Recensione: Somewhere In California

Di Fabio Vellata - 20 Giugno 2011 - 0:00
Somewhere In California
Band: Night Ranger
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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86

Sole raggiante, temperatura confortevole. L’estate è finalmente sbocciata, manifestazione di giornate luminose che, dopo un lungo periodo di pioggia e cieli plumbei, invitano all’ottimismo ed alla voglia di vivere. I profumi che si avvertono nell’aria, sono quelli che si legano ad una stagione carica di suggestioni positive e vitali.
La musica che li accompagna, elemento imprescindibile al fine di rendere l’ambiente in perfetta sintonia, non può essere diversa nelle sensazioni o in contrasto nell’apertura verso un feeling che si lega ad un’atmosfera calda e radiosa, tipica di un momento dell’anno in cui l’animo vorrebbe propendere verso atteggiamenti più spensierati e lievi.
La colonna sonora ideale, potrebbe davvero essere quella contenuta nel nuovo album dei Night Ranger, antichi campioni di melodic rock che credevamo un po’ perduti, dispersi nella rincorsa di espressioni stilistiche chiuse ed aride come quelle rappresentate nel precedente “Hole In The Sun”, album caratterizzato da un approccio sconosciuto al DNA di una band che, sin dagli esordi, si era resa distinguibile per una miscela fatta di solido hard rock e gioiose hookline, in cui reperire quelle ambientazioni tipicamente californiane, primitiva linfa ed ispirazione per le composizioni del quintetto.

“Somewhere in California” è per il gruppo di San Francisco, una ripresa, netta, globale, sicura sotto ogni aspetto e punto di vista. E c’è da stupirsene: dopo un’uscita piatta, improduttiva e dai potenziali effetti catastrofici per il futuro come quella sfornata nel 2007, non era di certo ciò che ci saremmo potuti aspettare. Nemmeno se animati dalle più rosee speranze di ripresa.

Cose semplici. Ai Ranger, pur se dotati di un profilo tecnico sopraffino, non si chiedeva altro. E cose semplici, dirette e serenamente frizzanti sono arrivate.
Evocativo sin dalla copertina, costruita su di un’immagine che comunica un’ideale ambientazione da autostrada americana in un infuocato tramonto, il nuovo disco di Blades e compari è insomma, esattamente ciò che a loro si chiede da sempre. Hard rock intriso di buona melodia, dal taglio effervescente e con un sottofondo di gaia spensieratezza che rapisca verso un immaginario fatto di sole ed orizzonti luccicanti.
E poco importa che lo sfavillio sia quello rappresentato dai raggi sull’oceano, o dalle luci di uno skyline metropolitano notturno: ciò che conta è il divertimento e la voglia di ritrovare un po’ dello spirito gaudente di una giovinezza remota, imprigionata in fotogrammi risalenti ai più classici e dorati eighties.

Un concentrato di emozioni dal sapore quasi vacanziero, che pervade l’album in tutta la sua durata ed in ogni sua sfumatura. Avvisaglie erano già derivate dal primo singolo estratto, traino ed anteprima dell’intero cd: la traccia iniziale “Growin’ Up in California” è un inno al sole, al mare, alle bellezze ed alla vita festosa delle spiagge americane che, proprio nella sua ingenuità pur marcata e palese, riesce nell’intento di predisporre nel mood ideale per l’ascolto del resto del disco.
Sembrano provenire da un’epoca lontana le sensazioni di cui sono permeate canzoni come “Bye Bye Baby”, “Follow Your Heart”, “No Time To Lose Ya”, “It’s Not Over”, “End Of The Day”, e “Rock n’ Roll Tonite”. Paiono derivare esattamente dal songbook classico dei Night Ranger più “veri” ed old style, rimasto a prendere polvere per parecchio tempo su qualche scaffale della memoria, ma ora, fortunatamente, ritornato di prepotente attualità per animare una serie di tracce che vanno a riconnettersi – saltando a piè pari più di quattro lustri – con i momenti migliori di una discografia caratterizzata da cinque primi ellepi di valore eccelso.

I tempi sono purtroppo differenti. La spensieratezza di un’epoca come quella degli anni ottanta non sembra potersi riverberare nel clima sociale odierno, facendo apparire la vitalità di un disco quale “Somewhere in California”, come una testimonianza nostalgica e fuori tempo di stati d’animo e suggestioni disperse in un passato distante e romantico che, alle nuove generazioni d’appassionati, potrà apparire per lo più irraggiungibile e dai contorni sfuggenti.
Il potenziale, la classe, il valore di un gruppo di musicisti ritrovati e finalmente fedeli a se stessi, rimangono però intatti e si amplificano nella cristallina purezza di un full length dal massimo piacere d’ascolto, innervato di tutte quelle emozioni, di quel feeling e di quelle immagini sature di grintosa positività, ottimismo e vigorosa allegria che a loro storicamente la critica è stata solita tributare.

Blades, Gillis e Keagy, assecondati dai recenti acquisti Joel Hoekstra ed Eric Levy, stavolta hanno centrato un obiettivo pienissimo. “Somewhere in California” spazza via le incertezze del precedente, confuso ed insipido album, mettendo in circolazione un prodotto che, sin da ora, può affermarsi come una tra le possibili migliori uscite di un’annata melodica che, per rinvigorirsi da un torpore diffuso, necessitava proprio di un sussulto come quello assestato da questi vecchi ed inossidabili Rangers.

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Tracklist:

01. Growin’ Up In California
02. Lay It On Me
03. Bye Bye Baby (Not Tonight)
04. Follow Your Heart
05. Time Of Our Lives
06. No Time To Lose Ya
07. Live For Today
08. It’s Not Over
09. End Of The Day
10. Rock n’ Roll Tonite
11. Say It With Love

Line Up:

Jack Blades – Basso / Voce
Kelly Keagy – Batteria / Voce / Cori
Brad Gillis – Chitarre
Joel Hoekstra – Chitarre
Eric Levy – Tastiere

 

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