Recensione: Stage of Consciousness – DVD

Di Gaetano Loffredo - 13 Settembre 2005 - 0:00
Stage of Consciousness – DVD
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Anno: 2005
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65

Dopo un anno dalla sua pubblicazione e dopo il rimarcabile ed innegabile successo centrato con “Stream of Consciousness”, i Vision Divine si lanciano a braccia aperte nell’era del digitale e si regalano un DVD, “Stage of Consciousness”, che ha come primario compito quello di rappresentare esplicitamente lo stato attuale della band toscana. Obiettivo raggiunto.

I mezzi economici non hanno permesso al sestetto (il quintetto base più Federico “Pule” Puleri turnista azzeccato) di sfornare un supporto “visivamente” al passo coi tempi pertanto, eviterò inutili paragoni con le mega produzioni multi milionarie vuoi perché la Scarlet Records non è la SPV, non è la EMI e non è la Nuclear Blast e soprattutto perché “l’immenso e stipato” Transilvania Live di Reggio Emilia non si prestava certo ad ornamenti teatrali, fuochi d’artificio e movimenti alla “Bruce Dickinson” da parte del fantastico Michele Luppi, comunque, al di sopra delle mie più rosee aspettative; avremo modo di parlarne.

Insomma, un prodotto, destinato ai fan che non hanno potuto seguire dal vivo un’esibizione dei loro pupilli ed un dimostrazione delle nude e crude capacità tecniche senza rifiniture in studio e senza l’utilizzo di sinterizzazioni e campionamenti vari. Questo è Stage of Consciousness.

La finestra principale, oltre ai soliti crediti, da l’accesso ad altre quattro opzioni; andiamo a vivisezionarle:

Il Concerto della band
Bisogna dare atto ai ragazzi che riproporre un concerto con la scaletta incentrata esclusivamente su un determinato disco potrebbe risultare controproducente a fini strettamente commerciali, eppure, Stream of Consciousness ha conservato il suo fascino e la sua freschezza alternando brani veloci ed aggressivi ad altri più intimisti, espressivi, dolci ed allo stesso tempo malinconici e, la tracklist rispettata nei minimi particolari con la sola esclusione della strumentale The Fall of Reason, convince pienamente.
Inutile soffermarsi sulla descrizione dei brani già ampliamente approfondita nella recensione dell’album, importante è appurare che la band è in forma smagliante, pochissimi e impercettibili gli errori per così dire “tecnici” e, onestamente, non determinanti. Impressionante la prova di Oleg Smirnoff  alle tastiere e precisa e pulita la pennata di Olaf Thorsen alla chitarra aiutato, nelle parti secondarie, dal turnista Federico Puleri che per essere un ventiduenne si destreggia abilmente eseguendo con precisione le parti di sua competenza.
Matteo Amoroso, a dispetto di un passato che lo ha visto distante dai ritmi power metal, esce da una performance di tutto rispetto; esattamente come quella di Andrea Torricini, uno dei pochi musicisti italiani in grado di dare davvero del “tu” al basso.
Manca qualcuno all’appello?
Una rapida analisi oggettiva decreta Michele Luppi (Miguel Lobos per gli amici) eroe della serata. Le capacità del singer italiano erano indiscutibili sin dal primo ascolto del disco ma sentire quello che riesce a fare dal vivo è impagabile.
Mi credete se vi dico che le linee vocali apprezzate su questo DVD sono migliori di quelle sentite sullo studio album? Michele vale il cosiddetto “prezzo del biglietto”, ascoltatelo raggiungere i picchi di tonalità su “La Vita Fugge”, ascoltatelo duettare col pubblico su “We Are, We Are Not” ma, soprattutto, ascoltatelo sulla ballad “Identities”… chapeau…

Photo Gallery
Sezione poco interessante del supporto nonostante le discrete fotografie che difficilmente riguarderete due volte: i soggetti sono ovviamente i Vision Divine dei quali abbiamo appena fatto una scorpacciata con l’intero concerto.

Interviste
Divertenti, invece, le interviste realizzate dai colleghi Fabio Magliano e Big Leo ad ognuno dei sei membri che hanno partecipato alla serata del Transilvania Live, anche in questo caso è Michele Luppi il protagonista che, tra pose da cartone animati giapponesi (perché in continuazione quel segno di vittoria? :D) e ironica autocritica, regala qualche risata alternata a momenti di serietà mentre racconta del suo arrivo in seno alla band e delle sue passioni musicali.
Timidissimo il “Pule” e introverso Smirnoff, simpatico Torricini, professionale Amoroso… Ambiguo Thorsen che, nonostante spenda parole gratificanti per ognuno dei “suoi” elementi, ha il tempo di bacchettare Michele “colpevole” di aver ricevuto sin troppi elogi dalla critica.
 
Extra
4 brani live che esulano dall’ultimo LP e che fotografano anche i momenti passati del gruppo: “New Eden”, “Pain”, “Send Me an Angel” e “The Whisper” oltre ad un’alternate take di “The Secret of Life”. Volete un paragone tra il passato, Fabio Lione e il presente? Vi rimando all’acquisto del DVD: a voi il gusto della sorpresa, e segnalatemi pure le vostre preferenze e i vostri perché, potrebbe nascere un’interessante discussione.

Siamo all’epilogo; sufficienti i contenuti, ottima la parte audio e la parte video? Gravemente insufficiente.
Effettuate con una certa disattenzione (o incapacità?) le riprese da parte degli operatori seppure aiutati da un impianto luci considerevole e promotore di un effetto scenico di rilievo.
Il montaggio è la vera nota dolente del lavoro; si contano decine di errori nella fase in questione esempi? Soli di tastiera con chitarrista in primo piano, acuto di Luppi con bassista in risalto, abominevoli effetti speciali tra i quali spicca il fastidiosissimo “moltiplicatore di soggetti” (contattatemi in privato se avete dubbi in questione), sfumature e collage spartani… Ecco spiegato perché il DVD non è a passo coi tempi; inutile aggiungere altro.

Stage of Consciousness non è una realizzazione indispensabile anche se, lo consiglio senza riserve agli spassionati amanti della band e a coloro che erano presenti nella serata di Reggio in attesa del prossimo “Perfect Machine“, ricordando che la sezione visiva, che per un DVD è fondamentale, si piazza in linea d’aria ben lontano equiparato alle corpose (in tutti i sensi) uscite odierne.

Gaetano “Knightrider” Loffredo

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