Recensione: Stay Hungry

Di Hogan Steel - 5 Gennaio 2002 - 0:00
Stay Hungry
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Genere:
Anno: 1984
Nazione:
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95

Un gusto orrido per i vestiti, dei capelli biondi crespi più
simili ad una parrucca che ad una capigliatura umana, una voce graffiante
supportata da un paio di polmoni d’acciaio ed una potenzialità scenica e
musicale immensa, ecco le caratteristiche che resero Dee Snider, il frontman dei
Twisted Sister una personalità nell’allora nascente mondo del Metal.

Era il 1984 quando la Sorella
Sclerata esplose negli altoparlanti di tutto il mondo con il suo terzo e più
grande album : Stay Hungry. Un animalesco Snider accovacciato in copertina
mentre si appresta a sbranare un gigantesco osso sanguinolento ci prepara alla
grinta dei nove pezzi contenuti all’interno. Una successione di heavy metal
veloce, grezzo ed orecchiabile che ha immortalato i Twisted Sister nella storia
metal.

La sfuriata della sorella si
apre con la orecchiabilissima e grintosa Stay Hungry, riff semplici,
veloci ed efficaci che supportano il ruggito di Snider in questa sorta di inno
all’inarrestabilità ed alla sopravvivenza. Assoli heavy ed una batteria
semplice ma suonata con una grinta bestiale dal grande A.J.Pero per una canzone
indimenticabile.

La prima volta che sentii il
secondo pezzo dell’album non fu ascoltando la cassetta, ma vedendo il
videoclip. Non avevo mai sentito parlare prima delle Twisted Sister e fu per me
una rivelazione, andatevi a vedere l’inizio del video sul sito, ne vale veramente la pena! La voce del grande Dee da forse il suo meglio in
questo pezzo,l’assoluta We’re
Not Gonna Take It
! Ogni volta che riascolto questa canzone ho quasi i
brividi dalla gioia di risentirla, è spettacolare, dai riff iniziali
all’assolo che fischietterete migliaia di volte dopo averla sentita, dai cori
supportati solo da batteria nella parte finale ai “noooo” urlati in momenti
quasi casuali…dovete sentirla per capire cosa voglio dire!

Dimenticatevi ora per qualche
minuto l’atmosfera allegra dell’inizio dell’album, i gelidi soffi di
vento, il cadenzato suono della batteria e le tetre parole di Dee ci trascinano
giù, verso le fiamme della dannazione, mentre sghignazzando ci sibila che ha
solo cinque parole da dirci : “You’re Gonna Burn In Hell!”. Grandiose a
oscura Burn In Hell ci sfodera il suo fascino metallico seguita a ruota
dall’ancora più tenebrosa Horror-Teria , canzone divisa a sua volta in
due sottopezzi, Captain Howdy e Street Justice. Cori di sottofondo
ed una chitarra ossessiva (teniamo conto che stiamo parlando del 1984, quindi
gli anni della nascita del metal) che ci trascina in questa breve escalation
Horror mentre gli screaming di Dee ci vorticano attorno mostrandoci le sue
grandiose capacità vocali..

A dissolvere le tenebre ci pensa
una delle canzoni più grandi (con uno dei videoclip migliori ) dell’album;
l’abbiamo sentita sull’autobus rubato dai protagonisti del film Road Trip,
abbiamo pronunciato questa frase migliaia di volte in migliaia di lingue, lo
sentiamo nel sangue, lo vogliamo urlare senza controllo : I Wanna Rock!
Un cantato modernissimo per l’epoca, in alcuni punti più simile ad uno
scioglilingua che ad un testo di una canzone, un lavoro di Ojeda e French alle
chitarre spettacolare ed una batteria che nel video A.J. Pero suona a pugni
chiusi dopo aver lanciato via le bacchette che animano il rocker in noi
costringendolo a dimenarsi come una marionetta manovrata da un burattinaio
ubriaco e ad urlare senza alcun ritegno!

Abbassate ora le luci, afferrate
la sottile(spero per voi) vita della vostra donna e dimenatevi sensuali
aggrappati a lei come delle patelle al ritmo della ballad che segue, la
splendida The Price che, anche se con molti richiami glam (anche se in un
intervista Dee Snider rispose così a chi li classificava glammers : “I
don’t think Twisted Sister is “glam” because that implies glamour, and
we’re not glamorous. We should be called “Hid” because we’re
hideous.!”
) ci ha regalato momenti bellissimi per quasi 20 anni.

Le ultime
tre canzoni sono forse quelle dell’album che rimangono meno impresse,
forse proprio a causa della grandezza dei pezzi che le precedono. Mantengono però
perfettamente intatto il loro intento metallico : suono semplice, schitarrate da
far accapponare la pelle e la voce che viene come sempre a raschiare nei recessi
dei nostri timpani. Don’t Let Me Down, The Beast e S.M.F.
, di cui forse la più notevole è la seconda, con un inizio veramente heavy,
riff di chitarre pesanti e ripetuti e batteria molto in rilievo, ma che
purtroppo come ho gia detto non rimane eccessivamente impressa in chi ascolta.
(la sigla S.M.F è anche il nome di uno dei band in cui ha militato il
grande Dee e vuol dire Sick Mutha Fuckers N.d.R).

In definitiva quindi un album
che non potete non avere, una base sulla quale appoggiare la vostra conoscenza
del metal moderno, un passaggio obbligatorio per chiunque ascolti ed ami il
metal dagli anni ’80 ad oggi. L’ultima raccomandazione che posso farvi viene
direttamente dal booklet dell’album :

“In order to
obtain maximum sensory enjoyment from the auditory represetetions
Container herein, it is necessari to minimize load resistance through the
potentiometer
In ones preamplification section. In other words,

PLAY IT LOUD, MUTHA!”

Tracklist
1)
Stay Hungry
2)
We’Re Not Gonna Take It
3)
Burn In Hell
4)
Horro-Teria A) Captain Howdy B) Street Justice
5)
I Wanna Rock
6)
The Price
7)
Don’T Let Me Down
8)
The Beast
9)
S.M.F.

Hail To All The True Brothers
Hogan Steel

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