Recensione: Splinters Of Life

Di Paolo Beretta - 19 Aprile 2009 - 0:00
Splinters Of Life
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Anno: 2009
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85

Chi almeno una volta nella vita non ha guardato al passato con rabbia? Al periodo in cui avevate davvero bisogno di una mano e come risposta avete ricevuto solo rifiuti, spalle girate o orecchie tappate; quando nessuno credeva in voi ed in quello che stavate facendo. Gli anni volano, ma il ricordo brucia e rimane impresso, indelebile. Flashback Of Anger. Lampi di dolore mai domato o realmente digerito fino in fondo. Come trasporre in musica tutto ciò?

E’ insito nell’animo umano non vedere l’ora di poter avere l’occasione di una rivincita e far capire ai vostri “antichi” detrattori che si sbagliavano di grosso. Ecco quindi vedere la luce nei negozi dopo 5 anni e due demo Splinters Of Life dei Flashback Of Anger prodotto addirittura da Dirk Schlachter dei Gamma Ray. Quanto vi sto per descrivere è senza mezzi termini uno dei migliori debut album di power metal degli ultimi anni che abbia mai ascoltato. Fiorentini e giovani 25enni, i nostri si sono fatti le ossa con due ottimi promo diversi dal solito come Panta Rei e Off With My Heart distanziati l‘uno dall‘altro da un paio di anni. Non ho usato l’aggettivo diverso a caso. Per quanto siano riconducibili al power metal melodico i Flashback Of Anger fin dai loro primissimi passi hanno dimostrato nei fatti la loro voglia (e capacità) di uscire dagli schemi quasi imposti della doppia cassa e dei cori catchy con assoli scala. Influenze prog arricchiscono il loro sound con pezzi complessi che, senza tanti complimenti, vengono spezzati con break assassini da espulsione diretta tanto sono coraggiosi. Le carte vincenti dei nostri sono la capacità di creare all’interno di brani apparentemente convenzionali accelerazioni, pause e ripartenze d’impatto usando ogni singolo strumentista fino alla ricomposizione, senza forzature, del sound iniziale. Questo è il filo conduttore di quasi tutte le tracce dove emerge il leader Gori con un lavoro di tastiere e piano delizioso. Un tappeto sonoro elegante, talvolta malinconico, capace di fornire nuovo carburante a brani che altrimenti sembrerebbero condannati ad essere rinchiusi in sterili ripetizioni del coro. In Splinters of Life c’è invece di tutto e per questo è particolarmente difficile fare un track by track. Le canzoni non stanno infatti ferme e non esiste il mid o l’up tempo canonico che rimane tale fino alla fine. Qui si varia in continuazione, si salta, c’è gioia di suonare e voglia di fare a partire dal cantato che non conosce solo toni alti e puliti.

La cavalcata All I Have mette subito sotto torchio la sezione ritmica di Sigismondi e Masini ed è caratterizzata da un uso pesante delle tastiere: sembra idonea per scaldare in un istante il pubblico in una ipotetica scaletta d‘apertura on the stage. Nel metal mutevole di Time Can Answer e A Void Within Me (dotato a mio parere dell‘assolo più riuscito a livello di linee melodiche), prendiamo invece l’ascensore con ritornelli malinconici ed il prolungato innesto dei break del piano, prima di tornare sui binari iniziali come se nulla fosse. Stars ci culla con una prova tenorile di Gori, mentre una pioggia intermittente e leggera di dolci note del piano fa morire il brano. La title track è meraviglia cupa e tenebrosa. Cantato sporco e basso, a seguire un riffing serrato di Cercato e Bonini e keyboard pregnanti, ipnotiche, prog capaci di culminare in un breve coro pomposo dalle rimembranze rhapsodiane. E poi ci si commuove davvero in Outer World. Quelle note al piano, quelle pause, quel pizzicare i tasti assieme cantato sospirato che prende quota e poi scema, sembra un foglio in balia del vento e noi lo seguiamo rapiti. Heavy metal dinamico e diretto con la sezione ritmica e le tastiere sugli scudi in Back In The Nightmare. Le chitarre scattano e sono pronte a spallate a prendersi spazio con un riffing ruvido, seguito da assolo veloce che non lascia scampo. Off With My Heart. Un pezzo vertiginoso e complesso capace di alternare pura malinconia a ripartenze potenti fino a trovare nel break con il semplice giro di basso Masini il momento di rottura vincente che mi è rimasto impresso a fuoco in testa. E ora tutti i piedi a cantare Flashback Of Anger. Riff ruffiano e strofe telecomandate per arrivare al coro magniloquente con backing vocals. Con facilità irrisoria questi debuttanti piazzano un giro di chitarra che porterà delirio dal vivo, poi si fermano con un Gori straripante e riflessivo e riprendono vigore per cantare, giustamente, fino all’ossessione il loro nome. 

La mano di Schlachter si sente. Alla fin fine Splinters Of Life porta con sé “solo” 4 inediti, ma con questa produzione i vecchi pezzi splendono oltremodo e per una band così varia come i Flashback Of Anger avere una buona pulizia del suono è davvero importante. Io credo che questa band sia matura come un ciliegia a giugno. Sta a voi coglierla. Spesso ci lamentiamo che il power è statico e non offre nulla di nuovo e stimolante. Affermiamo questo e poi corriamo a comperare le fiammanti novità, copia e incolla, delle vecchie glorie destinate a finire, tempo una decina di ascolti, nel dimenticatoio. I Flashback Of Anger mettono sul piatto della bilancia un gioiello. Indossatelo e mettetelo in bella mostra nella vostra collezione. Questo per me è senza mezzi termini power da supportare.

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Tracklist:

1. By The Gates Of My Dreams
2. All I Have * MySpace *
3. Time Can Answer
4. Stars
5. A Void Within Me * MySpace *
6. Splinters Of Life
7. Strange Illusion
8. Outer World
9. Back In The Nightmare
10. Off With My Heart
11. Flashback Of Anger * MySpace *

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