Recensione: Spiritual Stronghold

Di Emanuele Calderone - 10 Febbraio 2012 - 0:00
Spiritual Stronghold
Band: Svart Vold
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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76

Questo disco è bello. Scusate la banalità ma non saprei come altro definire “Spiritual Stronghold”, opera prima degli Svart Vold.
Sebbene il nome, che significa violenza nera, sia in lingua norvegese, la band proviene da Acqui Terme, una piccola località piemontese. I ragazzi, attivi dal 2007, pubblicano il loro primo full-length sotto le ali protettrici dell’attivissima Buil2Kill e godono della promozione della Nadir, cui fa capo Trevor, conosciuto ai più per essere il cantante dei Sadist.
La distribuzione dell’album è curata in Europa dall’Audioglobe e negli Stati Uniti niente meno che dalla potente Century Media.

“Spiritual Stronghold”, pur non inventando nulla di nuovo, è uno di quei lavori che meritano tutta l’attenzione da parte del grande pubblico. Il disco presenta un interessante mix di death metal e thrash, il tutto condito da una leggera spruzzata di grindcore, che fa capolino qua e là. Tutto ciò si traduce inevitabilmente in una musica potente e di grande impatto, capace però anche di risultare, quando richiesto, melodiosa al punto giusto.
Le chitarre di Angelo e Mark disegnano un riffing abbastanza vario e granitico, senza disdegnare aperture melodiche di più ampio respiro, che si adattano alla perfezione alla proposta dei Nostri. La sezione ritmica, condotta da Francesco alla batteria e Federico al basso, contribuisce a rendere ancor più massiccia e cattiva la musica del quintetto. La coppia, senza mai ricorrere a soluzioni virtuosistiche,  rende, con il suo operato, il disco molto più vario e dinamico.
Gli intrecci vocali del bassista e del cantante Guido convincono fin da subito, grazie all’alternanza tra growl e voce pulita. I due sfoderano un prova tecnica del tutto inattaccabile, risultando peraltro anche discretamente personali e interpretativi.

Suddiviso in dieci brani, il full-length scorre all’ascolto con molta piacevolezza: i brani sanno coinvolgere e talvolta riescono addirittura a stupire piacevolmente, grazie ad arrangiamenti di pregevole fattura.
Scorrendo la tracklist, non si fa fatica a individuare i punti salienti dell’opera. “Raping the Triumph” è il primo highlight che si incontra: potenza e melodia, violenza ed eleganza convivono dando vita ad una canzone che riuscirà ad accontentarvi tutti, nessuno escluso. La traccia è perfettamente bilanciata tra bordate dal sapore thrash/death e passaggi più riflessivi, che mostrano la faccia più intimista degli Svart Vold.
Stesso dicasi per la quinta “Fired Mark”, un saggio di death melodico da leccarsi i baffi. I richiami alla scena di Gothenburg si fanno in questo caso più pesanti, ma il risultato rimane comunque eccezionale. I due chitarristi si lanciano in sessioni soliste che tolgono il fiato tanto sono ben eseguite. A ciò si aggiunge anche la parte atmosferica da brividi, che ci conduce sino al finale, nel quale ricompare per pochi attimi il growl cavernoso di Guido.
La vetta compositiva viene però raggiunta nella mini-suite “Stalingrad”, capace di mantenere altissimo il livello di attenzione per tutti i suoi 10 minuti. I passaggi acustici -alcuni al limite della canzone d’autore- mi hanno ricordato da vicino quanto fatto dai nostri Klimt 1918 nel bellissimo “Undressed Momento”.
Per il resto non si riscontrano quasi mai cadute di stile che possano in qualche modo inficiare quanto di buono propostoci dal quintetto.

A far da cornice al tutto ci pensano poi una copertina ben realizzata (personalmente ho trovato davvero gradevole e d’effetto la copertina dai toni rossi e gialli) e una qualità di registrazione di livello professionale; i suoni sono chiari e puliti senza per questo risultare posticci.

Siamo quindi giunti alle conclusioni. Prendendo spunto da realtà ampiamente affermate e senza inventare nulla di nuovo, il combo riesce comunque a dar vita a un disco che difficilmente non farà breccia nei vostri cuori. Le ottime doti esecutive, assieme a capacità compositive degne di una band navigata, permette ai Nostri di competere a testa alta anche con nomi più blasonati del panorama death/thrash.
Con la speranza che gli Svart Vold possano guadagnare la fama che gli compete, per ora non ci rimane che promuoverli a pieni voti e complimentarci con loro per l’ottimo lavoro svolto. Bravissimi ragazzi.

Emanuele Calderone

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Tracklist:
01- 100 People
02- Dead Invain
03- Hanging Revolution
04- Raping the Triumph
05- Fired Mark
06- The Final Crusade
07- Invasion!
08- Time for the Punishment
09- Stalingrad
10- My Void

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