Recensione: Start

Di Enzo - 5 Luglio 2003 - 0:00
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Band: Huddle
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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70

Gli Huddle vengono da una città, Napoli, che attualmente, a parte qualche nome emergente, versa in una condizione davvero pietosa per quanto riguarda la nostra musica ed anche il buon hard rock suonato con passione ed impegno. Hard Rock che ci ripropongono proprio questi emergenti Huddle. Tramite un mio amico sono venuto in possesso di questo demo, l’aspetto si presentava molto bene, cd etichettato, testi e buona copertina, quando ho inserito il cd nella mia piastra sono rimasto piacevolmente colpito innanzitutto dalla produzione, che, se certamente migliorabile, si adatta bene al sound che esprime la band, nitido e chiaro.
Il disco si apre con con Naples’s child, nonchè il picco più alto del larovo. L’andamento hard rocckeggiante balza subito all’orecchio insieme all’ottimo muro sonoro generato dal lavoro strumentale che si snoda dietro la buona voce del singer, che, anche se godrà di ampi margini di miglioramento, dimostra un grande feeling col il brano in questione e con il sound della band. Tra refrain molto catchy giungiamo al bell’assolo che mette in mostra anche le capacità tecniche del combo napoletano, sicuramente sopra la media, capacità tecniche che non meritano di essere relegate per molto ad un singolo demo. Detto ciò giungiamo alla seconda traccia, Is Morning: get up God!, una struggente ed acustica ballata carica di pathos dove la voce del singer si eleva sulle delicate melodie tessute da una piacevole chitarra a cui si aggiunge ben presto l’ottimo drumming che da una ventata di potenza all’intera costruzione strumentale, infatti da lì in poi il brano acquista tinte più proprie ai territori hard rocckeggianti, specialmente grazie all’ottimo gioco chitarristico che accompagna, in grande evidenza, lo svolgersi del brano. Buona anche la successiva Town, introdotta da un aggressivo drumming vola via su melodie azzeccate ma non accompagnate con la giusta aggressivita dalla voce del singer, che, in questo pezzo, si adatta meno all’andamento della song…più aggressività, una pittata di “loud” certo non guasterebbe a questa buona voce. Il pezzo scorre via, forse a tratti troppo catchy, cmq ancora un buon esempio “made Huddle”. L’ultima Time è bella semi ballad che aggiunge un tocco di classe in più e di romanticità a scapito dell’aggressività ma caratterizzata dall’assolo più bello dell’intero disco. Spendo una parola sulle lyrics, molto belle, mai banali, molto inspirate e sentite.
Che dire in conclusione? Tiriamo le somme, gli Huddle sono una piccola, giovane ma potenziale ottima realtà italiana. Il disco non spinge mai sull’acceleratore, a volte è dannnatamente e troppo “catchy” a discapito di una vivace aggressività. Dopo i primi due eccellenti pezzi, ci voleva qualcosa di sicuramente più “loud”, ma così non è stato, e ci accontentiamo delle ultime due tracce per la loro perizia tecnica, e, perchè no, romantica composizione.
Spero davvero in un nuovo lavoro della band, perchè penso che questo nome non può davvero, come già detto, essere relegato ad un solo demo….ed insieme a ciò, spero gli Huddle ci delizieranno presto con qualcosa di più granitico e massiccio, dopo averci dato prova delle loro abilità musicali.
Disco infine, vivamente consigliato, se amate le ottime ballad hard rocckeggianti cercate assolutamente di procurarvelo, non ve ne pentirete.
Vincenzo “Enzo” Ferrara

Per contattare la band:

mr_huddle@libero.it

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70