente un plagio -nelle
prime battute- del sound di
God Hates Us All), molto
compatte, violente e “divertenti”, il resto riporta il disco su territori più
modesti. Tracce come Start Of The War, e A Picture Paints A Thousand
Lies
, ad esempio, sono più che sufficienti, ma non sono per nulla esplosive.
Episodi gradevoli si riscontrano in It Was Lies, dove guarda caso si
ritorna a pescare dai maestri Slayer, e nella conclusiva Born With
Tourettes
.

Un disco onesto comunque, che senza pretendere troppo, riesce
a farsi ascoltare piacevolmente. Una buona band che non sarà
certo innovativa, ma almeno “picchia forte” coi propri strumenti, e che con
qualche accorgimento in più potrebbe farsi apprezzare anche al grande pubblico.

Stefano Risso

Tracklist:

01. The Call That Never Came
02. Where The Body Lay
03. Sensory Deprivation
04. Burns, Tablets And Knives
05. Start Of The War
06. A Picture Paints A Thousand Lies
07. It Was Lies
08. Some Things Are Better Left Unsaid
09. Three Steps Back
10. On Screen Rapist
11. Born With Tourettes

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