Recensione: Stardawn

Di Roberto Gallerani - 12 Novembre 2006 - 0:00
Stardawn
Band: Domain
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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71

Stardawn è l’album che celebra il ventesimo anniversario dei Domain. Per questo importante traguardo, gran parte del merito va al chitarrista e mente pensante Axel “Ironfinger” Ritt, che in tutti questi anni, tra cambi di line-up e riscontri commerciali non proprio esaltanti, ha portato avanti questo progetto con grande passione e professionalità; in questo periodo si è dimostrato, oltre che ottimo compositore, anche musicista dalla grande versatilità passando da un hard rock di stampo americano a un heavy metal di stampo neo classico infarcito da potenti e gradevoli orchestrazioni. Nella formazione troviamo sempre l’ottimo singer Carsten “Lizard” Schulz dotato di una timbrica aggressiva, ottima estensione e capace di dare ai brani la giusta interpretazione.

Mi sono avvicinato a Stardawn con una sorta di apprensione, in quanto i Domain sono chiamati a ripetere l’ottima impressione che mi avevano dato con il precedente lavoro (a mio giudizio molto riuscito) Last Days Of Utopia e, per fortuna, le aspettative sono state confermate. L’album ci presenta una band in grande spolvero e dai mille volti, capace di passare dall’hard rock infarcito di orchestrazioni, a quello più lineare per passare poi a riff heavy metal e inserimenti di musica classica, senza per questo risultare troppo dispersivi.

All In The Name Of Fire, brano posto in apertura, è caratterizzato da una forte influenza power nel quale padroneggia su tutti Ironfinger e i suoi assoli caratteristici della scuola Malmsteen; si prosegue con la più cadenzata Temple Of The Earth, dove i nostri ci mostrano il loro lato più sinfonico grazie ad un chorus armonioso ed evocativo. In pezzi come Don’t Pay The Ferryman, Headfirst Into Disaster e Help Me Trough The Storm risalta prepotentemente il lato più hard rock dei Domain e in particolare di Ritt: un gradevole tuffo nel passato messo in risalto probabilmente in occasione di questi 20 anni. Decisamente ottimo il primo dei tre brani appena citati: pezzo permeato da riff granitici di stampo hard rock e da inserimenti orchestrali; esaltante, a questo proposito, il break centrale in cui viene dato spazio a strumenti appartenenti alla musica classica. Tutta la song viaggia su livelli qualitativi d’eccellenza ponendola tra le migliori del lotto! Decisamente più speed oriented è Crystal Stone Island che si fa apprezzare per la suo intro country (ascoltare per credere!) e per l’assolo di organo nella parte centrale. Non male la title-track anche se perde a causa della sua lunghezza, mentre I Ain’t No Hero è un lento un po’ troppo scontato ma che mostra il vocalist sugli scudi con una ottima performance interpretativa.
Shadowhall è la suite di chiusura; ben 25 minuti di durata che richiedono molti attenti ascolti alla fine dei quali si scopre un pezzo articolato, curato in modo maniacale e infarcito di cori e virtuosismi anche se in alcuni punti risulta non trascinante e un po’ prolisso. In ogni modo è un discreto brano che ci mostra tutta la bontà della proposta musicale dei tedeschi e che ha il pregio di farsi scoprire ascolto dopo ascolto grazie ad arrangiamenti ben curati.

Ho sempre apprezzato la proposta dei Domain e, anche in questa occasione, non mi hanno deluso; forse è il loro lavoro più vario e impegnato, ma di sicuro è un ottimo modo per festeggiare vent’anni di onorata carriera. In conclusione posso solo consigliare Stardawn a coloro che hanno voglia di un buon album metal, impreziosito da orchestrazioni, spunti rock e composto da una band forse troppo sottovalutata ma di sicuro valore. Gradito ritorno.

P.S.: L’album è anche disponibile in edizione limitata triplo-CD, contenente l’album, un secondo cd “Best Of 1988-2005” ed il DVD “Seven Days in Korea” registrato dal vivo nel 2005.

Roberto “Van Helsing” Gallerani

Tracklist:
1. All In The Name Of Fire
2. Temple Of The Earth
3. Don´t Pay The Ferryman
4. I Ain´t No Hero
5. Headfirst Into Disaster
6. Stardawn
7. Crystal Stone Island (Warparth Pt. II)
8. Help Me Through The Storm
9. Shadowhall
    Chapter I – Gathering Of The Damned
    Chapter II – Under The Bloodmoon
    Chapter III – Open The Gates
    Chapter IV – Shadowhall
    Chapter V – Vampire´s Ball
    Chapter VI – Hell Dimension
    Chapter VII – Love Under Ice

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