Recensione: Start From the Past

Di - 25 Giugno 2008 - 0:00
Start From the Past
Band: Rustless
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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58

C’erano una volta i Vanadium, fra i prime mover dell’HM italico, che infiammarono la penisola e non solo con i Loro sette album, oltre che impressionare dal vivo. Come spesso accade per le belle cose, però, a un certo punto il giocattolino si rompe, dopo aver iniziato a scricchiolare. Si tenta di rimetterlo insieme ma non funziona più come prima, anche se si fa uscire un disco interpretato in italiano nel 1995. Dei cinque warrior milanesi non si perdono però assolutamente le tracce negli anni a seguire: il singer Pino Scotto sgomita in mezzo a parecchi progetti e sotto varie spoglie continua a produrre musica – Sinergia, Guado, Fire Trails e Pino Scotto Band – , tanto per citare i maggiori. Mimmo Prantera poco dopo appende definitivamente il basso al chiodo mentre Steve Tessarin e Ruggero Zanolini continuano nei Diumvana, band che suona con regolarità nel norditalia proponendo anche cover di altri artisti. Lio Mascheroni rimane legato al singer Pino Scotto per qualche tempo, suonando tra l’altro la batteria nel primo disco dei Fire Trails. Questa, in estrema sintesi, la storia di personaggi che da trent’anni calcano le scene.

Rustless è il nuovo progetto dei tre ex Vanadium Steve Tessarin, Ruggero Zanolini e Lio Mascheroni che, unendo le Loro forze insieme con Elisa Stefanoni (voce e flauto), Marcello Suzzani (basso e voce) e Roberto Zari (voce) irrompono sul mercato con Start from the Past, un album che già dal titolo lascia presagire parecchio. Sette sono i brani inediti, accompagnati da altrettanti cavalli di battaglia dei Vanadium, nell’occasione risuonati per intero.

Di quest’ultimi, infatti, solamente Seventheaven del 1989 uscì in formato Cd (tralasciando ovviamente il sopraccitato Nel Cuore del Caos) mentre il resto della Loro produzione è solamente disponibile in vinile o audiocassetta. Sarà molto dura sperare di poter godere degli altri album dei Vanadium su dischetto ottico in forma ufficiale, per via dell’interminabile procedura legata al fallimento dell’etichetta Durium, senza dimenticare che addirittura alcuni master sono andati distrutti.

Tornando a Start from the Past, a parte la strumentale It’s the Three of us Left, per quanto attiene i brani nuovi, si viaggia in territori a cavallo fra l’hard’n’heavy e il rock classico. Il singolo Sand of Times vede l’intreccio di vocalizzi femminili di ascendenza nordica – tanto di moda oggigiorno – con chitarroni HM e tanta melodia. Senza dubbio questo brano costituisce l’highlight del disco. Sulla stessa falsariga si dimena A Second Chance. Vanadium e Renegade godono di una sezione ritmica robusta, con quest’ultima impreziosita da dei buoni cori, così come Red Lust. Rustless, la title track, vive di chorus da concerto e interessanti giochi di tastiere.

In generale l’utilizzo delle due voci solamente a tratti conferisce maggiore spessore ai brani, spesso l’amalgama ne risente e il risultato finale lascia l’amaro in bocca. Degni di attenzione comunque gli interventi al flauto dal parte della vocalist nell’alternarsi delle varie tracce.          

Riguardo i sette brani dei Vanadium il confronto con gli originali è impietoso: troppo pulita la voce di Roberto Zari per adattarsi a classici del genere così come troppo lieve la produzione che non graffia mai a sufficienza per gli amanti di certe sonorità dure e pure. Elisa Stefanoni, da parte Sua, probabilmente risulta ineccepibile in altri ambiti ma sicuramente non in territori Vanadium. C’è poco da fare: l’ugola alcolica e martoriata dalle Lucky Strike di Pino Scotto ha marchiato a fuoco certi pezzi e stare dietro al microfono in Sua vece, senza snaturare lo spirito dei brani, risulta impresa improba per chiunque. Nulla da eccepire sulle qualità tecniche di Zanolini, Tessarin e Mascheroni, che rimangono di livello. Cosa che non si può certo dire riguardo la resa sonora, annacquata e priva del sano mordente.

Start From the Past, in ultima analisi, rispecchia in tutto e per tutto un album di una band agli esordi, nonostante la lunga e onorata milizia di alcuni componenti: troppe ombre infatti fanno capolino in mezzo a qualche sprazzo di luce, figlio della indubbia classe di ogni singolo membro della line-up.         

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Tracklist:
01. It’s The Three Of Us Left
02. Vanadium
03. Sand Of Times
04. Second Chance
05. Renegade
06. Red Lust
07. Rustless
08. No Way Out
09. I Was Born To Rock
10. Still Got Time
11. Easy Way To Love
12. I Gotta Clash With You
13. War Trains
14. Warriors   

Line-up:
Roberto Zari – vocals
Elisa Stefanoni – vocals/flute
Steve Tessarin – guitar
Ruggero Zanolini – keyboards
Marcello Suzzani – bass
Lio Mascheroni – drums

    

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