Recensione: Staring at the sun

Di Filippo Benedetto - 18 Aprile 2004 - 0:00
Staring at the sun
Band: Neil Zaza
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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78

Neil Zaza è un “melodic instrumental guitarist”, come è scritto nel suo sito ufficiale (neilzaza.com). Questa accezione può risultare utile per affrontare nel modo adatto la sua nuova fatica, “Staring at the sun”. Il disco, curato negli arrangiamenti dal tastierista Timothy M. Bradford, presenta una line up di tutto rispetto: oltre a Neil Zaza, qui figurano musicisti di spicco quali Stu Hamm (co writer di alcuni brani), Steve Smith, Robin diMaggio e Ross Valory.
Corredato da una copertina in pieno stile egizio, il disco, dal punto di vista compositivo, si presenta all’ascoltatore come un intelligente miscela di stili musicali il cui filo conduttore è il virtuosismo del nostro. Ciò che rende piacevole l’ascolto di questo “Staring at the Sun”, poi, è la qualità della produzione che regala all’ascoltatore suoni puliti ma allo stesso tempo “corposi”. Tutto ciò aiuta particolarmente all’ascolto di brani come “I spy”, song d’apertura ed eccellente pretesto per il chitarrista di mostrare le proprie doti di fantasista non solo in sede solista, ma anche come compositore capace di assemblare, in maniera originale, trame melodiche tipiche di un rock potente con il fascino solare di melodie orientaleggianti. Piacevole anche l’ascolto della successiva traccia, “Lift”. Qui il nostro si cimenta in melodie di facile presa, impreziosite da un riffing elegante sul quale si stendono pregevoli interventi solistici. Un’atmosfera sognante e quasi psichedelica permea la successiva “Lost in your dream”. Melodicissimi poi sono gli assoli che “spiegano” il tema fondante del brano, conferendo al complesso della song una maestosità e grazia molto piacevoli da ascoltare (soprattutto nei passaggi in cui si inserisce una sezione di violini).
“Zen , Karma, and other good things”, come si può intuire dal titolo è un brano dove si impongono all’ascoltatore atmosfere orientaleggianti. Il lavoro chitarristico di Zaza sembra prendere spunto dalla lezione di Vai e anche un po’ da Satriani, il tutto declinato secondo la personalità artistica del nostro che si lascia piacevolmente notare per un virtuosismo molto particolare, dove l’approccio “selvaggio” alla sei corde sembra avere il sopravvento. Ottimi gli altri strumentisti che supportano il guitar hero, in special modo la sezione ritmica precisa e coinvolgente.
Nella successiva The Wonder of You” notiamo nuovamente l’irrompere di melodie di grande impatto, sostenute da un lavoro tastieristico caldo e suadente. Anche qui alla maestosità del riffing si aggiunge l’opportuno sostegno di interventi solistici che donano fluidità e un’ulteriore “apertura” melodica di piacevole effetto. La sorpresa arriva con “New New Math” brano in cui un riffing potente e aggressivo irrompe all’improvviso, sostenuto da una sezione ritmica diretta e coinvolgente. Zaza svela tutte le sue doti chitarristiche, liberando energia e aggressività con sapiente precisione. Pur nella sua relativa brevità risulta particolarmente interessante come song.
 Nel disco, inoltre, possiamo notare Stu Hamm (eccellente bassista che ha collaborato con artisti del calibro di Fister, Steve Vai e Frank Zappa) in veste di compositore. Si tratta di “Rain”, brillante song dai toni riflessivi dove ruolo importante svolgono pianoforte e violoncello. L’intimismo del brano è ben sottolineato poi da lievi e suggestivi interventi solistici. La vena romantica di Zaza non si attenua nella successiva “Every Thought”, song dove  il nostro ha modo, in sede solista, di dimostrare capacità di usare la tecnica al servizio dell’armonia.
Proseguendo con “Baking @ 350 degrees” il guitar hero mostra un amore abbastanza evidente per il blues. Questa breve parentesi prepara l’ascoltatore a “Fargo”, song accattivante dove in certi passaggi solistici Neil Zaza sembra fare il verso ad una certa tradizione neoclassica, incanalata però lungo un riffing melodic rock di buona fattura. E’ interessante, ancora, notare che obiettivo di Zaza non è quello di dare vita ad un’opera totalmente incentrata sulla chitarra solista. Questo particolare lo possiamo riscontrare in “Angel”, brano che viene introdotto da un pregevole giro di pianoforte che da il pretesto al nostro, quando irrompone una maestosa orchestrazione, per dar luogo ad una chitarrismo perfettamente amalgamato con il resto degli strumenti (e non in primo piano come nei precedenti brani). “Definition” segue lo stesso impianto della precedente track, accentuando l’aspetto “corale” del songwriting.  
Chiude il disco la cover di “Purple Rain”, brano di Prince qui riproposto in chiave più rockeggiante nonché impreziosita da interventi solisti pregevoli e che sembrano prendere spunto dallo stile di Steve Vai. 

In conclusione questo “Staring at the sun” risulta essere un buon disco, che mette in mostra il valore e il talento di un chitarrista che merita sicuramente più attenzione di quanto attualmente gode.

Tracklist:

1. I Spy (Zaza) – 3:59
2. Lift (Zaza) – 4:18
3. Lost in Your Dream (Zaza) – 5:06
4. Zen (Zaza) – 5:53
5. The Wonder of You (Zaza) – 4:46
6. New, New Math (Zaza) – 2:47
7. Rain (Hamm) – 4:27
8. Every Thought of You (Zaza) – 4:04
9. Baking @ 350°F (Firkins) – 1:06
10. Fargo (Zaza) – 3:42
11. Angel (Zaza) – 4:40
12. Definition (Zaza) – 4:21
13. Purple Rain (Prince) – 7:53

The Musicians:
Stuart Hamm – Bass
Steve Smith – Drums
Michael Lee Firkins – Guitar
Ross Valory – Bass
Neil Zaza – Guitar, Producer
Bruce Walker – Strings, Horn
Joe Viers – Engineer, Mixing
Robin Dimaggio – Drums
Linda Atherton – Strings
Ian Indorf – Horn
 

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